Giro83
/ Movimento Una giornata di civiltà per
il diritto al futuro
All'attenzione di quanti rimangono a Catania
il prossimo sabato 19
gennaio e non vanno a Roma, come gli altri fortunati turisti
del
movimento, per protestare contro l'ennesima legge liberal-fascista
del
governo italiano.
SABATO 19 GENNAIO 2002
UNA GIORNATA DI CIVILTÀ PER IL DIRITTO AL FUTURO
Gli immigrati sono persone: difendiamo i
loro diritti
diciamo NO al disegno di legge Bossi-Fini contro gli immigrati
MANIFESTAZIONE CITTADINA
Piazza Stesicoro h. 17.30
In adesione alla contemporanea manifestazione nazionale,
promuovono:
Chiesa Evangelica Battista, Millemondi, Centro Astalli di
Catania,
C.O.P.E., Manitese, Parrocchia S. Pietro e Paolo, Centro
Iqbal Masih,
GAPA, l'Erroneo.
Sopprusi, prostituzione, clandestinità
e vita di stenti sono pane
quotidiano delle nostre strade.
A Catania gli immigrati, non diversamente da altrove, dormono
in
capanne di cartone, in case senza finestre, negli scantinati.
Nuotiamo tra schiere di ragazzi africani che spesso non
hanno più di
venti anni e sono costretti dal loro "status"
di immigrati senza
permesso di soggiorno a vendere occhiali e cd, con il terrore
negli
occhi ogni volta che un pingue vigile urbano o uno zelante
agente di
finanza decide che è l'ora di fare pesare l'autorità
conferitagli
dall'avere una divisa, una pistola, e di essere un bravo,
cattolico,
bianco.
A Catania, sappiamo tutti, uno dei lati più
perversi dello
sfruttamento della carne nera è legato a un quartiere,
San Berillo,
conteso da tutte le mafie, locali e globali, che fanno affari
col
mattone come con le vite (intime) delle donne e dei venditori
ambulanti. Schiavitù che si protraggono, in forme
poco mutate, e che
poco abbiamo imparato ad affrontare, al di là di
quelli che sono i
singoli, comunque importanti, gesti personali di solidarietà.
Crediamo che nessuno di noi voglia ripetere
il disumano errore di
ignorare che l'emarginazione e l'oblio fomentano l'odio,
producono e
rafforzano le mafie, creano crepe sociali che si protraggono
per
decenni e più, oltre ad annichilire le singole vite,
condannate a
divenire e restare pedine di interessi e poteri che ci opprimono
tutti.
Quali siano questi interessi lo sappiamo, sappiamo chi ha
da
guadagnare dallo sfruttamento del lavoro in nero, dalle
frontiere
chiuse a convenienza, e dobbiamo ricordarcelo e ricordarlo
agli altri
noi che siamo, non solo geograficamente, sud, terra di conquista,
più
fortunata di altre ma culturalmente vicina ad un mondo che
poco a che
vedere con i palloni gonfiati delle banche europee e con
il mercato
americanamente inteso.
Speriamo nell'adesione di tutti per quel giorno, grazie.
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l'Erroneo
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