si avvicina il 2002 e il primo compleanno
di école nuova serie, quella edita dall'Associazione
Idee per l'educazione. Ed è tempo di campagna abbonamenti.
Una campagna abbonamenti postale per noi è troppo
costosa e pensiamo anche un po' inutile (ci sembrerebbe
strano che qualcuno si abbonasse a una rivista senza averla
mai vista e non abbiamo i mezzi per spedire, come vorremmo,
10.000 copie di école, perché non abbiamo
arretrati sufficienti e
perché non siamo in grado di stampare 10.000 copie
del numero di gennaio
2002).
Allora abbiamo pensato a una campagna abbonamenti
(anzi a una c ompagna abbonamenti) fatta via e-mail anche
da te.
Di seguito trovi una lettera con l'invito
ad abbonarsi e a riabbonarsi, ti
prego di inoltrarla ad amici e conoscenti (premettendo,
se lo credi utile un
tuo messaggio), moltiplicando così nostri contatti.
Grazie. Auguri di un 2002 migliore dell'anno
che si sta concludendo.
Quante lettere avete ricevuto che vi chiedono
soldi e mirano alla vostra
tredicesima? Fondazioni, giornali, riviste, beneficenze
e via e via.
... Ecco ora ci siamo anche noi (inutile
girare intorno al problema).
Noi vi chiediamo 30 euro (58.088 lire) per
far vivere e irrobustire un po
questa rivista, école, che sembra francese e invece
è italiana (anche se per
certi versi di unaltra Italia), nata, anzi rinata
lanno scorso in una
nuova veste e in una splendida quasi miracolosa povertà:
senza una lira di
pubblicità né un qualche editore. Addirittura
senza un abbonato. Abbiamo
ricominciato daccapo in gennaio, infatti, e tutto sommato
ce labbiamo fatta
piuttosto bene, superando i nostri obiettivi "di pareggio"
del 2001 vero
che i costi erano ridotti ai confini della realtà
e il pareggio si fonda su
una quantità enorme di lavoro assolutamente gratuito.
Personali banche del
tempo ci hanno finanziato. E abbiamo praticato leconomia
del dono. Comunque
ce labbiamo fatta e siamo felici.
Il gruppo che ha fatto la rivista è
stato infatti tenuto insieme da una
buffa imprenditoria degli affetti: in fondo ci dispiaceva
lasciarci alla
fine del 2000 (quando lassociazione editrice ha deciso
di fare unaltra
cosa) e ci piaceva anche il lavoro che avevamo fatto fin
lì. Allora abbiamo
deciso di continuare école e ricominciare daccapo:
una vera impresa ,
appunto. Naturalmente gli affetti sono politica e sapere:
la nostra storia
di lavoro comune, la nostra lettura della scuola e del fuori
scuola, della
formazione nel senso più largo della parola, della
società e del lavoro, in
quello che ormai anche il documento Bertagna chiama il postfordismo
(per poi
riproporre il modello dellavviamento professionale
precoce: sono nefasti
certi corsi daggiornamento).
Siamo stati tenuti insieme dallessere
(alcuni e alcune di noi) insegnanti,
con un mare di problemi (anche economici) in quanto tali,
ma anche forse con
qualche discreta gioia, felicità nascoste, nel bene
e nel male una passione
per quello spazio intellettuale ed emozionale, ogni tanto
emozionante, in
cui sincontrano generi e generazioni diverse e si
pongono domande,
generative di sapere, nella ricerca di risposte. Una passione
comune anche a
chi è uscito dalla scuola o si occupa delleducazione
che gira intorno, come
una musica. Forse è a partire da questa passione
che leggiamo scuola e
formazione come irriducibili allo schema di efficiente organizzazione
aziendale, più educazione ai grandi valori della
famiglia e della religione,
più ossessione di voti monitoraggi standard certificazioni
al quale vorrebbe
ridurle la destra. Ma dal quale era tuttaltro che
immune la sinistra.
Siamo stati tenuti insieme forse anche dallessere
alcuni e alcune di
"sinistra" e altri altre pure: dunque con differenze
tali che non abbiamo
mai corso il rischio di annoiarci. Non ci siamo persi in
questi anni (pur
essendo di sinistra, il che ha di nuovo del miracoloso)
non per
unequilibrata piattaforma, una linea o la capacità
di mediazione, ma per un
desiderio : nel grande disastro di questi tempi di miseria
politica
istituzionale e di guerra, il desiderio di avere una casa
comune, un luogo
politico intimo (anche nei conflitti); uno spazio di discorsi
e relazioni in
mezzo a tante bombe su deserti di città e di parole.
Morte celebrata come
vittoria.
Siamo stati tenuti insieme dallessere
(proprio tutti questa volta) uomini e
donne, più meno consapevoli delle differenze di storie
occhi e sguardi, e
con una certa disposizione a partire, o almeno a dare un
po di spazio, a
quella originale parzialità : scomoda a volte per
tutte le domande, le
letture e le riletture che chiede, ma insomma capace anche
di offrire una
possibile, viva, rifondazione del mondo. Liberatoria forse
anche per gli
uomini almeno per quelli felicemente un po
in crisi.
Insomma vi chiediamo di fare o rinnovare
labbonamento che vi darà diritto
a cinque numeri della rivista bimestrale, a quattro lettere
di école e a un
cd tipo annuario di dicembre.
Non possiamo fare una vera campagna abbonamenti
"commerciale". Un po perché
non ne abbiamo le risorse economiche, un po perché
queste cose non cè
praticamente nessuno di noi che le sappia davvero fare (e
credo che manchi
anche il desiderio dimparare). Allora un po
spudoratamente chiediamo a
voi, eroici abbonati che già ci conoscete da un po
di tempo, di farla
insieme a noi questa c ompagna abbonamenti , nellunica
maniera in cui
sappiamo (forse) farla: con le relazioni che abbiamo costruito
e possiamo
costruire, con i rapporti personali, contattando altri e
altre che possono
essere interessati, facendo girare questa lettera o portando
la rivista nei
luoghi che si frequentano; regalando labbonamento
agli amici e alle amiche
abbastanza bizzarre da aver voglia ogni tanto di leggere
di scuola; facendo
abbonare le vostre scuole, le associazioni, le biblioteche.
Noi vogliamo fare questa rivista per contribuire
(nel nostro piccolo, certo)
a tessere una rete ed essere un luogo in cui annodare i
percorsi diversi di
chi non vuole semplicemente ripetere le vecchie forme della
militanza
politica, del riformismo istituzionale o della "professionalità",
e cerca
qualcosa di nuovo in quella specie di autoriforma della
società della
politica e della scuola (gentile, relazionale, non militare)
che sintravede
ogni tanto in giro per il mondo ed è forma e pratica
di una polis possibile
nella quale trovare senso.
Ed essere felici.
Ps. Per chi lavora nella scuola c'è
un semplice modo per dare energia alla
nostra impresa. Presentare école a scuola (al dirigente
o all'addetto alle
riviste della biblioteca) e proporre l'abbonamento. È
un modo prezioso di
sostenerne il progetto. E per rendere più facile
l'opera di convincimento
c'è un'importante novità: le scuole hanno
a disposizione presso gli Uffici
scolastici di ogni Regione appositi fondi per abbonarsi
gratuitamente a
riviste scolastiche (lo stabiliscono le note 425 dell8
ottobre 2001 e del
24 ottobre 2001 prot.1 200 Miur, in attuazione della direttiva
10532 del 27
aprile 2001). Contiamo su di voi.