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"Noi non sapremo mai la verità"

di rocco rossitto

La facoltà di Lingue e Letterature straniere di Catania inaugura il ciclo di lezioni su "Vie e tecniche della comunicazione" con una conversazione su "La comunicazione e le guerre" con un incontro che si è tenuto nell'aulamagna dell' ex monastero dei benedettini avente per ospite Giulietto Chiesa, giornalista e scrittore per La stampa e Il Manifesto.

Dopo una breve e efficace introduzione del preside Pioletti, ha preso la parola Giulietto Chiesa che ha parlato a braccio, coinvolgendo il pubblico in sala, emozionando e descrivendoci un panorama mondiale che è a dir poco allarmante.
L'intervento di Chiesa, farcito di numerosi esempi ha preso di mira il ruolo dell'informazione oggi e sopratutto il ruolo dell'informazione durante la guerra.
L'inizio è ha effetto come tutto ciò che dirà.
"Noi non sapremo mai la verità su ciò che è successo l'undici settembre, ma sicuramente sappiamo e possiamo dire che quella che ci hanno raccontato non è la verità."
"Voi forse siete giovani, ma anni fa ci fu una bomba, la bomba di piazza fontana.
Neanche dopo 24 ore da quella bomba si accusò Valpreda e le frange anarchiche per quell'attentato. Ora a distanza di anni, sappiamo che furono i servizi segreti deviati italiani e non solo, che fu la destra terrorista e non gli anarchici e non Valpreda che è stato in carcere per anni"

La sala segue in religioso silenzio quello che Chiesa ha da dire e bisognerebbe fare la trascrizione parola per parola per far capire l'importanza di ciò che è stato detto durante la conferenza.
Ritornando sul discorso dei media ci viene proposto un altro episodio che è doveroso raccontare.
"Tutti i giornali italiani ci dissero che Kabul era libera, che le donne levavano via il burka e che gli uomini si tagliavano la barba, niente di più falso è stato mai detto.
Sapete come è facile far levare un burka? Basta pagare dollari, ma appena spenta le telecamere il burka torna giù."
L'intervento continua, estremamente interessante pieno di episodi sulla falsità dei media su come Bin Laden sia il terzo demonio dopo Milosevic e Saddam Hussein e di come tutte queste tre guerre sono state delle guerre mediatiche, create ad uso e consumo dei media e a dimostrazione di ciò c'è la situazione Cecena che vede morire migliaia di vittime civili dagli armamenti militari russi e di cui la stampa non si interessa minimamente.
Molte cose che non vengono dette dalla stampa stanno accadendo, come ad esempio, ci dice Chiesa, l'istituzione di tribunali militari segreti da parte del governo statunitense, tribunali che possono processare in segreto prigionieri che non hanno il diritto di ricorrere in appello e non possono avere una giusta difesa.
L'intervento si chiude con un affermazione strappa applauso. "Io non credo che Bush- soprannominato da Chiesa Imperatore- rappresenti gli americani, così come Berlusconi non rappresenta gli italiani"
La sala applaude, ma non solo per questa battuta, ma per aver apprezzato le parole dette, parole e pensieri che circolano nei movimenti, tra i giovani, tra chi è convinto che un altro mondo è possibile, pensieri che fa piacere sentire dire da giornalisti e uomini di cultura come Giulietto Chiesa, parole e pensieri che vorremmo sentire dire dai nostri politici, almeno quelli di sinistra che però appoggiano oggi l'intervento in Afghanistan così come in passato hanno appoggiato quello in Jugoslavia.

Chiesa rispondendo alle domande degli studenti ci da chiarimenti su altre notizie false, come quella che circolò dopo l'unidici settembre, notizia che affermava che non c'erano state vittime israeliane nelle twin tower. Notizia falsa, ma fu strano che prima dell'undici settembre ci furono movimenti dei servizi segreti israeliani.
L'ultimo applauso è caloroso più del primo, l'uditorio è cosciente di aver ascoltato un ottimo giornalista che non ha peli sulla lingua e non solo dice ciò che pensa, ma che mette in guardia da tutto ciò che ci viene propinato dai mezzi di informazione.

L'incontro è finito, mi avvicino per complimentarmi e inaspettatamente il dott. Chiesa, si scusa per non aver potuto rispondere a molte mie domande, ma sorridendo mi dice che sicuramente il materiale da scrivere non mi sarebbe mancato.

L'intervista a Giulietto Chiesa

Il Progetto
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