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Giro86
Tanto per abbaiare
Tanto per abbaiare - n.117
di riccardo orioles, 11 marzo
2002
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Stefano wrote:
< Salve, sono uno studente e mi chiamo Stefano.
Volevo porti un paio di
quesiti: se l'afghanistan fa comodo agli stati uniti
per via del prezzo
del petrolio agevolato e se gli stati uniti stessi
si sono schierati a
favore loro contro l'invasione Urss, perche' e'
successo il fatto
dell'undici settembre? Grazie mille! >
* * *
Caro Stefano,ti rispondo dopo sei mesi perche' erano
il minimo di cui
avevamo bisogno per capire che cos'era successo.
In Afganistan, per
esempio, alla fine non e' successo niente. C'era
un governo tribale
messo su dagli americani (i talebani) e ora c'e'
un altro governo
tribale messo su dagli americani. C'era Bin Laden
che preparava
attentati da qualche parte, e ora c'e' Bin Laden
che prepara attentati
da qualche altra parte. E' aumentato il controllo
americano sulle vie
del petrolio nella zona, ma prima o poi sarebbe
aumentato lo stesso
anche senza la guerra. Alcune donne, adesso, possono
andare in giro
senza burqa (e questa e' l'unica cosa buona che
e' venuta fuori da
tutta la faccenda) ma per la maggior parte di loro
la liberta' e'
ancora molto lontana. L'unica novita' e' costituita
da quelle migliaia
di persone morte sotto i B52 (il numero esatto non
lo sapremo mai), ma
non e' una gran novita': i poveri sono stati ammazzati
sempre, da
quelle parti del mondo, e qualche migliaio in piu'
o in meno, se non
c'e' la televisione, non fa differenza.
Tutto quello che e' stato ottenuto dagli americani
(controllo
strategico del petrolio, accordo con la Russia,
ecc.) in realta'
avrebbe potuto essere ottenuto, o era gia' loro,
senza guerra. Tutto
cio' che l'opinione pubblica chiedeva veramente
(cattura dei
terroristi, eliminazione di Bin Laden) non e' stato
ottenuto, e forse
non e' stato nemmeno cercato. Tutto cio' che l'opinione
pubblica non
percepiva ancora, ma che gli analisti politici individuavano
con
precisione (responsabilita' del Pakistan, importanza
dei traffici di
droga, ruolo del governo saudita) e' stato accuratamente
nascosto: i
generali pakistani sono stati protetti, i trafficanti
di droga sono
stati promossi ministri, il regime saudita e' stato
confermato alleato.
Eppure in realta' neanche questo, in fondo, conta.
Cio' che conta
veramente, e che fa di questi sei mesi una svolta
globale nella storia
del mondo, e' cio' che e' avvenuto *dentro* ciascuna
di quelle due o
trecento milioni di persone (maschi, adulti, occidentali,
bianchi) che
in realta' decidono - come opinione pubblica, o
con le istituzioni - le
sorti del pianeta.
Ciascuna di queste persone conta davvero: siamo
l'elite delle elites di
questo mondo, non masse di emigranti o straccioni
del terzo mondo. Dopo
millenni di evoluzione, dopo Platone, Cesare, Dante
Alighieri, Pele',
Napoleone, Mozart, Renoir, Brigitte Bardot, Shakespeare,
Leonardo,
finalmente l'Occidente ha prodotto il suo risultato
finale: te che te
ne stai spaparanzato davanti al televisore ruminando
patatine col
telecomando in mano (il presidente del mondo, non
a caso, ha rischiato
di passare alla storia esattamente cosi').
Gli antichi romani non avevano telecomandi, sondaggi
d'opinione e roba
del genere. Avevano un sistema molto piu' rudimentale
- pollice in
alto, pollice in giu'. Ma il sistema e' lo stesso.
In questi sei mesi -
i mesi del trauma - sentimenti contrastanti si sono
fronteggiati dentro
l'uomo col telecomando. Sentimenti buoni e cattivi,
umani e non. "La
cosa piu' impressionante era lo spirito della gente
che lavorava, il
senso di solidarieta' e amicizia. Le ore trascorse
in quel luogo - il
luogo e' le Due Torri - bruciano nella mia memoria
quasi come un'utopia
sul modo in cui affrontare sofferenze e disastri".
Ecco. Sentimenti di ingiustizia bruciante, di voglia
di vendetta, ma
anche di solidarieta', di interrogativi su se stessi
e sul mondo sono
rimasti in bilico per molto tempo. Ricordate la
foto di Bush accanto al
vecchio pompiere? Uno faceva politica, ma l'altro
era un eroe umano.
Per alcune settimane l'America ha avuto per eroe
il pompiere, l'uomo
che porta soccorso, non quello che uccide. Ma solo
per alcune
settimane. Delle due meta' della foto, una ha cominciato
a sbraitare
ordini, a fare la faccia del condottiero, a colorirsi.
L'altra e'
sbiadita in un sempre piu' sfocato bianco/nero.
* * *
Alla fine, l'uomo del telecomando ha sbadigliato,
s'e' sgranchito, ha
guardato lo schermo e ha steso il braccio in avanti:
pollice verso.
Neanche lui stesso ci ha fatto caso. Ma il momento
in cui tutto e'
cambiato e' stato questo. Da quel momento in poi,
nel nostro mondo
cambiato, la nuova normalita' progredisce a ritmi
infernali. Sono
normali gli annegamenti dei poveri, i bombardamenti
delle case, gli
assassinii (purche' "militari") di bambini.
Ieri noi vecchi ce ne
vergognavamo, li attribuivamo ai nemici oppure ai
dittatori-mostri,
agli Hitler. Oggi, per voi giovani sono quasi normali.
Per i vostri
figli, saranno normali del tutto.
Cosi', le idee degli anni trenta avranno la loro
rivincita. Gli
ideologi dei "necessari" massacri di massa
verranno visti come dei
precursori un po' naif ma sostanzialmente corretti.
Non verranno
riesumate le ideologie di quei tempi, le parole.
Ne verranno riadottati
- appena fuori dalla metropoli - i comportamenti.
Qualcuno, in questo mesi, ha riprovato a parlare
di "guerra di
civilta'" (Huntington). Si': ma non tra civilta'
differenti, bensi'
all'interno della nostra, fra l'artista e il lanzichenecco
che -
opposti ma complementari - la popolano da sempre.
* * *
Non so: qualcosa come la terza guerra punica. Una
guerra materialmente
del tutto inutile (Cartagine non era piu' un pericolo
per nessuno) ma,
psicologicamente, la piu' importante di tutte. La
guerra-punto di
svolta: prima della guerra c'erano ancora dei cittadini
romani, patrizi
e plebei in concorrenza fra loro, dopo la guerra
c'erano solo piu' dei
sudditi in attesa di un imperatore, che infatti
non tardo' moltissimo
ad essere prodotto.
(Cerco di esorcizzare quel che avviene adesso rifugiandomi
nelle
metafore dei miei amati antichi: i radical Scipioni
come Clinton, il
Delenda - ma gia' distrutta - Cartago come la guerra
al (seppellito)
communismo, ecc. Ma la verita' e' che ho paura:
forse si sta chiudendo
la parentesi democratica nella storia umana).
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Il bambino: "Di che marca e' quel cane?".
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Mi chiedo che cosa voglia dire "scrivere bene".
Io non vorrei "scrivere
bene" come canta bene Pavarotti. Piuttosto,
come cantavano le lavandaie
o i garzoni, al tempo in cui c'era ancora il popolo
italiano - un
piccolo popolo felice, e che cantava.
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Francesca (una volontaria del "progetto Go-El")
wrote:
< Gerusalemme, 6 marzo 2002. Ci stiamo abituando
al rumore degli spari,
delle bombe, degli F16, degli Apaches, ai linguaggi
militari, a contare
i morti, ai check, ai kamikaze... Andiamo a letto
con la testa stanca
e confusa piena di rumori sogni e parole strane...
Ci stiamo abituando
a convivere con la paura... ad essere bloccati dal
megafono della
polizia in una strada centrale di Gerusalemme (come
e' successo oggi)
che ci penetra nelle orecchie e nelle viscere "c'e'
una bomba", a
guardare il cielo come se fosse un war-film americano
(come sta
succedendo ora) con luci intermittenti e boati improvvisi
mentre chi ti
sta vicino ti dice "They're bombing" .
Come ci si puo' abituare a tutto questo? Ci si abitua,
ve lo assicuro,
perche' il senso del fluire della vita e' piu' forte
e riesci a ridere
parlare mangiare dormire anche in mezzo a tutto
cio'. Assuefazione.
Io so che tornero' presto in Italia e tutto questo
sfumera' sempre di
piu', ma non voglio non voglio dimenticare. Vorrei
che tutti voi che
leggete poteste essere qui per capire, mille letture
non valgono un
solo giorno vissuto qui, dove tutto si amplifica,
dove anche la gente
non parla che di guerra e non ti dice mai cosa ha
visto al cinema,
quando si innamora o robe di questo genere.
E quando TUTTI, israeliani o palestinesi che siano,
ti dicono "Solo
l'Europa puo' fare qualcosa" tu ti senti ancora
piu' uno schifo perche'
hai la netta percezione che la "tua" Europa
non fa proprio un bel
niente e ti senti uno schifo perche' sai che tornerai
nella tua comoda
casa e in qualche modo li stai ingannando anche
con la tua presenza qui
che li illude. >
Per contatti: fra@bbs.olografix.org,info@peacelink.it
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La rivoluzionaria
La sera, sotto il povero tetto
di casa,
cucinerai qualcosa, a gesti attenti, stanca
(La sera, quando i lividi sull'anima
riportano i ricordi a far vacillare il sorriso)
* * *
Dormono nel quartiere le case dei poveri attorno
Dorme la sposa bambina dorme la vecchia piegata
nei suoi dolori dormono i manovali
dorme coi pugni serrati il ragazzo di vita
Sotto il coltello dormono. Dormono i dimenticati
Tu sei con loro. Con impazienza strofini
una macchia sul tavolo, togli il tegame, prendi
il piatto dalla mensola, sorridi
da sola e sola cominci a mangiare.
* * *
La macchina-citta' macina ancora.
Ma la tua lampada resta, chiaro cerchio di luce
Illumina il tuo viso, il tuo letto, le cose
- te che ti spogli e il tuo corpo improvviso
e i dolcissimi seni e l'ombra lieve
che trema fra le reni combattive
Come sei inerme, nuda! Ma nessuno
per potente che sia potra' comprare
la liberta' che hai negli occhi: e lo sai
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o anche semplicemente
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-- Fa' girare.
"A che serve vivere, se non c'e' il coraggio
di lottare?" (Giuseppe
Fava)
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