Giro83
/ Zoom 27 gennaio, il Giorno della Memoria
Corta Per non dimenticare Auschwitz e gli altri
orrori mondiali a cura di Angelo Luca Pattavina
"La Repubblica italiana riconosce il
giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di
Auschwitz, Giorno della Memoria, al fine di ricordare la
Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali,
la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani
che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la
morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti
diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e, a rischio
della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto
i perseguitati".
L'Italia ricorda, ha bisogno di ricordare,
ha bisogno di guardare indietro e non dimenticare gli orrori
che ha subito, che ha permesso che gli fossero inflitti.
Ricordare per non dimenticare, ma ricordare soprattutto
per non sbagliare ancora.
Ci sono ricordi che il mondo non vorrebbe avere ma sono
così pesanti che il tempo non può far altro
che rendere indelebili. Drammi di un passato più
o meno recente, ma anche tragedie di questo presente attuale;
da Berlino a Gerusalemme, da New York a Kabul, da Hiroshima
a Mogadiscio, il carico della memoria ogni giorno diventa
sempre più insopportabile.
Ricordare è sicuramente d'obbligo, ma la memoria
da sola serve a poco. C'è bisogno soprattutto di
vivere questo presente, con l'impegno assoluto di costruire
un futuro in cui non ci sia un giorno "speciale"
che serva a ricordarci un orrore assurdo del passato. Quel
passato potrebbe essere oggi, quindi dovremmo smettere sin
da adesso di scrivere pagine nere di (in)evitabili tragedie
mondiali.
Ricordiamo la shoah, ricordiamo quello sterminio insensato
di ebrei, di zingari, di handicappati, di omosessuali, colpevoli
solo di 'inquinare' quella razza pura che non ha senso di
esistere in un mondo che ha bisogno di varietà e
diversità. Ma non dimentichiamo che ci sono orrori
che ci circondano quotidianamente, dai più recenti
intenti di pulizia etnica da parte di alcuni paesi dell'ex-Jugoslavia
all'infinita ed assurda pretesa di supremazia del popolo
ebraico su quello palestinese, dagli scontri pseudo-religiosi
tra cattolici e protestanti nell'Irlanda del Nord ai più
quotidiani tentativi di discriminazione razziale che riguardano
anche il nostro civile paese.
Di quanto tempo si ha bisogno per realizzare che certe problematiche
hanno bisogno di interventi comuni e di soluzioni immediate?
Le risposte purtroppo le attendiamo sempre dai "signori
della guerra".