articolo
d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili |
***** ***
Girodivite - n° 59
/ dicembre 1999 - Speciale Carovana antimafia 1999
Il vizio della memoria
di Cristina Lucchini (ass. Libera, Friuli)
Sono giorni duri, difficili, decisivi per il nostro Paese. Sembra
si stia verificando un vero e proprio ritorno al passato, il tentativo
di spazzare via i passi in avanti condotti in questi anni. Per molti
il ricordo di chi non è più e la necessità dell'impegno gratuito per
la legalità e la giustizia sono ancora uno stimolo per stringere i denti
e darsi da fare, pesano ancora come che Giancarlo Caselli definisce
"una condanna a fare". Per molti però la promessa di impegno scaturita
all'indomani delle stragi sembra un'eco lontana destinata a spegnersi
o già spenta. Sembra che chi quelle stragi aveva voluto o aveva in qualche
modo legittimato con un atteggiamento di contiguità o "solo" di indifferente
tolleranza, stia spavaldamente riassaporando il gusto del potere e stia
riorganizzando una vera e propria restaurazione. Fenomeni inquietanti
sono sotto gli occhi di tutti: attacchi denigratori nei confronti di
chi da sempre si impegna in un certo modo; condanna pressoché totale
ed incondizionata dei collaboratori di giustizia; riabilitazione di
personaggio perlomeno dubbi; proliferare di semplificazioni e luoghi
comuni; mancanza di una corretta dialettica democratica, sostituita
da una crescenti litigiosità e così via. Questi avvenimenti sono anche
il sintomo della perdita della memoria; non dico di un passato remoto,
ma delle vicende degli ultimi anni. In questo panorama desolato e desolante
ci sono diversi motivi di speranza, dovuti anche alla generosa attività
degli amici dell'Arci Sicilia, che si organizzano come vere e proprie
sentinelle attente ai segnali, promuovendo - non senza difficoltà -
iniziative significative ed interessanti. Il loro calendario e' ricco
di progetti tra i quali spiccano "Legami di Memoria" e la "Carovana
Antimafia". Sono due iniziative legate fra loro perché entrambe esprimono
fedeltà: fedeltà al passato, alla storia; e fedeltà al presente, alla
complessità del mondo, della vita, della società. Si intersecano così
due direzioni: quella del progetto che si espande sul territorio ed
opera per costruire il futuro e quella dello scavo in profondità, della
memoria. Eduardo Galeano scrive che "la memoria umana rifiuta di farsi
imbavagliare. Il tempo passato batte ancora, vivo, nelle vene del tempo
presente anche se il tempo presente non lo vuole o non lo sa (...) la
memoria viva non vuole essere un approdo ma un porto di partenza. Non
rinnega la nostalgia ma le preferisce la speranza, con il suoi pericoli
e le sue intemperie". Gli amici dell'Arci soffrono di questo "vizio
della memoria" che si traduce nel "vizio di esserci", di darsi da fare
in territori difficili con lucidità di analisi e con un motivato, competente
e continuato impegno. E "Carovana" é un termine zingaresco e gitano
che ricorda me musiche di Goran Bregovic o dei film di Emir Kusturica.
Non c'é dubbio allora che il lavoro sia condotto con sentimenti di gioia,
entusiasmo e coinvolgente passione. Non si tratta di un vacuo ottimismo
ma della consapevolezza dei problemi: "Abbiamo un debito da pagare gioiosamente"
diceva Paolo Borsellino. La speranza scaturisce proprio dal lucido disincanto
che non toglie o mortifica la visione utopica. Il filosofo ebreo Max
Horkheimer, alle soglie della morte, parlava della "nostalgia del totalmente
altro", del sogno di una vita più bella, più lunga, più affrancata dal
dolore; del sogno che l'ingiustizia non debba sempre avere l'ultima
parola sulla vittima; del sogno di una "perfetta e consumata giustizia".
Forse é impossibile pensare ad una "perfetta e consumata giustizia"
sulla terra. Forse il nostro destino e' come quello di Mosé che si dirige
verso una terra promessa, pur sapendo che non vi potrà giungere mai.
Eppure continua a marciare ed ad affrontare le insidie del deserto:
la sua sete non si spegne e la sua speranza non si placa. Incontrare
la "Carovana" nel deserto e' motivo di sollievo. La carovana disseta
ed accoglie, motiva ed incoraggia, offre riparo e consente di raccogliere
le forze. Fuori di metafora, sapere che esistono realtà come quelle
dell'Arci é motivo di grande conforto. In questo spendersi gratuito
ed appassionato, in questa tensione inestinguibile verso la "perfetta
e consumata giustizia", in questo lavoro continuo e silenzioso consiste
quello che Vaclav Havel definisce "il potere senza potere", un lavoro
che troppo spesso sembra destinato a non poter intaccare i santuari
del potere ma che alla lunga li scalfisce agendo come un vento fresco
e liberatore. Questo lavorare fatto di condivisione crea una rete di
amicizie che ci fa sentire tutti - nonostante le difficoltà - un pò
meno soli e fa sentire meno solo anche ci lavora in prima linea o chi
- nel silenzio delle istituzioni - si conserva trasparente ed onesto
e fa fatica - ancora una volta - per mantenersi fedele a se stesso e
a chi non può più. Grazie, amici dell'Arci.
Released online: December, 1999
******July,
2000
|
|
|
|