segnali dalle città invisibili
 

Giro87 Speciale 23 marzo
Cgil runner

di Stefano Benni, da Il manifesto, 24 marzo 2002

Ho visto cose che voi umani nemmeno potete immaginare Ho visto il prato del Circo Massimo fiorire di bandiere rosse come il quadro dei papaveri di Monet

Ho visto il volto di Berlusconi stravolgersi come l'Urlo di Munch

Ho visto pensionati settantenni dopo dodici ore di pullman scendere con un balzo, agitare la bandiera e iniziare a gridare «Forza Cofferati che siamo qui» e accorgersi solo allora che erano ancora all'autogrill di Roncobilaccio

Ho visto un pullman rimanere senza benzina sotto una galleria a Barberino e i compagni riempire il serbatoio con gli accendini

Ho visto quelli di Cecina fare un piccolo breakfast con pane frittata e coniglio arrosto sul Lungotevere alle nove e mezza di mattina

Ho visto uno di Legnano addormentarsi appena arrivato sul prato e credo che sia ancora là

Ho visto uno dei Led Zeppelin, giuro, in mezzo al corteo del Piemonte

Ho visto un sosia di Previti con una bandiera di Rifondazione messa a sottana

Ho visto un ometto piccolissimo con un gigantesco cane Terranova che lo tirava, l'ometto aveva votato Casini ma il cane era marxista

Ho udito sirenone, mucche, campanacci, ultrasuoni, tamburi e lattoni, e lui non c'era

Ho visto fila di gente saltellare impazzita. Non era eccitazione ideologica, erano in fila davanti allo schieramento dei cessi da campo Sebach. Ho visto i cessi Sebach resistere all'attacco di due milioni di vie urinarie comuniste

E se è vero che Berlusconi si è vantato di avere quranta cessi nelle sue cinque ville in Sardegna, beh lì ce n'erano quattrocento

Ho visto uno che non ne poteva più di fare la fila ai cessi aggirarsi con una bottiglia da un litro da lui definita di tè freddo ma non lo offriva a nessuno
Ho visto folate di vento anomale e impressionanti, Berlusconi aveva comprato un tornado in America dalla Dunlop ma l'hanno fregato e gli hanno dato seicento raffiche usate. Anche i pataccari vengono pataccati Ho visto lo striscione dei messinesi gonfiarsi di vento, e il loro gruppo partire in aria come un deltaplano e tornare a casa in mezz'ora

Ho visto miss Cgil Romagna, munita di minigonna in domopak, usata come autostarter per far ripartire alcuni seniores che avevano rallentato il ritmo

E lui non c'era

Ho sentito un gigantesco omone di Rifondazione dire «adoro l'odore del napalm di salciccia la mattina presto» e sbranare un panino disneyano con i tre porcellini incorporati

Ho visto Berlusconi scendere dal primo al sesto posto nella lista degli uomini più ricchi di Italia: ora i primi cinque sono Ahmed, del camper degli hotdog, Silvano il piadinaro, Rocco il bibitaro, Mohamed del furgone delle salcicce e Arturo il broker dei thermos di caffè

Ho visto D'Amato con barba finta e una carriola di patatine, perché per qualche euro farebbe di tuttoHo visto decine di bonghisti che suonavano e nessuno gli diceva di smettere e loro ogni tanto si bloccavano per lo stupore

Ho visto gli elicotteri fermi come falchi nell'aria mentre dalla centrale arrivava il comando «mi raccomando, contateli in euro»

Ho visto un giapponese che fotografava una caratteristica vecchietta di Prato e quella ha estratto dalla borsetta una telecamera digitale Sony SS456 K e ha risposto al fuoco

Ho visto a Castelsantagelo uno da solo in mezzo al corteo, con dieci metri liberi davanti e dieci dietro, e tutti che si chiedevano se si trattava di effettivo isolamento ideologico o se scoreggiava troppo

Ho visto Homer Simpson travestito da operaio di Urbino, ho visto i pupazzi di gommapiuma di Perotti e Alessandra coi mamutones

Ho visto due che erano scesi sul lungotevere per baciarsi ed eventualmente trombare e appena erano a buon punto gli è passata sopra tutta la Cgil di Prato

Ho visto la delegazione di Treviso con propulsione a Teroldego entrare nel prato a cinquanta chilometri all'ora

E lui non c'era

Non c'era il presidente operaio, quello che spaccia i suoi interessi per riforme e il paleocapitalismo per una novità, il remainder della new economy, il pataccaro che rifila il vecchio come fosse nuovo, il finanziere-rigattiere

Ho visto Uga ed era più bella che mai

Ho visto il prato vuotarsi e la gente tornare ai pullmann e il quadro tornare vuoto e i cessi Sebach tirare un sospiro di sollievo e diecimila cappellini volati via ai proprietari unirsi in sciame e decollare verso gli stagni di Santa Giusta

E comunque sia chiaro che la strada e lunga, faticosa, e ancora tutta da costruire e questo è solo un buon inizio. E soprattutto guai a nasconderci la verità e a sparare balle come Forza Italia. Anche se dopo una manifestazione di sedici milioni di persone è difficile non montarsi la testa.

Il Progetto
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