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Giro85 / Movimento
Missili sui civili
di Patrizia Viglino - 11 febbraio 2002, da Granello di Sabbia, ATTAC - http://attac.org/

A un passo dalla strage, dallo sterminio, dai ricordi che non si
cancellano.
Si chiama Tel El Zatar una delle aree residenziali del campo profughi di
Jabalya dove si è scagliata la furia degli elicotteri e dei jet da
combattimento israeliani. Elicotteri Apache e jet F16 hanno sorvolato
la Striscia di Gaza in quel loro modo non equivoco, pronti per colpire, per
scagliarsi con odio su una folla terrorizzata che si ammassa per le
strade.
L'esperienza insegna che le abitazioni in questi casi non sono sicure.
Quarantotto ore di inferno per i profughi che vivono prigionieri a Gaza.
I boati delle esplosioni hanno terrorizzato la gente, molte persone sono
rimaste ferite e tantissime sotto shock. Non credo sia usuale
immaginarsi la sensazione fisica di trovarsi sotto i bombardamenti mentre si va al lavoro o a scuola o mentre si sta a casa a cucinare. A Gaza si combatte ogni giorno contro la fame, la disperazione ma sopratutto contro la paura. Mesi e mesi di avvisaglie. Tante volte la striscia di Gaza ha risuonato del rombo sordo delle bombe e dei sofisticatissimi missili anche durante il giorno. Ci sono stati mesi in cui ai palestinesi semplicemente non era concesso dormire per il continuo pericolo di attacchi e l'instancabile boato di fondo delle
esplosioni. E la paura, il terrore, l'orrore è cresciuto in questi mesi
in cui la morsa dell'occupazione militare, a Gaza come a Nablus o Tulkarem,
è diventata insopportabile. Adesso quello che era atteso con paura e
costernazione inizia a materializzarsi. Le micidiali armi da
combattimento che Israele oppone a una popolazione inerme e sotto assedio non saziano la fame di sangue del generale Sharon. Il campo profughi di Jabalya è stato colpito con diverse tornate di missili potentissimi. Gli obiettivi sono state due officine meccaniche (secondo gli israeliani obiettivi
militari!!!) e gli uffici della sicurezza palestinese tra cui un carcere e gli
uffici delle Nazioni Unite. Decine e decine i civili feriti, tra cui tre
giornalisti, e un bambino si 13 anni rimasto cieco nell'attacco alla
seconda officina che si trovava in una palazzina.
Colpire con armi micidiali e di sterminio una popolazione di profughi
non lascia dubbi sugli intenti degli esecutori. Lo sterminio del resto è
quanto una grande fetta della destra ultra ortodossa israeliana con la sua
oligarchia militare sta proponendo già da tempo, con diversi eufemismi
dell' azione: spostiamoli, rimuoviamoli, distruggiamoli, questi gli slogan più
in uso.
E lo sterminio nei campi palestinesi di Sabra e Chatila è quello che la
storia non ci ha ancora raccontato del tutto. Siamo in attesa di
tragiche verità e molto dolore per Israele. Non sappiamo se i pacifisti
israeliani che chiedono la fine dell'occupazione saranno pronti a guardare la
realtà
con gli occhi di un palestinese che è nato e cresciuto a Gaza, tra una
detenzione amministrativa e un altra, rinchiusi come bestie. Al di là
della recinzione, oltre il valico di Erez, non c'è altro che i vecchi villaggi
palestinesi, le terre espropriate nel 1948 dalla guerra di occupazione
dove ora vivono quegli stessi israeliani che guidano elicotteri apache e jet
F16 sulla folla di profughi, nell'area più affollata al mondo. Sarebbe più
comodo sterminarli tutti e magari uno di questi giorni Sharon farà
centro di nuovo e ne ucciderà tanti in un solo colpo, magari per qualche errore tecnico o di prospettiva. Ogni volta gli attacchi israeliani sui civili
palestinesi si spostano un poco oltre per testare le armi, le reazioni
internazionali, il valore delle leggi internazionali, dalla IV
Convenzione di Ginevra ai semplici e banali diritti umani. Il test finisce sempre
bene: tutti si dimenticano in uno o due giorni, qualche pacifista si lamenta e
Sharon continua la sua corsa. Un folle, un pazzo sanguinario che non
conosce altro linguaggio che quello delle armi di distruzione di massa. Qui
muore l' occidente, alle porte di un genocidio dilazionato che è già cominciato.
Qui si ferma il respiro di chi sa che 4 khalasnikov e qualche bomba
artigianale non possono essere paragonati alla più sofisticata tecnologia di guerra.
I palestinesi sanno che non potranno mai vincere contro l'esercito di
Israele-USA e non vogliono la guerra. Aspirano a quella cosa molto
semplice e necessaria che si chiama libertà da cui derivano dignità e futuro.
Ancora una volta qualche giornalista televisivo è riuscito a fare la cronaca
con tanto distacco e a precisare in tutta fretta che gli israeliani temono i
palestinesi e i loro razzi.... C'è solo da temere questo irresponsabile
silenzio.

Zoom 85
in questo numero:

"Un altro mondo è possibile":
speciale Girodivite su Porto Alegre

Girodivite scrive a Letizia Moratti...

Consigli per la dieta...
(in collaborazione con MacDonald's)
Rosso o blu: la riforma fiscale del governo...
Indymedia / Storia del coniglietto vibratore, di gaetano mangiameli
Micromega / Un referendum contro la legge sulle rogatorie. Come aderire.

Savoia Vittorio Emanuele, tessera P2 numero 1621...

Bologna / Il Forum Sociale nazionale: sì allo sciopero generale, di gaetano mangiameli.
Addio alla lira... ma siamo già europei?, di alessandro calleri
Le cifre del "villaggio globale"

[Kaoticamente] Avvistamenti
Un altro mondo è possibile... non in Italia: Scaloja, Sgarbi, Rai, i komunisti...
Accade... A Catania le associazioni sfrattate, Libera ha "finalità poco chiare", conviamo con la mafia...

[StopBus]
Voci catturate aspettando il bus, a cura di angelo l. pattavina
StopBus two

[Segnali di fumo]
a cura di Pina La Villa

[ZeroBook]
La banda dei (giro)brocchi (Coe)
Una stanza chiusa a chiave (Mishima)
Nick Horby narratore dei nostri giorni

[Kaoticamente]

[Risonanze]
Michael Gira
Visioni: Dazeroadieci (Ligabue)
Jimmy Grimble (Hay)

[Movimento]
L'attacco a Indymedia...
Parla la madre di Carlo Giuliani
Lo sciopero nazionale del 5 aprile.

[Catena di san Libero, di Riccardo Orioles]


Nel numero (84): "Rissi u surci: Rammi tempu ka ti perciu..."
Moratti Letizia... assente! Iniziativa di Girodivite: Fà una domanda alla Moratti.
Le immagini della manifestazione: Aspettando Letizia

Il quiz per i lettori di Girodivite: "Cosa c'è dietro?"
Il Vittorini: il giornale del liceo scientifico di Lentini
Cravatta dell'anno? Paolo Limiti. Moretti, Berluska, la rinascita della DC, piccoli Cucuzza crescono...
Alessandra Mussolini e la circoncisione, Dario Fo, le vignette di ElleKappa e Vauro...

Nel numero (83): "Fatti a nomina e vo' kukkiti"
No alla chiusura dell'Auro / le foto del sit-in, i documenti
Librino l'ombelico del mondo
Intervista a Bartolomeo Pirone: alla ricerca dell'Islam perduto.
Un carro armato per lavorare: a Catania Job-Sud 2002
"Gent.le vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini: Girodivite Le scrive..."
"Hai un'amico idraulico? Chiamalo subito!": un buon consiglio di Dario Fo & Franca Rame
[Humour] Upgrade...

Nel numero (82): Ku nun mancia, nun fa muddiki
Abbiamo le prove: Berlusconi ci ha scritto!
La satira sul web: Votantonio Previti e la Boccassini...
Come dovrebbe essere il "perfetto europeo"...
Storie di ordinaria immigrazione, di Alex Calleri
Catania / Più topi o più biblioteche?

Nel numero (81): "Nkoppu kabbanna nkoppu dabbanna..."
Festa di Lapis
speciale con foto, articoli ed interviste
Girodivite chiede a Ezio Mauro direttore di La Repubblica...
Gli insegnanti del Boggio Lera contro la Moratti e con gli studenti
Intervista a Babbo Natale
Il discorso all'umanità di Beppe Grillo

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