segnali dalle città invisibili
 

Giro87 Movimento
Io che non ho intenzione di abbassare i toni

di Gianni Vattimo

Sono uno degli "intellettuali degli stivali" - come ci chiama con
elegante espressione alla Starace il civilissimo Paolo Guzzanti (riferito con
commosso entusiasmo da Bordin su Radio Radicale) - che sono andati
all'Odéon a "vomitare" (sempre Guzzanti) orrendi insulti sul governo
italiano e il suo conducator. Sono dunque uno dei responsabili della
campagna di odio che ha armato la mano degli ignoti (e assai tempestivi)
assassini di Marco Biagi. Sono uno che, appunto, da sotto gli stivali di
Guzzanti dovrebbe abbassare i toni, lasciarsi tranquillamente deridere da
pensosi scrittori moderati come Fabrizio Rondolino, lasciarsi accusare di
estremismo da ex picchiatori fascisti di ogni specie. Dovrei finalmente
ammettere che la legge sulle rogatorie è stata fatta unicamente per amore
di una giustizia più giusta (quante vittime ha fatto la frettolosità - sic
- dei nostri giudici, la mancanza dei dovuti timbri, l'eccessivo credito
dato ai documenti delle banche svizzere!); che il trasferimento del giudice
Brambilla tentato dal ministro Castelli era motivato dall'urgenza assoluta
di disporre di lui nel nuovo incarico; che l'abolizione della tassa sulle
eredità e donazioni di grandi patrimoni è stata decisa solo nell'interesse
della maggioranza degli italiani; che la legge sul rientro dei capitali
comunque esportati non favorisce le mafie e il narcotraffico, non
contribuisce a corrompere forse definitivamente l'economia italiana
mettendola nelle loro mani; che la legge sul conflitto di interessi, come
quella sul falso in bilancio, non è tagliata su misura per proteggere le
proprietà di Silvio Berlusconi; che l'approvazione di leggi simili da parte
di una maggioranza "bulgara" in assenza dell'opposizione non è un atto di
arroganza che fa presagire ben peggiori attentati alla Costituzione, come
la famigerata riforma della giustizia con l'assoggettamento della pubblica
accusa all'esecutivo. Infine, dovrei credere e far credere che l'abolizione
dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori creerà nuovi posti di lavoro
e non, invece, stroncherà definitivamente la libertà sindacale perché darà
a qualunque padrone, piccolo o grande, la libertà di licenziare su due
piedi, pagando una piccola ammenda, chiunque si azzardi a promuovere uno
sciopero, un dibattito, una semplice richiesta di chiarimenti in azienda.
Come al solito, non è chi ha perpetrato e si appresta a perpetrare simili
"riforme", non è il governo della caserma di Bolzaneto, il responsabile
della crescita di tensione nel Paese; siamo noi che abbiamo la
sfacciataggine di parlarne, del resto echeggiando solo quello che gran
parte dei giornali stranieri, anche i più moderati, anche di destra, vanno
scrivendo da anni. E saremmo noi che armiamo la mano dei (tempestivi)
terroristi, siamo noi che "vomitiamo" a Parigi le nostre ingiurie e accuse
infondate? Se si tratta di vomitare, francamente, preferiamo procurarci
qualche fotografia in grande formato delle tante facce di bronzo che ci
predicano la moderazione.

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