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Giro85 / Zoom
Savoia Vittorio Emanuele, tessera P2 numero 1621
a cura di it.geocities.com/webtopaia

Non ci vorrà molto e Vittorio Emanuele di Savoia, e il figlio Emanuele Filiberto, rimetteranno i piedi in Italia. Dopo più di cinquant'anni d'esilio forzato (una norma della Costituzione impedisce agli eredi maschi degli ex reali di vivere nel Bel Paese), il Parlamento si appresta a staccare il biglietto d'ingresso per il ritorno in patria della dinastia che ebbe il merito di unificare l'Italia, la vergogna di aprire le porte al Fascismo, la codardia di firmare le legge razziali, la tracotanza di non accettare la Repubblica per decenni. Dopo il primo voto favorevole al loro ritorno - il sì del Senato - Vittorio Emanuele ha strizzato gli occhi, elargito un sorriso e dichiarato che quando tornerà in Italia non farà politica, che non si metterà alla testa dei monarchici, ma che gli piacerebbe occuparsi di commercio, magari rappresentando il made in Italy all'estero.

Nulla di nuovo, in realtà. Perché il re senza trono è uomo d'affari da sempre. E da sempre allaccia alleanze al limite della legalità in mezzo mondo. Stringendo patti di ferro con mercanti d'armi, massoni, aristocratici e lobby internazionali. Durante gli anni Settanta Vittorio Emanuele vende armi in Iran, che allora (non è stata ancora instaurata la teocrazia khomeinista) manteneva l'antico nome di Persia. Dello Scià Reza Pahlevi, Vittorio Emanule è amico di famiglia e a lui vende gli elicotteri da guerra costruiti da un altro amico, il conte Corrado Agusta, marito di Francesca Vacca morta misteriosamente in Liguria l'anno scorso. Elicotteri, armi e munizioni finiscono a Teheran, ma c'è il sospetto che da lì siano passati nelle mani del re di Giordania, ai palestinesi, in Sudafrica, Singapore, Taiwan, Malesia. Due inchieste della magistratura non riuscirono però a ricostruire le tracce di tali passaggi.

È invece certo che Vittorio Emanuele aveva un posto nell'elenco degli associati alla loggia massonica retta da Licio Gelli. Nella P2 l'erede dei Savoia s'iscrisse più di vent'anni fa. Nel 1982 gli investigatori trovarono il suo nome in un elenco: alla lettera S si leggeva "Savoia Vittorio Emanuele, numero tessera 1621". Ed è tra i massoni che Vittorio Emanuele stringe legami importanti, che entra in contatto con uomini dei servizi segreti italiani e americani, che conosce imprenditori legati a importanti uomini politici. Il faccendiere Silvano Larini, per esempio, che Vittorio Emanule conosce all'isola di Cavallo, in Corsica. Larini, amico di Silvio Berlusconi e cassiere dei conti segreti di Bettino Craxi, si mette in affari con Vittorio Emanuele per fare dell'isola dove passano le vacanze un posto esclusivo per aristocratici e personaggi della "Milano da bere".

Mani Pulite è ancora lontana da venire e negli anni del craxismo l'erede al trono di Savoia si fa spazio per rimpinguare il suo patrimonio, beneficiando del favore di chi in quel momento comanda l'Italia. E non è un caso che l'industria d'armi Augusta in quegli anni passa sotto il controllo del Ministero delle Partecipazioni statali guidato da un manager dell'entourage socialista. E ricordiamo che fino a quando quella norma della Costituzione non verrà cancellata, gli eredi Savoia non possono partecipare agli utili che aziende pubbliche riscuotono. Di fatto, Vittorio Emanuele ufficialmente ha sempre fatto soltanto il mediatore, tentano intermediazioni per società controllate dallo Stato. Ma nulla d'irregolare è mai emerso.

In tribunale comunque c'era finito nell'agosto del 1987. Davanti ai giudici francesi Vittorio Emanuele fu costretto a raccontare perché aveva una pistola e perché da quella scappò un proiettile che uccise un ignaro velista tedesco. Un litigio ad alto contenuto alcolico con una terza persona era infatti degenerato, facendo accidentalmente partire un colpo mortale. Il principe prese una condanna a sei mesi di carcere (con la condizionale) per porto abusivo d'armi; il tedesco rimasto ucciso venne seppellito senza che la giustizia riconoscesse in Vittorio Emanule l'omicida. Un incidente che non frenò comunque i buoni rapporti che l'erede dei Savoia continuò a tessere con quelli che contavano, all'estero come in Italia.

Finiti gli anni d'oro del Psi, scoperchiata Tangentopoli, Vittorio Emanuele mostra benevolenza nei confronti di un altro suo amico ed ex compagno della P2, Silvio Berlusconi. È un buon manager, può rimettere in sesto i conti economici italiani, dice di lui nel '94. Come? Cancellando lo Statuto dei Lavoratori, risponde Vittorio Emanuele. Apprezzamenti profetici, verrebbe da dire. Perché dopo otto anni, un ministro di Berlusconi sta pensando di tradurre in legge il licenziamento facile (spazzando via una dei pilastri di quello Statuto), mentre l'intero Governo ha aperto le porte di casa nostra a un nobil uomo bravo a tagliare la corda e a far perdere le proprie tracce.

Zoom 85
in questo numero:

"Un altro mondo è possibile":
speciale Girodivite su Porto Alegre

Girodivite scrive a Letizia Moratti...

Consigli per la dieta...
(in collaborazione con MacDonald's)
Rosso o blu: la riforma fiscale del governo...
Indymedia / Storia del coniglietto vibratore, di gaetano mangiameli
Micromega / Un referendum contro la legge sulle rogatorie. Come aderire.

Savoia Vittorio Emanuele, tessera P2 numero 1621...

Bologna / Il Forum Sociale nazionale: sì allo sciopero generale, di gaetano mangiameli.
Addio alla lira... ma siamo già europei?, di alessandro calleri
Le cifre del "villaggio globale"

[Kaoticamente] Avvistamenti
Un altro mondo è possibile... non in Italia: Scaloja, Sgarbi, Rai, i komunisti...
Accade... A Catania le associazioni sfrattate, Libera ha "finalità poco chiare", conviamo con la mafia...

[StopBus]
Voci catturate aspettando il bus, a cura di angelo l. pattavina
StopBus two

[Segnali di fumo]
a cura di Pina La Villa

[ZeroBook]
La banda dei (giro)brocchi (Coe)
Una stanza chiusa a chiave (Mishima)
Nick Horby narratore dei nostri giorni

[Kaoticamente]

[Risonanze]
Michael Gira
Visioni: Dazeroadieci (Ligabue)
Jimmy Grimble (Hay)

[Movimento]
L'attacco a Indymedia...
Parla la madre di Carlo Giuliani
Lo sciopero nazionale del 5 aprile.

[Catena di san Libero, di Riccardo Orioles]


Nel numero (84): "Rissi u surci: Rammi tempu ka ti perciu..."
Moratti Letizia... assente! Iniziativa di Girodivite: Fà una domanda alla Moratti.
Le immagini della manifestazione: Aspettando Letizia

Il quiz per i lettori di Girodivite: "Cosa c'è dietro?"
Il Vittorini: il giornale del liceo scientifico di Lentini
Cravatta dell'anno? Paolo Limiti. Moretti, Berluska, la rinascita della DC, piccoli Cucuzza crescono...
Alessandra Mussolini e la circoncisione, Dario Fo, le vignette di ElleKappa e Vauro...

Nel numero (83): "Fatti a nomina e vo' kukkiti"
No alla chiusura dell'Auro / le foto del sit-in, i documenti
Librino l'ombelico del mondo
Intervista a Bartolomeo Pirone: alla ricerca dell'Islam perduto.
Un carro armato per lavorare: a Catania Job-Sud 2002
"Gent.le vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini: Girodivite Le scrive..."
"Hai un'amico idraulico? Chiamalo subito!": un buon consiglio di Dario Fo & Franca Rame
[Humour] Upgrade...

Nel numero (82): Ku nun mancia, nun fa muddiki
Abbiamo le prove: Berlusconi ci ha scritto!
La satira sul web: Votantonio Previti e la Boccassini...
Come dovrebbe essere il "perfetto europeo"...
Storie di ordinaria immigrazione, di Alex Calleri
Catania / Più topi o più biblioteche?

Nel numero (81): "Nkoppu kabbanna nkoppu dabbanna..."
Festa di Lapis
speciale con foto, articoli ed interviste
Girodivite chiede a Ezio Mauro direttore di La Repubblica...
Gli insegnanti del Boggio Lera contro la Moratti e con gli studenti
Intervista a Babbo Natale
Il discorso all'umanità di Beppe Grillo

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