SULLA MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA DEL 29/1 A TRAPANI
Il gran numero di falsità propalate in questi giorni dalla
stampa dietro precise imbeccate della questura trapanese,
lascia scoperto il dato di una manifestazione di circa 600
persone, attorniate da perlomeno 200 tra poliziotti, carabinieri,
vigili urbani (senza contare i vigili del fuoco e le guardie
forestali dentro il "Vulpitta") attrezzati di tutto punto
per provocare e scatenare atti violenti. Chi tra i manifestanti
poteva avere interesse a farsi bastonare, malmenare, bersagliare
o asfissiare di lacrimogeni? Chi ha aperto il cancello del
"Vulpitta" se non, dall'interno, gli stessi poliziotti che
hanno caricato i manifestanti? Quale guerriglia urbana è
mai quella che risparmia le vetrine dei negozi e le macchine
in sosta, e che si attarda a spiegare ai passanti le ragioni
della sua protesta? A noi pare del tutto evidente che si
sia applicata fin dall'inizio della manifestazione una gestione
dell'ordine pubblico volta a ricercare lo scontro violento.
Questo non era avvenuto in nessuna delle manifestazioni
alle quali abbiamo precedentemente partecipato. Il che può
significare una sola cosa: che il nuovo ministro dell'Interno
Bianco ha deciso di usare la maniera forte, quella fascista,
contro l'opposizione sociale che monta nel paese. La responsabilità
del neo-ministro è chiara, non foss'altro perché egli tarda
a rimuovere dall'incarico il questore di Trapani già responsabile,
prima degli ultimi avvenimenti, della repressione della
rivolta del 29 dicembre 1999, col tragico epilogo dei cinque
morti al centro "Vulpitta", e dell'ignobile atteggiamento
mantenuto ai danni degli stessi immigrati del centro (molti
dei quali erano trattenuti senza plausibili motivi, come
documentato e denunciato con atto formale al termine della
manifestazione trapanese del 9 gennaio scorso). Perché tanta
impunità per i responsabili dell'ordine pubblico a Trapani?
La Federazione Anarchica Siciliana non accetta lezioni da
nessuno su violenza e nonviolenza, tanto meno da chi fomenta
le guerre, il razzismo e la violazione dei diritti umani.
Molti dei nostri compagni sono impegnati all'interno dei
coordinamenti e dei gruppi antirazzisti e pacifisti siciliani.
Due di loro, in rappresentanza dei gruppi delle province
di Palermo e di Ragusa (due delle quattro dell'isola in
cui sorgono i campi lager) erano, ad esempio, tra i componenti
della delegazione che visitava il centro "Vulpitta", proprio
mentre avveniva la carica della polizia, allo scopo di accertarsi
delle condizioni di vita dei reclusi (risultate disastrose).
Infine la sera, mentre la polizia tratteneva forzatamente
e provocatoriamente dentro i pullman e in piazza i manifestanti,
diversi nostri compagni sono stati identificati e i loro
mezzi sottoposti a perquisizione.
FEDERAZIONE ANARCHICA SICILIANA c/o Biblioteca di Studi
Sociali "Pietro Gori", C.P. 103 - 98100 Messina - 3/2/2000
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Trapani, migranti
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