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Giro85 / Risonanze
Dazeroadieci: sette più
di sergej

"Da zero a dieci" di Luciano Ligabue. Ligabue è tra i migliori cantautori rock italiani, e già un paio di anni fa aveva fatto un film decisamente buono, "Radio Freccia". All'epoca aveva promesso: niente più film, fare film non è il mio mestiere. Invece ne ha fatto un altro. Poteva essere un flop, i secondi film di solito sono sempre una caduta, invece il film regge abbastanza bene. Non un film eccezionale, ma un buon B-movie, diretto e interpretato molto bene (Ligabue per fortuna ci risparmia la sua presenza di star, dà spazio ad attori e personaggi).

Un gruppo di 35enni torna a Rimini dopo che c'era stato vent'anni prima. La veridicità e semplicità dei personaggi, ingenui, patetici, riscattati dalla sanguignità carezzevole emiliana stempera i toni da "Grande freddo" di provincia della pellicola. I quattro protagonisti hanno cinque giorni per godere il loro "grande giorno", e Libero - indimenticabile protagonista delle vicenda - organizza per ognuno di loro un giorno di trionfo (=il giorno del "compleanno"). Così il bluesman emiliano può suonare davanti a un pubblico vero, il gay sfila travestito su un carro trainato da cavalli bianchi per le vie superaffollate di Rimini, l'operaio Baygon che vanta il proprio machismo ha la sua serata con quattro donne, Libero si spoglia e corre nudo per la via principale di Rimini. Nella seconda parte del film alcuni dei nodi della storia vengono alla luce: il perché vent'anni prima il gruppetto era improvvisamente sparito piantando le ragazze che avevano conosciuto quella volta. Il loro amico Mirco morto alla stazione di Bologna, sabato 2 agosto: perché chi mise quella bomba sapeva che la stazione quel giorno era strapiena, con tutta la gente che si spostava per andare proprio a Rimini.

Ecco che improvvisamente il film assume un'altra dimensione e spessore, e il motivo gratuito del ritorno di questi "ragazzi / peter pan" acquista motivo, spessore, significato laceranti. Ed è la lacerazione profonda, che non può essere dimenticata, di ciò che i fascisti hanno fatto alla nostra gente. Un tema, questo, che poteva essere narrato in maniera goffa, retorica, qualunquistica, e che invece Ligabue riesce a toccare in maniera sobria e senza cadute di stile. Tra le migliori scene del film: i personaggi seduti nella piazza di San Marco di una Venezia in miniatura a Rimini, che dicono in poche parole chi sono e quali sono le cose migliori della propria vita, dando un voto a se stessi. La ragazza lesbica che dice di quando ha picchiato suo padre e ne ha conquistato il rispetto, la rossa che dice del proprio cancro e di come questo abbia dato una svolta positiva alla propria vita, per Libero il sogno che la politica potesse cambiare il mondo e renderlo migliore. Libero è la vittima sacrificale di questo film, destinato a morire per permettere agli altri di sopravvivere e dare una maturazione alla propria vita. Anche qui un "beau geste", la morte in corsa alla guida di una macchina. La provincia italica che concentra tutta se stessa nell'unicità di quel beau geste vagheggiato quale atto luminoso e decisivo, che fissi la propria esistenza una volta per tutte.
Chi ha ragione, Libero che decide di fermare la propria esistenza, o Giove a cui è concesso di continuare questa esistenza fino in fondo? Il film dà diritto di cittadinanza a entrambi - è una delle virtù di questo film "politicamente corretto" (anche se non eccessivamente sdolcinato).

Pensare oggi che le diversità abbiano diritto di cittadinanza nella ricchezza collettiva è un pensiero eversivo, e il film di Ligabue - in cui tutto sembra di prammatica: i quattro con i loro soprannomi, le crisi della mezz'età, persino la voglia di vivere e di trovare un senso nella propria mediocrità - sa essere anche questo nelle sue vesti apparentemente marginali, "minori", nelle sue cadenze dialettali della provincia modenese.

Zoom 85
in questo numero:

"Un altro mondo è possibile":
speciale Girodivite su Porto Alegre

Girodivite scrive a Letizia Moratti...

Consigli per la dieta...
(in collaborazione con MacDonald's)
Rosso o blu: la riforma fiscale del governo...
Indymedia / Storia del coniglietto vibratore, di gaetano mangiameli
Micromega / Un referendum contro la legge sulle rogatorie. Come aderire.

Savoia Vittorio Emanuele, tessera P2 numero 1621...

Bologna / Il Forum Sociale nazionale: sì allo sciopero generale, di gaetano mangiameli.
Addio alla lira... ma siamo già europei?, di alessandro calleri
Le cifre del "villaggio globale"

[Kaoticamente] Avvistamenti
Un altro mondo è possibile... non in Italia: Scaloja, Sgarbi, Rai, i komunisti...
Accade... A Catania le associazioni sfrattate, Libera ha "finalità poco chiare", conviamo con la mafia...

[StopBus]
Voci catturate aspettando il bus, a cura di angelo l. pattavina
StopBus two

[Segnali di fumo]
a cura di Pina La Villa

[ZeroBook]
La banda dei (giro)brocchi (Coe)
Una stanza chiusa a chiave (Mishima)
Nick Horby narratore dei nostri giorni

[Kaoticamente]

[Risonanze]
Michael Gira
Visioni: Dazeroadieci (Ligabue)
Jimmy Grimble (Hay)

[Movimento]
L'attacco a Indymedia...
Parla la madre di Carlo Giuliani
Lo sciopero nazionale del 5 aprile.

[Catena di san Libero, di Riccardo Orioles]


Nel numero (84): "Rissi u surci: Rammi tempu ka ti perciu..."
Moratti Letizia... assente! Iniziativa di Girodivite: Fà una domanda alla Moratti.
Le immagini della manifestazione: Aspettando Letizia

Il quiz per i lettori di Girodivite: "Cosa c'è dietro?"
Il Vittorini: il giornale del liceo scientifico di Lentini
Cravatta dell'anno? Paolo Limiti. Moretti, Berluska, la rinascita della DC, piccoli Cucuzza crescono...
Alessandra Mussolini e la circoncisione, Dario Fo, le vignette di ElleKappa e Vauro...

Nel numero (83): "Fatti a nomina e vo' kukkiti"
No alla chiusura dell'Auro / le foto del sit-in, i documenti
Librino l'ombelico del mondo
Intervista a Bartolomeo Pirone: alla ricerca dell'Islam perduto.
Un carro armato per lavorare: a Catania Job-Sud 2002
"Gent.le vicepresidente del Consiglio Gianfranco Fini: Girodivite Le scrive..."
"Hai un'amico idraulico? Chiamalo subito!": un buon consiglio di Dario Fo & Franca Rame
[Humour] Upgrade...

Nel numero (82): Ku nun mancia, nun fa muddiki
Abbiamo le prove: Berlusconi ci ha scritto!
La satira sul web: Votantonio Previti e la Boccassini...
Come dovrebbe essere il "perfetto europeo"...
Storie di ordinaria immigrazione, di Alex Calleri
Catania / Più topi o più biblioteche?

Nel numero (81): "Nkoppu kabbanna nkoppu dabbanna..."
Festa di Lapis
speciale con foto, articoli ed interviste
Girodivite chiede a Ezio Mauro direttore di La Repubblica...
Gli insegnanti del Boggio Lera contro la Moratti e con gli studenti
Intervista a Babbo Natale
Il discorso all'umanità di Beppe Grillo

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