Mi
parli un po' della storia di Lapis, ne è passato
di tempo da quando lo avete pensato.
Beh, Lapis è il figlio di "Quo
Vadis", un magazine che aveva delle ambizioni molto
maggiori rispetto all'incisione nella provocazione che voleva
dare a Catania sul piano artistico creativo e culturale.
In tempi non sospetti era un progetto troppo ambizioso per
ritagliarsi uno spazio sul mercato. La diretta soluzione
fu quella di creare un foglio agile, veloce che potesse
molto più facilmente entrare nelle abitudini del
catanese per tutto ciò che riguarda i riferimenti
culturali nella nostra città. Lapis è nato
da un'esigenza personale, a quei tempi i pochissimi eventi
che arrivavano giù in Sicilia molto spesso non erano
ben promossi, se gli organi istituzionali di informazione
non avevano il loro personale tornaconto ignoravano tutte
le iniziative. Questo, a mio personale avviso, creava un'impossibilità
di stimolare una effettiva crescita culturale. Ebbene, in
questo contesto Lapis ha trovato il suo spazio, anche se
inizialmente con tante difficoltà. Ne è dovuto
passare del tempo prima che diventasse un punto di riferimento
in città ed essere, credo, uno degli elementi che
ha contribuito al nascere di quello che poi fu chiamato
il "boom Catanese". Credo che in qualche maniera
Lapis ha avuto una funzione, è stato quasi una leva
che ha scardinato determinati meccanismi per creare una
realtà che si è poi istituzionalizzate ed
è diventata punto di riferimento in tutta Italia.
Quali sono i prossimi progetti futuri
della vostra cooperativa.
Bè, stiamo lavorando ad un portale
di informazione che possa interessare la Sicilia e l'area
mediterranea in particolare. Stiamo finendo di definire
alcuni dettagli con i partner che supporteranno l'iniziativa
e credo che dovremmo vedere il varo di questa nuova iniziativa
nei primi mesi del prossimo anno.
Quale sarà il target di questa
nuova iniziativa?
Il target sarà sempre quello che abbiamo
sempre seguito sul cartaceo che, strada facendo, abbiamo
man mano ampliato. Infatti Lapis è solamente la nostra
prima iniziativa, la madre delle nostre edizioni. La cooperativa
realizza pure altre edizioni cartacee al fine di offrire
sempre nuovi servizi. Quindi il target va piano piano ad
allargarsi. Sul web partiremo direttamente con il ventaglio
informativo che la cooperativa già offre per poi
farlo crescere nel tempo.
Tu hai sempre curato le relazioni della
cooperativa e la raccolta della pubblicità. Nei primi
anni di vita quanto è stato difficile trovare inserzionisti
e, soprattutto, far capire che Lapis era uno strumento utile
per i soggetti economici e culturali presenti in città.
Credo che in ogni cosa un elemento fondamentale
per la sua riuscita sia la qualità, la convinzione
e l'entusiasmo, questi sono elementi che in qualsiasi campo
vengono applicate, danno un risultato; ovviamente devono
essere supportati da un progetto valido. Noi abbiamo avuto
la fortuna, molti anni fa, di indovinare una formula che,
come si può riscontrare, ha un'efficacia molto chiara,
molto determinata. Questi sono stati gli elementi che ci
siamo portati avanti nel primo periodo, siamo riusciti a
non mollare quando le istituzioni ci chiudevano la porta
in faccia, così come quando i privati ci guardavano
con sospetto. Stiamo parlando di circa undici anni fa, quando
non c'era assolutamente la propensione ad investire in pubblicità,
almeno qui in Sicilia eravamo ancora molto indietro da questo
punto di vista. Ora credo che ci siamo un po' allineati
a quella che è la comunicazione globale, individuando
sulla comunicazione, sul messaggio, la base per la buona
riuscita di un progetto. Noi siamo riusciti a restare punto
di riferimento tra chi organizza e chi fruisce.
Da un paio di anni a questa parte nasce
l'esperienza Palermitana, la formula Lapis esportata a Palermo.
Che differenze hai potuto riscontrare tra Catania e Palermo?
Che rapporto c'e della città verso Lapis e qual è
il rapporto di Lapis con la città?
A Palermo abbiamo avuto la possibilità
di arrivare con un'immagine già acquisita, quindi
siamo entrati in una territorio in cui gli addetti ai lavori
già ci conoscevano, ci stimavano e ci attendevano.
Grazie a queste premesse abbiamo saltato a piè pari
tutto quel periodo di rodaggio che invece abbiamo sofferto
a Catania, e nel giro di pochissimo tempo Lapis ha assunto
la stessa efficacia che ha a Catania. La nostra è
una formula, quella di dare un mezzo veloce, rapido e diffuso
in maniera molto completa che va a mirare ad un target ben
preciso, dà comunicazione di quello che succede.
Credo che anche a Palermo si possa insediare molto bene,
come sta già avvenendo. La nostra maggiore aspettativa
sarebbe quella di poterlo replicare in altri territori,
non solo Siciliani.
Siamo nel bel mezzo della nuova festa
di Lapis che dirne?
Diciamo che anche il marchio Festa di Lapis
ha acquisito un'immagine ben precisa, abbiamo sempre aspettato
quest'appuntamento per dare sfogo ai nostri animi festaioli,
per rispecchiare quelle che sono le nostre linee, i nostri
gusti, i nostri piaceri. Grazie anche alla comunicazione
sulla quale ci possiamo appoggiare con le nostre edizioni,
riusciamo a creare eventi che vanno al di là delle
leggi di mercato, le quali vogliono che un appuntamento
funzioni solo se ha delle caratteristiche di popolarità.
Noi siamo riusciti a creare degli eventi mettendo particolare
attenzione alla qualità ma avendo, nello stesso tempo,
ottimi riscontri di pubblico. Questo è un segnale
di crescita di tutta la città, perché prima
era molto difficile far arrivare a Catania artisti sconosciuti
ai più, ma che seguono una linee artistiche molto
attente, per farli esibire davanti ad una platea affollata.
Cosa caratterizza l'edizione di quest'anno.
Quest'anno andiamo nuovamente scandire
la fine dell'anno, proviamo in tempi tanto duri a dare un'imput
davvero forte. In questa occasione abbiamo pensato di ospitare
degli animi veramente festaioli, Roy Paci con il suo nuovo
progetto musicale con il quale esporta la sicilianità
in giro per l'Italia, Mark De Cliwe Lowe, un Nippo-Neozelandese
che a Londra sta creando uno stile davvero particolare,
suoni analogici senza eccessive manipolazioni, proponendo
però una musica molto attuale. A tutto questo c'è
un contorno di amici/artisti fantastici, come la Bandamenano,
una band Catanese che si sta iniziando a far notare, lo
staff di Cartura e tanti altri che scandiranno assieme a
noi gli ultimi giorni di quest'anno.