Giro85
/ Movimento La battaglia per la riduzione dei TIR
all'interno del Tunnel del Bianco di Giorgio Caniglia, ATTAC Valle d'Aosta,
da Granello di Sabbia, ATTAC - http://attac.org/ Qualche mese fa la Sicilia è
stata bloccata dallo sciopero dei padroncini dei tir, che
volevano riduzioni di benzina e incentivi per i loro trasporti
su gomma. Il centro-destra ha appoggiato la loro protesta
(mentre il centro-sinistra è rimasto senza voce).
Questo documento ci dice come invece in altre parti d'Italia
il movimento sia capace di altre risposte e idee sul problema
vitale dei trasporti e della vita nelle città.
Nell'Anno internazionale della Montagna
il governo italiano e francese
intendono proseguire una politica dei trasporti pericolosa
e suicida; le
persone morte nel tunnel del M. Bianco il 23 marzo 1999,
nel tunnel dei
Tauri (Austria) e al Gottardo(Svizzera) nel 2001 non sono
servite a far
trasferire dal trasporto su gomma a quello su rotaie nemmeno
un
chilogrammo delle merci che transitano dall'arco alpino.
Oltre alle disgrazie sopraccitate, il trasporto merci su
TIR inquina e
degrada un ambiente alpino che va salvaguardato dal punto
di vista
naturalistico, culturale e delle risorse umane che rappresenta.
Da molti anni iniziative sono state assunte dalle popolazioni
locali
nonché da Enti Pubblici, Associazioni, Partiti e
Movimenti per salvaguardare e
tutelare la loro economia basata sull'agricoltura, turismo
e artigianato
nonché risorse fondamentali quali l'acqua; negli
ultimi tempi vi sono
state anche manifestazioni internazionali: quella del 6
ottobre 2001 - a cui
il Direttivo provvisorio di ATTAC Italia aveva dato l'adesione
- alla
Maurienne (versante francese del Frejus) e quella del 4
gennaio 2002 a Courmayeur.
Ora si sta organizzando quella che si terrà a Courmayeur
il 23 marzo
prossimo in occasione del 3°anniversario del rogo del
Tunnel. In questa occasione verrà messa in evidenza
la necessità di tutelare il Monte Bianco e l'arco
alpino considerato da tutti di inestimabile valore e patrimonio
mondiale
dell'intera umanità.
Queste iniziative sono fortemente simboliche: vincere al
Monte Bianco
per vincere in tutto l'arco alpino e fare sì che:
le politiche dei trasporti
nazionali e europee cambino radicalmente sino a trasferire
totalmente il
transito delle merci attraverso l'arco alpino dalla gomma
alla rotaia;
si blocchino le politiche di delocalizzazione e si facciano
pagare al
trasporto su gomma i reali costi di inquinamento, di degrado
e di danno alla
salute delle popolazioni.
L'odierno dibattito sulla riapertura del Tunnel del Bianco
deve essere
visto come un conflitto su un bene pubblico transfrontaliero:
il massiccio del
Bianco e i suoi territori. Un conflitto sulla gestione di
tale bene,
ossia su chi ne deve decidere e in base a quali criteri.
Le popolazioni del massiccio del Bianco, appoggiate dalla
società civile
locale e globale, tentano di opporsi alle aziende gestrici
del Tunnel e
della rete autostradale collegata (Società Autostrade
Valdostane
controllata dalla multinazionale Benetton), fiancheggiate
a loro volta dalle
istituzioni statali (i governi francese e italiano) e sopranazionali
(UE).
Il nostro ruolo, come ATTAC, in questo conflitto può,
naturalmente,
essere uno solo: il pieno sostegno ad ogni campagna pubblica
che abbia come obiettivo una radicale trasformazione delle
attuali politiche dei
trasporti in Europa e nel mondo.
Uno dei dogmi del processo di globalizzazione neoliberista
è la libera
circolazione delle merci, dovuta all'attuale divisione mondiale
del
lavoro.
Le merci, sempre più frequentemente, vengono fabbricate
in paesi del Sud
del mondo dove la manodopera é meno cara e i diritti
dei lavoratori non
vengono rispettati. Quel che si produce nel Sud del mondo
dovrà però essere
trasportato nel Nord per essere venduto; e ciò crea
importanti problemi
ambientali e sociali.
Al fine di contribuire al dibattito oggi sviluppatosi sulla
problematica
dei trasporti, vogliamo sottolineare che il tema dei trasporti
non può
essere affrontato solo ad un livello locale. Non solo per
ragioni di
solidarietà con le altre popolazioni dell'arco alpino,
ma perché si tratta di una
problematica complessa che trova le sue radici nel globale.
Alla base di questo problema stanno, infatti, i nostri modelli
di
produzione e di consumo, orientati ad un produttivismo e
consumismo sempre più irrazionale.
Per questi motivi sosteniamo una politica di: o potenziamento
del trasporto combinato rotaia-gomma, con l'obiettivo di
giungere in tempi brevi ad un riequilibrio del trasporto
merci a favore della rotaia; o rivalutazione degli scambi
economici regionali e promozione di circuiti corti di distribuzione,
soprattutto nel campo alimentare.
In particolare appoggiamo la proposta di introduzione, sull'esempio
svizzero, di una Redevance sur le trafic des poids - lourds
liée aux
prestations (RPLP). Si tratta di far pagare ai trasporti
pesanti un
pedaggio su ogni strada percorsa sulla base di: peso e volume
di immissioni, km percorsi. I proventi di questa imposta
dovrebbero essere destinati, come
in Svizzera, al rinnovamento e alla modernizzazione delle
infrastrutture
ferroviarie e a compensare, almeno in parte, gli svantaggi
subiti dalle
popolazioni e dai territori attraversati dai TIR.
Come si vede, l'obiettivo non è solo quello di criticare
l'attuale
sistema dei trasporti, ma di mettere in discussione l'organizzazione
internazionale della produzione e dei consumi delle merci.
Senza una sensibile diminuzione delle merci trasportate,
anche il più
innovativo piano dei trasporti risulterebbe solo una soluzione
temporanea.
Il 30% delle merci trasportate su strada attraverso le Alpi
sono
alimenti e prodotti agricoli. Lo stesso TIR all'origine
della tragedia del Bianco
trasportava margarina e farina dal Belgio verso l'Italia.
E' ora di dire
basta ad un sistema che porta a trasportare per migliaia
di Km merci che
potrebbero essere prodotte in ciascuna regione d'Europa.
Oggi, lottare contro il ritorno dei TIR nel Tunnel del Bianco
significa
lottare per un diverso sistema di trasporto - e quindi di
produzione -
delle merci, in tutto il mondo.
La battaglia per la riduzione del traffico pesante all'interno
del
Tunnel del Bianco sarà il nostro granello di sabbia
nella megamacchina della
globalizzazione neoliberista.