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Palermo / Vertice ONU contro la
criminalità "Non uomini d'onore ma criminali che
bloccano lo sviluppo" Giancarlo Caselli, direttore delle
carceri Italiane, ex prefetto della questura di
Palermo.
intervista a cura di Rocco Rossitto,
inviato a Palermo
Un'opinione in merito all'affermazione
di Pino Arlacchi riguardo la fine della mafia.
Io
credo che sia, non un falso problema, ma un
problema che è stato prospettato, forse in
termini, così un po' deformati, perché
quest'importantissimo congresso ONU, qui a
Palermo testimonia che la mafia è un problema
mondiale e che per fronteggiarlo sul piano
internazionale, occorre uno stretto
coordinamento in prospettiva, addirittura un
integrazione delle polizie e della legislazione,
quindi la mafia è tutt'altro che finita, la
mafia è purtroppo viva e vegeta, si è
internazionalizzata, attraverso la
finanziarizzazione e ciò è un problema per
l'economia pulita di tutto il mondo che viene
avvelenata attraverso una progressiva e sempre
più massiccia immissione di capitali sporchi.
Tutto questo è ben presente agli organismi
sopranazionali l'ONU, l'Europa, i quali
organismi sopranazionali cercano di organizzarsi
al meglio perché non si resti passivamente
inerti a subire. Qui a Palermo l'ONU propone una
convenzione alla ratifica dei vari stati membri
perché gli stati membri diano gambe a questo
accordo internazionale per camminare e rendere
più efficace il contrasto della mafia. Allora la
mafia c'è, ma, sopratutto dopo le stragi, sono
stati fatti dei passi avanti importanti:
pensiamo a Corleone ieri, andare a Corleone otto
anni fa significava immergersi nella cupezza più
triste, più tragica. Sembrava otto anni fa che
ci fosse pochissimo da fare, e invece ecco otto
anni dopo, Corleone ieri, ovvero la Corleone in
festa che riceve il capo dello stato, non come
altro da se, ma come il momento più alto, più
rappresentativo di se medesima, quindi una
Corleone completamente diversa, cambiata. Il che
non significa che la mafia sia finita, vuol dire
che s'è fatta della strada, ma c'è né ancora
tanta d'avanti.
Qual è appunto l'importanza di essere
a Palermo e non altrove a siglare quest'intesa?
Palermo è stata nel corso di questi anni,
laboratorio, purtroppo, d'attività criminali, le
più efferate. La decapitazione di tutti i
vertici istituzionale, dal prefetto dalla Chiesa
a Pio La torre, da Pier Santi Mattarella ai
poliziotti delle scorte, da Falcone, Borsellino
a padre Puglisi, ma nessun'altra città come
Palermo, ha saputo e voluto reagire,
mobilitandosi come società civile costruendo un
grosso supporto agli apparati competenti, come
la magistratura la polizia e i carabinieri e i
successi ottenuti a Palermo: l'arresto di un
infinità di latitanti, la scoperta e condanna
dei responsabili delle stragi di Capaci e Via
D'Amelio, tutti questi responsabili sono stati
arrestati a Palermo; il sequestro di mille
miliardi di beni tolti ai mafiosi, il sequestro
d'arsenali, le indagini indirizzate
all'intreccio tra mafia e politica che è un nodo
essenziale, la spina dorsale della mafia, ecco
tutto questo è il nuovo e Palermo lo ha
realizzato.
Cosa ne pensa della proposta di donare
il 25% dei profitti illeciti confiscati ai
mafiosi, all'organizzazione delle nazioni unite
(ONU)?
Mi
sembra una buona proposta, ma prima di tutto
bisognerebbe accelerare le procedure per la
confisca.Vengono sequestrati miliardi di beni e
la confisca riguarda solo una percentuale dei
beni sequestrati per tutta una serie di fattori
procedurali che dovrebbero essere migliorati.
Quindi non le sembra un po' troppo?
No,
la destinazione è buona, non sono un matematico
e non m'intendo di percentuali, ma ritengo che
la destinazione sia buona.
Una battuta sul ruolo delle scuole,
nella lotta alla mafia.
Sia a
Torino, dove ho lavorato per 10 anni, sia a
Palermo, e me lo hanno insegnato Chinnici,
Falcone, Borsellino e tanti altri, è essenziale
mantenere un rapporto con la società civile,
andare quindi nelle scuole, a fare chiarezza
sulla realtà di questo fenomeno, non sono uomini
d'onore, sono criminali che non fanno del bene
alla società, bloccano lo sviluppo, rubano il
futuro ai giovani, ed è di questo che bisogna
parlare ai giovani, perché si convincano che
meno mafia significa più possibilità di vivere
meglio. In
stu artikulu: politica, mafia. |
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