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Giro78
La morte di Ernst Gombrich
Non ci ricordiamo più da dove
abbiamo preso questo articolo!!
E' morto Gombrich, l'arte perde la
mente più bella
Il "patriarca" è deceduto sabato all'età
di 92 anni. Era l'ultimo umanista,
amato dagli specialisti e dal grande pubblico
LONDRA; 5 NOVEMBRE 2001 - Sir Ernst Gombrich,
'patriarca' della storia
dell'arte, il più eminente studioso dell'ultimo mezzo
secolo, autore di
libri amati sia dagli specialisti che dal grande pubblico,
è morto sabato
scorso all'età di 92 anni a Londra, nella sua casa
di Briardale Gardens,
vicino al grande parco di Hampstead Heath. La notizia della
scomparsa è
stata affidata dalla famiglia del celebre professore emerito
di storia della
tradizione classica nell'Università di Londra al
quotidiano «The Guardian».
Autore di importanti saggi sull'arte rinascimentale, Gombrich
ha studiato in
particolare i rapporti tra il messaggio artistico e i suoi
fruitori,
servendosi degli strumenti della psicoanalisi e della psicologia
della
percezione. Nato a Vienna il 30 marzo 1909 da una famiglia
di origine
ebraica, Gombrich fu costretto a lasciare l'Austria per
sfuggire alle
persecuzioni naziste: dal 1936 viveva a Londra.
Direttore del Warburg Institute di Londra
dal 1959 al 1976, considerato uno
degli ultimi 'umanistì della nostra era, Gombrich
ha legato la sua fama a
libri che hanno incontrato una straordinaria diffusione
in tutto il mondo,
segnando una svolta negli studi della storia dell'arte.
Tra i titoli più
importanti pubblicati in italiano, tutti da Einaudi, figurano
«Freud e la
psicologia dell'arte», «Arte, percezione e realtà»,
«Sul restauro», «Arte e
illusione», «Ombre». La sua «Storia
dell'arte», apparsa per la prima volta
nel 1950, è considerata ormai un'opera leggendaria,
che mantiene ancora
intatta la sua popolarità grazie alla capacità
di narrare in modo affabile e
chiaro lo sviluppo del cammino di questa creazione umana
dai graffiti fino
all'inizio del Novecento.
Ernst Hans Josef Gombrich nasce a Vienna
il 30 marzo 1909 da una sofisticata
famiglia viennese, con radici ebraiche ma convertita all'inizio
del
Novecento al protestantesimo. Studia storia dell'arte nell'università
della
capitale austriaca con Joseph von Schlosser e Mark Dvorak.
Dopo l'annessione
dell'Austria alla Germania, temendo persecuzioni antiebraiche
da parte del
regime hitleriano, Gombrich nel 1936 si rifugia in Inghilterra,
dove entra
in contatto con gli allievi di Aby Warburg, che, con Fritz
Saxl, aveva
fondato a Londra l'Istituto di Ricerca Comparata per la
Storiografia e la
Metodologia dell'Arte (poi Warburg Institute). Successivamente,
Gombrich ha
insegnato storia dell'arte a Oxford e storia della tradizione
classica
all'Università di Londra (1959-74) e ha diretto l'Istituto
Warburg
(1959-1974). Il suo primo libro per non specialisti appare
nel 1950 con il
titolo «La storia dell'arte», che in mezzo secolo
ha venduto oltre 6 milioni
di copie. Alcuni anni fa, dato l'eccezionale successo dell'opera,
è stata
ristampata con un titolo ancora più divulgativo:
«La storia dell'arte
raccontata da Ernst Gombrich». Dopo i primi saggi
specialistici sulla
funzione dell'oro nei mosaici paleocristiani, Gombrich iniziò
ad andare
oltre la specifica analisi dei fenomeni artistici e utilizzò
i contributi
che la moderna psicologia ed epistemologia hanno dato alla
comprensione
della percezione, di cui il fatto estetico è un caso
particolare. Introdotto
da Ernst Kris alla psicoanalisi, Gombrich ha contribuito
alla sua teoria
estetica con la tesi che le idee inconscie sono comunicabili
solo in base a
strutture formali preesistenti. Avvalendosi di un proprio
metodo
interdisciplinare nello studio della storia dell'arte, Ernst
Gombrich ha
chiarito soprattutto il reciproco adattamento delle forme
espressive e delle
categorie percettive, ridefinendo la rappresentazione visiva
come attività
radicata nei repertori di simboli tramandati. Gombrich ha
studiato inoltre
l'eredità del Rinascimento, la psicologia della forma
e i rapporti tra
l'indagine critica e la psicanalisi.
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