L'OPUSCOLO IN FORMA CARTACEA COSTA L.2000. PERTANTO SONO BEN ACCETTI
CONTRIBUTI DA PARTE DI TUTTI COLORO CHE PRELEVERANNO QUESTO TESTO IN
FORMA ELETTRONICA. I CONTRIBUTI POSSONO ESSERE INVIATI AL SEGUENTE INDIRIZZO:
Perché l'allattamento
artificiale uccide Ogni giorno 4000 bambini nel Sud del Mondo potrebbero
essere salvati dalla morte per malattie e denutrizione se fossero allattati
al seno e non con latte in polvere
Nonostante ciò la Nestlé e molte altre società
produttrici di latte in polvere, pur di vendere i loro prodotti, non
si fanno scrupolo a promuoverne l'uso con tecniche di marketing irresponsabili
UNICEF e OMS hanno redatto un Codice che bandisce queste tecniche di
marketing
Sono state scoperte e documentate centinaia di infrazioni del Codice
da parte della Nestlé, la multinazionale che ha il più
vasto mercato di latte in polvere nel Terzo Mondo
La Nestlé dichiara di attenersi al Codice, ma numerosi fatti
la smentiscono
Il boicottaggio è uno strumento democratico e efficace che noi
consumatori abbiamo a disposizione per costringere la Nestlé
a rivedere il proprio comportamento
È possibile aderire alla Campagna Internazionale di boicottaggio
Schede di approfondimento
CREDITS
Idea originale: Comitato Boicottaggio Nestlé Pisa
Assemblaggio: Comitato Boicottaggio Nestlé Bergamo
Testi: Riccardo Apreda, Fabrizio Gennari, Elisa Giovannetti,
Marco Tarini (per il Comitato di Pisa), Caterina Carroli, Aronne
Galimberti, Matteo Piantoni, Davide Rasella, Pietro Vertova (per
il Comitato di Bergamo).
Ha collaborato Sofia Quintero (Comitato Scientifico RIBN)
per gli aspetti medici.
Grazie a: Franco Gesualdi e Centro Nuovo Modello di Sviluppo
per l'introduzione; Gianni Caligaris, Aluisi Tosolini, Carlo Ferrari
per la versione cartacea del dossier.
Introduzione
Siamo abituati a pensare al potere come a qualcosa che si possiede.
In realtà il potere è qualcosa che si riceve e non da
Dio o da altre forze soprannaturali, ma dai sudditi.
I generali riescono a condurre le loro guerre non solo perché
hanno al loro seguito un esercito di soldatini obbedienti, ma anche
perché migliaia di operai accettano di costruire armi.
I tiranni riescono ad imporre le loro dittature non solo perché
dispongono di poliziotti pronti ad eseguire qualsiasi rappresaglia,
ma anche perché molti preferiscono tacere.
Gli avidi creano ingiustizia non solo perché hanno al loro
servizio delle schiere di ragionieri, direttori e capi-squadra disposti
a fare trionfare il sopruso, ma anche perché i consumatori
comprano tutto senza problemi.
Dunque ogni volta che andiamo a fare la spesa dobbiamo ricordarci
che attraverso questo gesto semplice ed apparentemente banale che
è il consumo, rischiamo di renderci complici dei peggiori misfatti,
non solo per lo sfruttamento e il danno ambientale che può
essere racchiuso nel prodotto che compriamo, ma anche perché
diamo denaro e consenso che possono essere responsabili di tanti altri
abusi umani e sociali.
Ma attenzione! È necessario avere questa consapevolezza non
per creare degli sterili sensi di colpa, ma per diventare dei consumatori
responsabili che pretendono di usare il consumo come uno strumento
per condizionare le imprese. Perciò, quando andiamo a fare
la spesa ricordiamoci anche che siamo potenti e che le imprese sono
in una posizione di profonda dipendenza dal nostro comportamento di
consumatori. Noi, infatti, con i nostri acquisti abbiamo la possibilità
di fare salire o scendere i loro profitti.
Proprio perché le imprese hanno tanta paura di noi, esse tentano
di dominare la nostra volontà spendendo miliardi per la pubblicità.
Dunque noi dobbiamo sforzarci per riappropriarci della nostra volontà
decisionale e dobbiamo rivalutare il potere che abbiamo tra le mani.
Un potere che preso singolarmente è certamente piccolo, ma
che moltiplicato per milioni di persone può mettere in ginocchio
le più grosse multinazionali e al limite l'intero sistema.
Gli strumenti a disposizione del consumatore per condizionare le
imprese sono due: il boicottaggio e il consumo critico.
Il boicottaggio è un'azione straordinaria e consiste nell'interruzione
organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti
per forzare le società produttrici ed abbandonare certi comportamenti.
Mentre il boicottaggio è una campagna organizzata con grande
clamore di stampa e col coinvolgimento di molte altre forze, comprese
quelle politiche, sindacali ed anche ecclesiastiche, il consumo critico
è un'iniziativa più silenziosa paragonabile ad un'abitudine
di vita. Il consumo critico, infatti, è un atteggiamento quotidiano
che consiste nella scelta meticolosa di tutto ciò che compriamo
sulla base di due criteri: la storia del prodotto e la condotta della
casa produttrice. Scegliendo cosa comprare e cosa scartare, non solo
segnaliamo al sistema i metodi produttivi che approviamo e quelli
che condanniamo, ma sosteniamo le forme produttive corrette mentre
ostacoliamo le altre. In fin dei conti, il consumo si può utilizzare
come una forma di voto, che può influenzare le scelte economiche
molto di più del voto elettorale.
Dunque non cerchiamo scuse: le multinazionali non sono quei mostri
imbattibili che noi immaginiamo, ed il loro comportamento dipende
dalle nostre scelte. Alla fine il nostro problema non è la
mancanza di strumenti di intervento. Il nostro vero problema è
come vogliamo utilizzare la nostra vita: se preferiamo viverla da
"sovrani" che pretendono di indirizzare il corso della storia per
fare trionfare la pace e la giustizia o se preferiamo viverla da "servi"
disposti a barattare la nostra dignità per un piatto di lenticchie.
Francuccio Gesualdi
responsabile del Centro Nuovo Modello di Sviluppo
...Ogni giorno 4000 bambini nel Sud del Mondo
potrebbero essere salvati dalla morte per malattie e denutrizione
se fossero allattati al seno e non con latte in polvere...
Perché l'allattamento artificiale uccide
"Il numero di vittime causate dall'uso improprio
del latte in polvere ogni mese è equivalente a quello che causò
l'esplosione della bomba di Hiroshima nel 1945."
(James Grant, Direttore Esecutivo UNICEF)
Al Nord molti pensano che il latte in polvere sia migliore di quello
materno, arricchito com'è di sali minerali e vitamine. Studi
approfonditi hanno però confermato l'intuito del buon senso
millenario: L'allattamento al seno è il miglior modo per iniziare
la vita: è gratuito, salutare e protegge dalle più comuni
infezioni, inclusa polmonite, infezioni alle orecchie e poliomielite
e ha un importante effetto immunitario. Persino in Inghilterra, un
bambino allattato con il latte artificiale è esposto 10 volte
in più a malattie di tipo gastrointestinali rispetto ad un
bambino allattato al petto.
Ma nelle società povere -sostiene l'UNICEF- i bambini allattati
artificialmente sono esposti alla morte 25 volte in più di
quelli allattati al seno.
Per quanto possa sembrare paradossale, la prima ragione è
da ricercarsi nella denutrizione dovuta al fatto che molte famiglie
guadagnano troppo poco per attenersi alle dosi prescritte. Secondo
uno studio condotto dall'organismo inglese War on Want, nel 1974,
in Nigeria, il costo dell'alimentazione artificiale di un bambino
di tre mesi rappresentava il 30% del salario minimo di un operaio.
Il costo passava al 47% quando il bambino raggiungeva i 6 mesi. Se
consideriamo che dall'80 al '90 i salari sono diminuiti del 30-40%,
non deve stupire se il latte è annacquato diverse volte più
del prescritto, con il risultato finale che i bambini, lungi dal crescere
belli e robusti, diventano rachitici e sottopeso fino a morire.
La seconda ragione per cui l'allattamento al biberon uccide, è
la mancanza di igiene.
L'acqua con cui il latte è preparato è spesso malsana
ed è impossibile sterilizzare biberon e tettarelle senza la
comodità del fornello e senza disinfettanti.
Mamme con pochi soldi, poche comodità e poche conoscenze igieniche
somministrano ai loro bambini latte allungato in biberon a malapena
sciacquati, con tettarelle esposte all'aria, su cui si posano di continuo
decine di mosche. Le inevitabili conseguenze sono infezioni intestinali
che provocano diarree mortali.
Secondo l'UNICEF, un milione e mezzo di bambini muoiono
ogni anno perché non sono allattati al seno
...Nonostante ciò molte società
produttrici di latte in polvere, pur di vendere i loro prodotti, non
si fanno scrupolo a promuoverne l'uso con tecniche di marketing irresponsabili...
Le responsabilità della Nestlé
"Trincerarsi dietro il paravento del libero mercato
è ridicolo oltre che assurdo: con la stessa giustificazione
si è trasformato il Terzo Mondo in un'enorme pattumiera dei
paesi industrializzati. Nel caso del latte artificiale è ancora
peggio: la Nestlé spaccia addirittura per "aiuti" le sue scorrette
pratiche di Marketing"
(Dijbril Diallo, consigliere speciale dell'UNICEF)
In questo secolo è dilagato l'uso di alimenti per neonati.
Un esempio è dato dal Cile: nel 1950 il 95% dei neonati venivano
allattati al seno, vent'anni dopo solo il 20%. Altro esempio in Nigeria.
dove i bambini venivano allattati fino all'età di circa quattro
anni; con l'avvento degli alimenti artificiali, l'allattamento al
seno smise, nel 70% dei casi, alla età di quattro mesi. In
entrambi i casi le donne credevano fermamente ai vantaggi del latte
in polvere e dicevano di essere state consigliate dal personale medico.
Questo cambiamento di costumi è dovuto all'influsso dei paesi
industrializzati. Il biberon è divenuto grazie alle campagne
pubblicitarie simbolo di progresso e di salute a priori. Oltre a distribuire
cartelloni pubblicitari recanti immagini di bambini sani e paffuti
negli ospedali, le ditte produttrici si mettono in contatto con i
medici locali. Organizzando corsi e seminari per il personale sanitario
fanno entrare in uso i loro prodotti negli ospedali. I rappresentanti
delle ditte arrivano a fingersi infermieri per convincere le donne
incinte a comprare il prodotto commercializzato. In questo sono molto
facilitati dalla carenza di informazioni mediche (spesso le uniche
disponibili sono proprio quelle fornite dalle ditte produttrici).
Viveri "Gratis" Una delle più
redditizie tattiche di marketing usata in particolar modo della Nestlé
è di dare gratis il latte per bambini o i sostituti agli ospedali
e ai reparti maternità. In molti casi, viene dato abbastanza
latte perché tutti i bambini nati all'ospedale siano allattati
con il biberon. Alle madri viene spesso dato anche un barattolo campione
da portare a casa. Dare il latte con il biberon ai neonati fa si che
il latte materno venga progressivamente a mancare e l'allattamento
al seno diventi impraticabile. Di conseguenza il bambino diventa dipendente
del latte artificiale. Una volta a casa, le madri non ricevono più
il latte gratis, ma se lo devono comprare. Da questo nascono da una
parte i profitti della multinazionale e dall'altra le spaventose conseguenze
di malattie e denutrizione.
Tecniche di marketing irresponsabili
I campioni gratuiti agli ospedali sono solo una strada per dare ai
bambini il latte artificiale. Noi speriamo che le nostre campagne
obblighino le compagnie a smettere presto di utilizzare questa tattica.
Comunque, Nestlé adopera molte altre tattiche per persuadere
le madri ed il personale medico a preferire l'allattamento artificiale.
Queste includono:
- Promozione del latte per bambini al personale medico:
Nestlé sa che, persuadendo il personale medico a raccomandare
il suo latte, ottiene un appoggio determinante. Ciò è
molto più efficace che convincere le madri singolarmente.
E il prezioso tempo dei medici viene sprecato in visite di rappresentanti
di vendita. La Nestlé inoltre distribuisce informazioni tendenziose
ai medici: queste sono le uniche che molti riescono a ricevere.
- Pubblicità negli ospedali: praticamente tutte le
madri possono allattare al petto se vengono loro forniti i giusti
avvertimenti ed aiuti. Ma la loro fiducia verso l'allattamento naturale
è minata dall'aggressiva pubblicità del latte in polvere.
La pubblicità del latte per bambini nelle corsie o attraverso
la distribuzione di volantini negli ospedali, implica inoltre la
complicità del personale sanitario.
- Pubblicità Follow-on Milks" (latti per lo svezzamento):
I Follow-on Milks sono giudicati dall'Assemblea Mondiale
per la Sanità come "non necessari" e non salutari
per i bambini sotto i 6 mesi. In molti paesi la Nestlé mette
la sua etichetta e pubblicizza il suo "latte per lo svezzamento"
per i bambini a partire da 4 mesi.
- Disorientamento delle madri e del personale medico: chiamando
e confezionando il suo latte per lo svezzamento nella stessa maniera
in cui chiama e confeziona il latte in polvere. In Pakistan, ad
esempio, il latte per lo svezzamento viene spesso prescritto per
i neonati.
- Influenze sui governiche vogliono proteggere l'allattamento
al petto per legge. La Nestlé è una multinazionale
molto potente e riesce ad esercitare un'influenza considerevole
sui governi. La pressione esercitata dalle società per il
latte in polvere ha ritardato e indebolito la legislazione da parte
di molti governi e ha convinto le altre compagnie che l'industria
può regolarsi indipendentemente dalla legislazione dei governi.
Perché proprio Nestlé?
Nestlé, la multinazionale più potente del mondo nel
campo agro alimentare, vende il 25% dei suoi prodotti nel Sud del
Mondo e ccontrolla circa il 35-50 % del mercato globale del cibo per
bambini, indirizzando tendenze di marketing che influenzano le altre
ditte.
Nestlé ricorre a irresponsabili tecniche di marketing - violando
il Codice Internazionale redatto da UNICEF e OMS
- più spesso di ogni suo concorrente.
Identikit della multinazionale
Il colosso elvetico è sbarcato nel nostro
paese nel 1913 costituendo la società Henri Nestlé
e ha costruito il suo primo stabilimento tricolore nel 1924 ad Abbiategrasso,
dove produceva latte condensato e farina lattea. Il salto di qualità
è arrivato nell'88, con l'acquisizione dalla Cir di Carlo
De Benedetti della Buitoni-Perugina per circa 1600 miliardi di lire
(1). La seconda accelerazione italiana è
arrivata indirettamente al termine della battaglia per il controllo
della Perrier con la famiglia Agnelli. L'azienda svizzera si trovò
in portafoglio (oltre alla fonte Sant'Antonio, rivenduta nel '94)
i marchi di acqua minerale Vera, San Bernardo e una quota della
Compagnie Financiere du Haut-Rhin (Cfhr). Nel dicembre '97, attraverso
il gruppo Perrier-Vittel, Nestlé ha acquisito il 100% di
questa compagnia finanziaria, e di conseguenza ha acquisito il gruppo
San Pellegrino-Garma (Sanpellegrino, Levissima, Recoaro, Pejo, Fiuggi,
Panna, Claudia e San Bitter). Ora la multinazionale controlla circa
il 25% del mercato italiano di questo settore (2).
Nel luglio '93, con la prima tranche della privatizzazione,
relativa ai surgelati e ai dolci del gruppo Sme, la Nestlé
aggiunge alla sua ricca tavola i marchi Motta, Alemagna, La Cremeria,
Antica Gelateria del Corso, Maxicono, Surgela, Marefresco, La Valle
degli Orti, Voglia di pizza e Oggi in Tavola. L'acquisizione di
Italgel, il cui pacchetto di controllo (62%) è costato 437
miliardi di lire (3), fa salire il fatturato della
divisione italiana a 3765 miliardi di lire (4)
e consente alla multinazionale svizzera di entrare, anche in Italia,
nel panorama dei gelati e dei surgelati. Infatti, secondo un vecchio
patto tra multinazionali alimentari, al colosso di Vevey fu assegnato
il diritto di sfruttamento del marchio Findus in diversi paesi europei
ma non in Italia dove è tuttora in mano alla concorrente
Unilever.
Nel nostro paese il gruppo svizzero conta 24 stabilimenti
con circa 7 mila dipendenti e controlla, oltre a quelli già
citati, i marchi Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, Crunch, After Eight,
Quality Street, Rowentree, Cailler, Toffee, Polo, Fruit Joy, Orzoro,
Latte condensato e cioccolato Nestlé (dolci), Nestea, Beltè,
Spumador (bevande), Vismara, King's (insaccati), Sasso (olio), Berni
(conserve), Locatelli, Mio, Fruttolo, Fiorello (latticini), Pezzullo
(pasta), Maggi (cucina generale), Friskies, Buffet (cibi per animali)
e naturalmente il famigerato latte in polvere per neonati Nidina
e i boicottati Nesquik e Nescafè (autentici portabandiera
della multinazionale elvetica). Dopo i grandi acquisti negli ultimi
anni la Nestlé italiana sta riorganizzando la sua presenza,
vendendo marchi non ritenuti strategici e razionalizzando le produzioni.
A livello mondiale la Nestlé contende il primato
nel settore agro-alimentare a Philip Morris e Unilever ed è
presente in 66 paesi con più di 500 fabbriche, 210 mila addetti
e un fatturato '94 di 56.8 miliardi di franchi svizzeri (circa 70
mila miliardi di lire) (5) così ripartiti:
28% bevande, 27% prodotti a base di latte e dietetici, 26% prodotti
alimentari diversi, 14,5% cioccolato, 4% medicinali. Secondo gli
analisti il prossimo obbiettivo della campagna acquisti, è
già ben delineato.Infatti dopo aver ceduto alcune partecipazioni
nella cosmetica alla parigina L'Oreal, il vorace gruppo svizzero
sembra da mesi mostrare notevole interesse sia nei confronti del
colosso americano Cpc international (quella, per intendersi, delle
zuppe Knorr) (6) sia verso la divisione cibo per
animali di Quaker Oats in Europa (7).
La fenomenale ascesa della Nestlé è
da inquadrare in un processo da tempo in corso in molti paesi: il
passaggio da un'industria alimentare locale e regionale ad una sovranazionale.
Diversificazione geografica, forti disponibilità finanziarie,
promozioni aggressive dei propri marchi consentono a poche multinazionali
di colonizzare una fetta sempre più vasta del mercato a scapito
delle piccole e medie imprese che si muovono in un'ottica nazionale.
Come ogni multinazionale, la Nestlè tiene
molto alla sua immagine ed è proprio facendo leva su questa
componente non secondaria che il boicottaggio può avere successo
su questo gigante dai piedi d'argilla. Il gruppo svizzero non può
infatti non essere seriamente preoccupato dall'approvazione da parte
della Chiesa d'Inghilterra del boicottaggio della Nestlè,
in seguito al quale, le vendite di Nescafè nel Regno Unito
(che costituiscono approssimativamente un ottavo delle vendite totali)
sono diminuite del 3% (8). Se la Chiesa Anglicana
deciderà di disinvestire le proprie azioni Nestlè,
pari a 1,4 milioni di sterline, la campagna riceverà un impulso
ancora maggiore. Del resto la contrazione del fatturato dell'1,2
registrata dalla Nestlè nel '94 dovrebbe indurre il gruppo
svizzero a rivedere la propria politica a livello mondiale per la
promozione di latte per neonati. Questa contrazione è infatti
dovuta principalmente al calo delle vendite negli Stati Uniti e
nel Regno Unito (9), paesi dove il boicottaggio
è stato portato avanti con maggior vigore.
(1) "Il Sole 24 Ore", 31 luglio 1993
(2) "L'Eco di Bergamo", 18 febbraio
1998
(3) "Il Sole 24 Ore", 30 luglio 1993
(4) "Industria alimentare in Italia"
rapporto AGRA/NOMISMA 1995
(5) "Mondo Economico", 6 febbraio
1995
(6) "Il Mondo", 5 agosto 1994
(7)"Il Sole 24 Ore", 24 novembre
1994
(8) press release "International
Nestlé Boycott Committee", 27 maggio 1994
(9) "Il Sole 24 Ore", 26 gennaio
1995
UNICEF e OMS hanno redatto un codice che bandisce
queste tecniche di marketing...
Il Codice Internazionale
"Inappropriate pratiche nutritive portano alla
malnutrizione infantile, alla malattia e alla mortalità in
tutti i paesi, e pratiche improprie nel marketing di sostituti del
latte materno possono contribuire a questi gravi problemi di salute
pubblica."
(Preambolo del Codice)
Il Codice Internazionale fu adottato dalla World Health Assembly
(Assemblea Mondiale della Sanità) il 21 maggio 1981. Rappresenta
per tutti i governi un modello di minima regolamentazione che dovrebbe
essere adottato per proteggere la salute infantile impedendo un marketing
inappropriato di sostituti del latte materno. Vieta la pubblicizzazione
del latte artificiale e di qualsiasi altro sostituto del latte materno.
Una ulteriore risoluzione del 1986 ha chiarito poi il problema dei
rifornimenti gratuiti dichiarando che il latte artificiale non è
necessario.
Il Codice si applica ai sostituti del latte materno, inclusa
la "infant formula", altri prodotti del latte (cibi e bevande,
inclusi cibi complementari in biberon, quando presentati come una
parziale o totale sostituzione del latte materno), biberon e poppatoi
(articolo 2).
Etichette adeguate
- Le etichette devono portare le informazioni necessarie sull'uso
appropriato del prodotto, e non devono dissuadere dalla pratica
dello allattamento al seno. I produttori della "infant formula"
devono far sì che ogni confezione abbia un messaggio ben
evidente in un linguaggio chiaro e appropriato, che includa i seguenti
punti:
- le parole "Notizia Importante" o le loro equivalenti ;
- una dichiarazione sulla superiorità dell'allattamento
al seno ;
- una dichiarazione che il prodotto debba essere usato soltanto
con il consenso di un medico.
- istruzioni per la preparazione adeguata, e un avvertimento
sui rischi per la salute in caso di preparazione inadeguata.
- Né la confezione né l'etichetta devono avere disegni
di neonati o altri disegni o testi che possano idealizzare l'uso
della "infant formula".
- Non devono essere usati i termini "umanizzato", "maternizzato"
o simili.
- Cibi pubblicizzati per l'alimentazione dei neonati, che non rispondano
ai requisiti di una "infant formula" , ma che possono essere modificati
in tal senso, devono portare un avvertimento sull'etichetta (articolo
9.1, 9.2, 9.3).
Nessuna promozione al pubblico
Non ci deve essere pubblicità o altra forma di promozione al
pubblico di prodotti a cui si applica il Codice. Non ci deve essere
nessuna pubblicità nel punto di vendita, distribuzione di campioni
o ogni altro mezzo promozionale per attirare direttamente il consumatore,
come speciali mostre, tagliandi di sconto, premi, vendite speciali.
Il personale addetto al marketing non deve cercare nessun contatto
diretto o indiretto con le madri di neonati e bambini piccoli (articolo
5).
Nessun dono alle madri o al personale medico
Produttori e distributori non devono elargire alle madri nessun dono
di articoli o utensili che possa promuovere l'uso di sostituti del latte
materno o di allattamento tramite biberon.
Nessun incentivo finanziario o materiale, per promuovere prodotti
che rientrano negli scopi del Codice, deve essere offerto al personale
medico o a membri delle famiglie (articoli 5.4, 7.3).
Una chiara informazione
- Materiali informativi e istruttivi riguardanti la nutrizione
di neonati, rivolti a personale medico professionale, donne incinte
o madri, devono includere chiara informazione sui seguenti punti:
- i benefici e la superiorità dell'allattamento al
seno;
- la nutrizione materna e la preparazione e il mantenimento
dell'allattamento al seno;
- l'effetto negativo sull'allattamento al seno di introdurre
un parziale allattamento al biberon;
- la difficoltà di cambiare la decisione di non allattare
al seno;
- qualora necessario, il corretto uso della "infant formula".
- Quando questi materiali contengono informazioni sull'uso della
"formula infantile", essi devono includere:
- le implicazioni sociali e finanziarie del suo uso;
- i rischi per la salute per via di un uso inutile o improprio
della "infant formula" e altri sostituti del latte materno.
- Questi materiali non devono usare figure o testi che possano
idealizzare l'uso di sostituti del latte materno (articoli 4.2,
7.2).
Nessuna promozione nelle strutture sanitarie.
Le strutture sanitarie non devono essere usate per promuovere l'"infant
formula" o altri sostituti del latte materno. Esse inoltre non devono
essere usate per mostrare prodotti o manifesti pubblicitari e posters
su questi ultimi, o per la distribuzione di materiale che porta il marchio
di prodotti trattati dal Codice
(articoli 6.2, 6.3, 4.3).
Nessuna promozione al personale medico.
L'informazione fornita al personale medico da produttori e distributori,
riguardante prodotti trattati dal Codice, deve essere limitata a fatti
scientifici ed effettivi, e non deve implicare o creare l'opinione che
l'allattamento mediante biberon sia equivalente o superiore all'allattamento
al seno.
Campioni di tali prodotti, l'equipaggiamento e gli utensili per
la loro preparazione o uso, non devono essere forniti al personale
medico eccetto quando necessario per valutazione o ricerca professionale
a livello istituzionale (articoli 7.2, 7.4).
Nessun campione o rifornimento gratis
Campioni di prodotti a cui si applica il Codice non devono essere dati
a donne incinte, madri di neonati e bambini piccoli, o membri delle
loro famiglie.
Non devono essere dati rifornimenti gratis o sottocosto di sostituti
del latte materno a reparti maternità o ospedali. Rifornimenti
gratis o sottocosto possono essere dati ad altre istituzioni sociali
solo per il benessere di neonati che devono essere nutriti
con sostituti del latte materno, e devono continuare per tutto il
tempo in cui i suddetti neonati ne hanno bisogno. Essi non devono
essere usati come incentivo alle vendite (articoli 5.2, 7.4, 6.6,
6.7, Risoluzione OMS 39.28).
Nessuna promozione di cibi complementari prima che
ce ne sia il bisogno.
E' importante per i neonati ricevere cibi complementari adeguati, di
solito quando raggiungono l'età da 4 a 6 mesi di vita. Ogni cibo
o bevanda dato prima che i cibi complementari siano nutrizionalmente
necessari, può interferire con l'inizio o il proseguimento dell'allattamento
al seno e quindi non ne deve essere promosso l'uso durante questo periodo.
Bisogna inoltre fare ogni sforzo perché vengano usati i cibi
disponibili localmente. (Preambolo del Codice; Risoluzione WHA
39.28).
Le compagnie devono attenersi al Codice Internazionale.
Indipendentemente da ogni altra misura presa per rendere operante il
Codice, produttori e distributori di prodotti a cui si applica il Codice
devono considerarsi responsabili per la sorveglianza delle loro pratiche
di marketing, secondo i principi e gli scopi del Codice, e prendere
provvedimenti per assicurare che la loro condotta ad ogni livello sia
conforme ad esso
(articolo 11.3).
Applicazione del codice.
Dieci anni dopo la stesura del Codice, nell'Agosto 1990, molti rappresentanti
di governi di 30 paesi hanno adottato la
"Dichiarazione degli Innocenti"
in un meeting a Firenze.
A tutte le donne, afferma la Dichiarazione,
deve essere data la possibilità di allattare esclusivamente al
seno... E, per ottenere questo risultato,
tutti i governi devono
entro il 1995 aver preso provvedimenti per rendere effettivi tutti gli
articoli del Codice Internazionale e la risoluzione speciale dell'OMS
del 1986 (in cui si afferma che non ci devono essere rifornimenti
di latte per bambini negli ospedali e, nei reparti maternità,
la piccola quantità di latte necessaria deve essere comprata
anch'essa).
Nel 1991 l'UNICEF e l'O.M.S. hanno lanciato anche l'Iniziativa per
gli Ospedali Amici del Bambini, che mira a incoraggiare l'allattamento
al petto negli ospedali di tutto il mondo. Per dare all'iniziativa
una probabilità di successo, hanno chiesto alla Nestlé
e ai suoi concorrenti di rispettare il Codice Internazionale ponendo
fine ai loro rifornimenti gratuiti in tutti i paesi entro il 1992.
Nonostante l'esplicita richiesta dell'UNICEF, le ditte produttrici
si sono rifiutate di collaborare, continuando rifornimenti fino a
quando i governi non avessero legiferato in proposito o tutte le compagnie
fossero d'accordo a smettere. La Nestlé sa infatti che, prima
della realizzazione di queste condizioni, ci vorranno anni, durante
i quali potrà continuare a vendere i propri prodotti mentre
milioni di bambini continueranno a morire.
Durante il 1992 l'UNICEF ha posto nuovamente la questione a molti
governi, ma la Nestlé é stata capace di far sollevare
molte eccezioni e cavilli, per non includere nella legislazione latti
speciali, latti per lo svezzamento, ospedali privati ecc.
Inoltre la compagnia sa che tali cavilli mascherano i sondaggi e
aiutano a far finta che i rifornimenti gratis avvengono solo in casi
speciali. Né la risoluzione OMS del 1986 né l'UNICEF
ammettono queste eccezioni.
La legge italiana
Il Ministero della Sanità italiano, seguendo
le direttive Cee 91/321 e 92/52, ha emesso il decreto n. 500 del 6
aprile 1994 concernente gli alimenti per lattanti e di proseguimento
destinati all'esportazione verso Paesi terzi. Ne riportiamo alcuni
stralci:
Etichettatura
L'etichettatura degli alimenti per lattanti comporta, inoltre, le
seguenti indicazioni:
- una dicitura relativa alla superiorità dell'allattamento
al seno;
- una dicitura che raccomandi di utilizzare il prodotto soltanto
dietro parere di persone qualificate nel settore della medicina,
dell'alimentazione o della farmacia oppure di altre persone qualificate
nel settore della maternità e dell'infanzia. (Art.6.3)
L'etichettatura degli alimenti per lattanti e degli alimenti di proseguimento
non deve fornire informazioni che scoraggino l'allattamento al seno
e fare esplicito riferimento alle diciture "umanizzato", "maternizzato"
o ad espressioni analoghe.
(Art.6.4)
L'etichettatura degli alimenti per lattanti non deve riportare immagini
di lattanti, né altre illustrazioni o diciture che inducano
a idealizzare l'uso del prodotto, ad eccezioni delle illustrazioni
che facilitino l'identificazione del prodotto e ne spieghino i metodi
di preparazione prima del consumo.
(Art.6.6)
Pubblicità
Non è consentita la pubblicità in ogni sua forma nei
punti di vendita, nonché la distribuzione di campioni ovvero
il ricorso ad altri sistemi diretti a promuovere la vendita degli
alimenti per lattanti direttamente presso il consumatore nella fase
del commercio al dettaglio. (Art.7.2)
I produttori e le persone aventi titoli alla distribuzione degli
alimenti per lattanti non devono offrire al pubblico, alle donne
incinte, alle madri e ai membri delle famiglie, direttamente o indirettamente
attraverso il sistema sanitario ovvero attraverso gli operatori
sanitari, campioni gratuiti o a basso prezzo o altri omaggi. (Art
7.4)
Materiale informativo e didattico
Il materiale informativo riguardante i prodotti disciplinati dal
presente regolamento, qualora sia destinato alle gestanti e alle
madri dei lattanti e dei bambini, deve fornire precise informazioni
su:
- benefici e superiorità dell'allattamento al seno;
- allattamento materno, preparazione all'allattamento al seno
e modalità per assicurarne la continuazione;
- eventuali conseguenze negative per l'allattamento al seno derivanti
dall'introduzione dell'allattamento artificiale parziale;
- difficile reversibilità della decisione di non allattare
al seno;
- corretta utilizzazione degli alimenti per lattanti. (Art.8.1)
Il materiale informativo di cui al comma 1, qualora contenga informazioni
sull'impiego degli alimenti per lattanti, non deve riportare alcuna
immagine che possa idealizzare l'impiego di tali alimenti e deve,
atresì, fornire informazioni su:
- conseguenze sociali e finanziarie sulla utilizzazione degli
alimenti per lattanti;
- rischi derivanti alla salute dei soggetti interessati all'utilizzazione
non appropriata degli alimenti per lattanti. (Art.8.2)
NOTA BENE: nonostante la legge lo vieti, la promozione aggressiva
del latte artificiale continua anche in Italia. Chi scorga irregolarità
da parte delle ditte produttrici è pregato di contattare la
segreteria della Rete Italiana Boicottaggio
Nestlé
Sono state scoperte e documentate centinaia di
infrazioni del Codice da parte della Nestlé, la multinazionale
che ha il più vasto mercato di latte in polvere nel Terzo Mondo...
Come la Nestlé trasgredisce il Codice
"Molte compagnie stanno portando avanti azioni
che violano il Codice in maniera sistematica (...) Il Codice è
stato scritto per proteggere l'allattamento al seno. Dopo quindici
anni questa protezione è ancora urgentemente necessaria. L'allattamento
al seno continua ad essere minacciato dalle attività di marketing
delle compagnie."
(da Cracking The Code, realizzato dall'IGBM)
Nel 1994, in seguito a una campagna diffamatoria contro IBFAN, il
Sinodo Generale della Chiesa d'Inghilterra ha deciso di sospendere
il suo supporto alla Campagna Internazionale di Boicottaggio Nestlé.
Questa decisione ha acceso un dibattito che ha portato alla formazione
dell'IGBM (Interagency Group on Breastfeeding Monitoring), un gruppo
di organizzazioni non governative, istituzioni accademiche e chiese
inglesi, a cui è stata commissionata una ricerca indipendente
per ottenere prove obiettive di violazioni del Codice: Cracking the
Code, edito nel gennaio 1997. Questa ricerca è stata effettuata
in Bangladesh, Polonia, Sud Africa e Tailandia su un campione casuale
di 800 donne (in gravidanza e madri), 120 operatori sanitari, 40 strutture
sanitarie. Le conclusioni di questo studio affermano che molte compagnie
stanno compiendo azioni che violano il Codice in maniera sistematica
e non casuale (vedi anche la cronologia del boicottaggio).
Da quasi due decenni l'IBFAN (International Baby Food Action Network)
rende note periodicamente le trasgressioni al Codice da parte delle
ditte produttrici attraverso la pubblicazione "Breaking the Rules".
Sulla base di questi dati, è stata lanciata la campagna internazionale
di boicottaggio gestita dall'International Nestlé Boycott Committee
(INBC).
L'ultima edizione (Marzo 1998) riporta le violazioni risultanti dai
monitoraggi effettuati in 31 paesi tra gennaio e settembre nel 1997.
La tabella qui sotto mostra quelle della Nestlé.
Il rapporto mette anche a confronto le pratiche promozionali di 19
industrie di alimenti per bambini: la Nestlé risulta essere
la responsabile del 25% delle migliaia di violazioni registrate (circa
due volte di più di qualsiasi altra società).
IBFAN
è una rete di oltre 140 organizzazioni in più di 70
paesi, di cui tre quarti in Africa, Asia e America Latina. L'IBFAN
lavora per il miglioramento della salute e dell'alimentazione del
bambino e per l'applicazione del Codice.
BABY
MILK ACTION è il membro britannico dell'IBFAN. E' una organizzazione
non a fini di lucro che si batte per proteggere madri e bambini dalla
promozione commerciale dell'allattamento artificiale e per tutelare
i diritti della donna ad una scelta consapevole.
Breaking the Rules 1998: le infrazioni della Nestlé
|
Promozione nelle strutture sanitarie
|
Promozione diretta al pubblico
|
Etichettatura
|
|
Campioni gratuiti |
Poster, Calendari |
Regali agli operatori sanitari |
Regali alle madri |
Materiale informativo a disposizione delle madri |
Informazioni sui prodotti agli operatori sanitari |
Pubblicità sui mass-media |
Promozione nei negozi |
Campioni e regali alle madri |
Contatti tra personale addetto al marketing e
le madri |
Etichette inadeguate |
Argentina |
·
|
·
|
·
|
|
|
·
|
|
·
|
·
|
|
·
|
Bangladesh |
·
|
·
|
·
|
|
·
|
|
|
|
|
|
·
|
Benin |
|
|
|
|
|
|
|
·
|
|
·
|
|
Bolivia |
·
|
·
|
·
|
|
|
·
|
|
·
|
|
|
·
|
Brasile |
·
|
·
|
·
|
|
|
·
|
|
·
|
|
|
|
Colombia |
·
|
·
|
·
|
|
|
·
|
·
|
·
|
|
|
·
|
Corea |
|
|
|
|
|
|
|
·
|
|
|
|
Costa d'Avorio |
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
|
·
|
Costa Rica |
|
|
·
|
|
|
·
|
|
|
|
|
|
Croazia |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Filippine |
|
·
|
·
|
·
|
·
|
|
·
|
|
|
·
|
·
|
Gabon |
·
|
|
·
|
·
|
·
|
·
|
|
·
|
·
|
|
|
Germania |
·
|
·
|
·
|
·
|
|
·
|
·
|
·
|
|
|
·
|
Guatemala |
|
·
|
·
|
|
|
·
|
|
|
|
|
|
Indonesia |
·
|
·
|
·
|
·
|
|
·
|
·
|
·
|
|
·
|
·
|
Isole Mauritius |
|
|
|
|
|
|
·
|
|
|
|
·
|
Kenya |
|
|
|
|
|
|
|
·
|
|
|
·
|
Malaysia |
·
|
·
|
|
|
|
|
|
|
|
|
·
|
Messico |
·
|
|
·
|
|
·
|
·
|
|
·
|
|
|
·
|
Nicaragua |
·
|
·
|
·
|
|
·
|
|
|
·
|
|
·
|
·
|
Niger |
·
|
·
|
|
|
|
|
|
·
|
|
|
·
|
Peru |
·
|
·
|
·
|
·
|
|
·
|
|
·
|
|
|
·
|
Repubblica Dominicana |
·
|
|
·
|
|
|
·
|
|
·
|
|
|
|
Samoa |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Senegal |
·
|
|
·
|
|
|
·
|
|
·
|
|
|
|
Spagna |
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
|
|
|
Tailandia |
·
|
·
|
·
|
·
|
·
|
|
·
|
·
|
|
·
|
·
|
Tanzania |
|
|
|
|
|
|
|
·
|
|
|
|
Uruguay |
|
|
|
|
|
·
|
|
|
|
|
·
|
Venezuela |
|
·
|
·
|
|
·
|
·
|
|
|
|
|
·
|
Zambia |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
La Nestlé dichiara di attenersi al Codice
ma numerosi fatti la smentiscono...
La Nestlé dice che...
"Bella grafica - peccato per il testo. Il nuovo
documento della Nestlé non è tutto ciò che sembra."
(Baby Milk Action)
La Nestlé ha prodotto un documento dove spiega le sue politiche
di marketing del latte in polvere nei paesi in via di sviluppo. In
questo documento, la Nestlé dichiara che il suo modello di
comportamento riguardo la commercializzazione del latte per bambini
è lo stesso contenuto nel Codice dell'OMS e dell'UNICEF. Ma,
come emerge da uno studio di Baby
Milk Action, ci sono importanti differenze.
Punti del documento
Nestlé |
Critica di Baby Milk
Action |
Modello di comportamento
della Nestlé riguardo al latte in polvere nei paesi in
via di sviluppo |
Il Codice Internazionale
tratta tutti i sostituti del latte materno in tutti i paesi.
L'Articolo 11.3 chiede ai produttori di attenersi al Codice indipendentemente
dai governi. |
Ciò
che la Nestlé fa |
|
Mettere in guardia le madri
sulle conseguenze dell'uso scorretto o inappropriato del latte
in polvere |
In molti paesi le etichette
della Nestlé non sono nella lingua locale |
Attenersi, sia alla lettera
sia nello spirito, al Codice Internazionale OMS. |
Monitoraggi indipendenti
mostrano che la Nestlé viola il Codice e le successive
Risoluzioni |
Sostenere sforzi effettuati
da governi di recepire il Codice attraverso legislazione, regolamenti
e altre misure appropriate. |
La Nestlé ha provato
a screditare tentativi di costruire una forte legislazione in
molti paesi, per esempio Filippine, Ghana, Pakistan, Uganda, e
in Europa...Ora è sotto accusa per aver infranto la Legge
Indiana sul Cibo per Bambini. Invece di ammettere la colpa, la
compagnia mette in discussione le norme per via delle quali viene
perseguita |
Ciò
che la Nestlé non fa |
|
Diffondere annunci pubblicitari
del latte per bambini al pubblico |
Il Codice proibisce le
promozioni, non solo gli annunci pubblicitari, e tratta tutti
i sostituti del latte materno, non solo il latte per bambini |
Usare figure di bambini
sulle confezioni di latte in polvere |
Vero - a causa di pressioni
esercitate dal Boicottaggio, la Nestlé ha smesso di usare
figure di bambini sulle confezioni di latte in polvere nel 1984.
Ma molti cibi complementari da biberon della Nestlé portano
ancora figure di bambini che idealizzano il prodotto |
Fornire incentivi materiali
o finanziari a operatori sanitari allo scopo di promuovere il
latte per bambini |
Perché la Nestlé
dà doni agli operatori sanitari, se non per promuovere
i suoi prodotti? |
Permettere che del materiale
educativo correlato all'uso del latte in polvere sia esposto pubblicamente
in ospedali e cliniche |
Sono stati segnalati centinaia
di casi di pubblicità Nestlé alle madri nelle strutture
ospedaliere |
Donare latte per bambini
gratis per l'uso da parte neonati sani, eccetto in casi sociali
eccezionali (per esempio dove le politiche del governo permettono
ai produttori di rispondere ad una specifica richiesta medica,
ad esempio se la madre muore alla nascita del figlio) |
Questa è una chiara
ammissione - le Risoluzioni dell'Assemblea Mondiale della Sanità
proibisce tutte le donazioni commerciali di sostituti del latte
materno a tutte le parti del sistema sanitario. Molti governi
stanno lavorando per chiudere queste scappatoie, consapevoli che
orfani e bambini socialmente bisognosi necessitano di un sostegno
regolare e consistente, non di donazioni commerciali irregolari. |
Ciò
che la Nestlé farà |
|
Prendere misure disciplinari
contro qualsiasi membro del personale Nestlé che viola
volontariamente questo modello di comportamento |
La Nestlé dice che
nessun membro del personale è mai stato punito sulla questione |
La Nestlé invita
gli ufficiali governativi, gli operatori sanitari, e i consumatori,
a portare alla sua attenzione ogni pratica di commercializzazione
del latte in polvere della Nestlé nei paesi in via di sviluppo
che essi considerano non in conformità con il suddetto
impegno. |
In più, le compagnie
hanno la responsabilità di monitorare i loro comportamenti,
secondo il Codice Internazionale |
Il boicottaggio è uno strumento democratico
e efficace che noi consumatori abbiamo a disposizione per costringere
la Nestlé a rivedere il suo comportamento
Che cosa possiamo fare noi?
"L'atteggiamento più pericoloso, da allontanare
come una tentazione, è il pessimismo. Non dire che contro i
colossi della terra non ce la faremo mai e che quella mondiale è
una dimensione troppo vasta per essere gestita dal basso. Sui sensi
di impotenza i padroni ed i governanti costruiscono imperi."
(Francuccio Gesualdi, responsabile del Centro Nuovo
Modello di Sviluppo,
da "Lettera ad un consumatore del Nord" Ed. EMI, '90.)
Che cosa possiamo fare se non ci rassegniamo ad assistere impotenti
e ad ammettere che il potere delle imprese possa calpestare i più
elementari diritti umani, irridere la dignità delle persone
del Sud del Mondo ma anche di quelle del Nord, subordinandole e pilotandolo
con una incessante ed ingannevole pubblicità?
Se vogliamo dare una speranza di vita ai bambini del Terzo Mondo
è necessario, prima di tutto, fermare le compagnie nelle loro
irresponsabili tecniche di vendita, ed inoltre promuovere, tramite
appoggio diretto a medici e ONG (Organismi Non Governativi), programmi
di istruzione e di informazione igienico-sanitarie.
A questo scopo sembra avere un'efficacia molto limitata la semplice
legislazione, di cui spesso le imprese si prendono gioco, influenzando
più o meno direttamente, i governi. Noi riteniamo che per obbligare
la Nestlé a rispettare il Codice Internazionale lo strumento
di lotta più adatto ed incisivo sia il boicottaggio.
Il boicottaggio consiste nell'interruzione, organizzata e temporanea,
dell'acquisto di uno o più prodotti, per indurre le società
produttrici a comportamenti diversi. Congiuntamente ad una capillare
informazione e sensibilizzazione sul problema, il boicottaggio raggiunge
in forma democratica ed efficace l'obbiettivo attraverso tre meccanismi:
- determina un calo delle vendite: bisogna ricordare che
può bastare una riduzione di solo il 3 - 5% per provocare
un grave danno alle imprese costrette a incrementare le spese per
la pubblicità e a cedere fette di mercato alla concorrenza.
- danneggia l'immagine dell'impresa e questo, in una società
che vive di sola immagine, rappresenta un danno ancor più
grave del semplice calo delle vendite: alcune compagnie, denunciate
in passato, hanno ceduto davanti alla sola minaccia di boicottaggio
per non vedere il loro nome associato nella mente dei consumatori
a comportamenti moralmente condannabili (è il caso della
Scott in Inghilterra e della Del Monte).
- costringe l'impresa a reimpostare le pubbliche relazioni,
a vigilare in maniera molto accurata sulle iniziative dei boicottatori
ed a nascondere le pratiche scorrette di cui è accusata.
Le ditte infatti fanno un conto di queste perdite (subite a causa
del boicottaggio) e delle perdite che subirebbero accettando le
richieste dei boicottatori. La ditta boicottata cesserà le
pratiche incriminate solo quando le converrà sul piano economico,
l'unico a cui è sensibile.
Un po' di storia.
Anche se nei libri di scuola non se ne parla, il boicottaggio ha radici
storiche importanti. In Italia non si è mai diffuso a causa della
presenza pressoché totalizzante come strumento di lotta dello
sciopero, ma in altri paesi viene adoperato da molto tempo con successo.
Con il boicottaggio i francesi posero fine, nel 1792, alla schiavitù
smettendo di comprare merci prodotte da schiavi. In epoca più
recente Martin Luther King con il boicottaggio ottenne l'abolizione
di alcune leggi segregazioniste.
Molti giganti economici, come ad esempio Coca Cola, Campbell, Polaroid,
Dow Chemical, Barclays Bank e altri ancora sono stati fermati in poco
tempo da gruppi di boicottaggio spesso inizialmente molto modesti.
Per restare nel campo del latte in polvere nel 1977 la compagnia inglese
Brisol Myers Corp. fu accusata di pubblicità scorretta al suo
latte e di pagare falso personale ospedaliero. Dopo solo due anni
di boicottaggio si accordò per terminare queste pratiche e
gli osservatori internazionali hanno verificato la loro effettiva
cessazione.
Il potere dei consumatori.
Il potere del sistema economico dominante, di cui le imprese multinazionali
sono la più consistente espressione, fa leva sui nostri sensi
di impotenza, ci distrae con la pubblicità e ci fa credere che
come consumatori non abbiamo alcuna influenza.
Ma in realtà ogni singolo consumatore, se unisce i suoi sforzi
insieme a quelli degli altri, ha il potere di far vacillare questi
imperi. Il problema semmai è come organizzare queste forze
disperse, come informare e coordinare, come raggiungere rapidamente
e coinvolgere il maggior numero di persone.
Questo è difficile ma non impossibile. Lo dimostra il fatto
che la Nestlé era già stata fermata con un primo boicottaggio
internazionale durato dal 1977 al 1984. Si era allora impegnata a
rispettare le regole del Codice.
Nel 1988 però ci si rese conto che la compagnia, dopo un periodo
di effettiva buona condotta, ha ripreso a violare il Codice ed è
stata lanciata una seconda campagna di boicottaggio -quella attuale-
(che continuerà fino a che i monitoraggi di controllo non proveranno
che la Nestlé rispetta il Codice).
Può apparentemente sembrare una sconfitta, ma oltre al fatto
che la Nestlé ha rinunciato alle pratiche più vistose,
ora deve compiere azioni che lei stessa nell'84 ha definito immorali
e illegali, e quindi deve agire di nascosto quando prima poteva farlo
alla luce del sole.
Verso una nuova cultura della solidarietà.
Ma salvare i bambini, per quanto di primaria importanza, non è
l'unico fine di questo boicottaggio: noi speriamo che, oltre a fermare
la Nestlé, il boicottaggio serva a creare sensibilità
sul più vasto problema del rapporto fra multinazionali e sofferenza
nei paesi sottosviluppati e a costruire una nuova cultura della solidarietà.
L'esperto Todd Puttman afferma che "il boicottaggio denuncia ed educa
allo stesso tempo. Educa ad agire, a non assistere passivamente alle
ingiustizie ed ai soprusi che avvengono sotto il nostro naso. Educa
ad assumerci le nostre responsabilità. Il boicottaggio abitua
la gente a riprendersi il potere nelle proprie mani. Per questo è
quanto di più democratico possa esserci.". Una vittoria contro
la Nestlé sarebbe un forte messaggio anche per le altre multinazionali
che sfruttano impunemente i popoli del Terzo Mondo appropriandosi
del frutto delle loro terre e del loro lavoro e lasciando in cambio
sottosviluppo e rifiuti tossici.
Per fermare queste ingiustizie non solo verso chi le subisce direttamente
ma anche per chi, nella miope ottica a breve termine ne appare beneficiario
perché può comprare a poco prezzo il frutto della terra
e del lavoro altrui, il mezzo più efficace è usare finalmente
il nostro potere di consumatori, rivendicando e praticando la nostra
autodeterminazione su fronti apparentemente poco politici e poco eroici
quali la scelta della nostra alimentazione e dei nostri acquisti,
ossia dell' uso dei nostri soldi, in favore di un mondo migliore.
Parallelamente al boicottaggio si può infatti definire e proporre
un nuovo modello di consumo critico che prenda in considerazione la
storia del prodotto, la moralità della casa produttrice, l'inquinamento
di cui è responsabile etc. così da rafforzare i sistemi
produttivi e commerciali corretti che implichino un modello di sviluppo
alternativo a quello attuale.
Tutto ciò ed in particolar modo l'efficacia del boicottaggio
è solo un'utopia se resta il progetto di pochi, ma può
avere realmente successo se riesce a diffondersi come è avvenuto
in passato. Per questo c'è bisogno dell'impegno di tutti. Anche
del tuo.
Cronologia del boicottaggio
- 1939: CICELY WILIAMS scrive "Latte omicida".
In un discorso al Rotary Club di Singapore la dottoressa Wiliams,
pioniera sull'argomento della nutrizione dei bambini dichiara
"se le vostre vite fossero così dure come la mia, che vedo
giorno dopo giorno questo massacro" di innocenti dovuto a malnutrizione,
credo che pensere- ste come me che l'eccessiva pubblicizzazione
dei prodotti per bambini dovrebbe essere punita come la forma
più criminale di sedizione, e che queste morti dovrebbero
essere considerate omicidi.
- 1968: Dottor Derrick Jelliffe dell'istituto
dei Caraibi per il cibo e la nutrizione crea il termine "malnutrizione
commercio-genica" per descrivere l'impatto della pubbli- cità
delle industrie sui decessi dei bambini.
- 1970: L'UNPAG (UNITED NATIONS PROTEIN CALORIE
ADVISORY GROUP) indice un incontro sulla nutrizione dei bambini
che pone alla luce il problema delle pratiche industriali.
- 1972: L'IOCU (INTERNATIONAL ORGANIZATION
of CONSUMER UNIONS) sottopone un codice di comportamento per le
campagne pubblicitarie sul cibo per bambini alla Commissione dei
Codici alimentari della F.A.O./O.M.S..
- 1973 Agosto: La storia di copertina del
New Internationalist, "la tragedia del cibo per bambini ", chiede
una campagna di azione per fermare la promozione non adeguata
del latte per bambini.
- 1973 Novembre: L' UNPAG rilascia una dichiarazione
dicendo che la pubblicizzazione alle madri, negli ospedali, (del
latte in polvere) subito dopo il parto, è inappropriata.
- 1974 Marzo: WAR ON WANT pubblica "L'uccisore
di bambini", un resoconto sulla malnutrizione e sulla pubblicizzazione
di pratiche artificiali di nutrizione nel Terzo Mondo.
- 1974 Maggio: Il Gruppo d'azione per il
Terzo Mondo di Berna(ADgW) traduce l'opuscolo della "WAR ON WANT"
e lo pubblica in Svizzera con il titolo "Nestlé uccide
i bambini".
- 1974 Luglio: Nestlé cita in giudizio,
per diffamazione, l'ADgW.
- 1975: Prima seduta sul caso Nestlé.
Il consiglio internazionale delle industrie di cibo per bambini
viene formato con 8 compagnie COW & GATE, DUMEX, MEIJI, MORINAGA,
NESTLE', SNOW BRAND, WAKADO and WYETH. L'ICIFI produce un volontario
"codice di condotta".
- 1976 Gennaio: UNPAG risponde al codice
dell'ICIFI, dicen- do che questo non è sufficiente.
- 1976 Aprile: Le Suore del Prezioso Sangue
accusano la BRISOL MYERS CORPORATION, per informare la nazione
ed il mondo riguardo al pericolo per la salute dei bambini, causata
dalla per pubblicità delle compagnie alla Formula per l'Infanzia,
nel Terzo Mondo.
- 1977, 4 Luglio: Viene lanciato il boicottaggio
Nestlé, quando questa si rifiuta di cessare la sua pratica
di pubblicizzazione.
- 1978: Il boicottaggio alla Nestlé
si estende a: Canada, Nuova Zelanda ed Australia.
- 1978 Gennaio: La BRISTOL MYERS si accorda
fuori dal tribunale per cessare la pubblicizzazione di latte per
bambini e di non utilizzare più false infermiere.
- 1978, 23 Maggio: Il sotto- comitato alla
salute e alla ricerca scientifica del Senato USA, presieduto dal
senatore E.Kennedy, ascolta testimonianze sul problema della nutrizione
dei bambini da professionisti del Sud del Mondo, rappresentanti
della Chiesa, autorità internazionali nel campo della medicina
e del marketing, e funzionari di azienda. Dottori ed infermiere
del Sud del Mondo descrivono il negativo impatto della pubblicizzazione
e dell'uso di latte artificiale nelle loro regioni ed i rappresentanti
della Chiesa evidenziano l'indifferenza delle industrie alle critiche.
I rappresentanti delle compagnie negano di avere responsabilità
per le condizioni socioeconomiche nel Sud del Mondo, ma ammettono
di non avere prova per le loro dichiarazioni.
- 1979: Le industrie subiscono una sconfitta
quando all'incontro OMS/UNICEF si chiede la fine della propaganda
del latte artificiale. All'incontro (tenutosi a Ginevra) partecipano
150 persone fra rappresentanti di governi, di industrie, dell'O.N.U.
e di associazioni non governative. Insieme ad alcune raccomandazioni
sulla nutrizione dei bambini, sull'educazione del personale sanitario,
sull'incremento delle condizioni sociali delle donne e sullo sviluppo
di diete svezzanti, i partecipanti chiedono che siano applicate
forti limitazioni alle campagne di propaganda del cibo per bambini.
Le organizzazioni non governative si riuniscono per formare l'IBFAN
(International Baby Food Action Network), in modo tale da poter
esercitare una pressione costante sulle industrie di cibo per
bambini.
- 1980, 30 Gennaio - 11 Febbraio: Le industrie
ritirano l'impegno di fermare la pubblicità. La Nestlé
ed altre tre industrie americane ritirano la parola di sottoscrivere
le raccomandazioni OMS/UNICEF. Successivamente non si presentano
all'incontro del 30 Gennaio e partecipano a quello dell'11 Febbraio
solo per la minaccia di citazione a giudizio. I rappresentanti
delle industrie ammettono che non intendono sottoscrivere l'interpreta-
zione delle raccomandazioni dell'O.M.S. uscite dall'incontro di
Ottobre. Quando gli viene chiesto che cosa la sua ditta avrebbe
cambiato come risultato dell'incontro il rappresentante della
Nestlé risponde: "Non mi sembra che sia necessario alcun
cambiamento".
- 1980 Giugno: Baby Milk Action lancia il
boicottaggio in Gran Bretagna. Durante l'anno, O.M.S. e UNICEF
preparano un codice di comportamento in collaborazione con governi,
industrie di cibo per bambini, ricercatori, personale sanitario
e associazioni pubbliche.
- 1981: Il boicottaggio si estende a Svezia
e Germania Ovest.
- 1981, 21 Maggio: Il "Codice Internazionale
di pubblicità dei sostituti del latte materno" viene accettato
a stragrande maggioranza alla trentaquattresima Assemblea Mondiale
Sanitaria (WHA). Gli USA sono l'unica nazione a votare contro:
118 favorevoli, 1 contrario, 3 astenuti. Il presidente dell'Assemblea
elogia singoli cittadini e associazioni per aver attivamente partecipato
alla stesura del codice.
- 1981 Ottobre: Il parlamento Europeo approva
una direttiva basata sul codice.
- 1982 Marzo: La Nestlé pubblica un
orientamento per seguire le direttive O.M.S./UNICEF.
- 1982 Maggio: La Nestlé crea una
commissione (NIFAC) che ha il compito di controllare il rispetto
delle direttive da lei sottoscritte.
- 1982: Su pressioni dell'O.M.S., dell'UNICEF,
di gruppi di azione e di personale sanitario, la Nestlé
definisce una serie di nuove direttive (il "codice IDACE"), che
sono ritenute ancora insufficienti. Il boicottaggio inizia in
Francia.
- 1983: Il Parlamento Europeo approva ancora
una volta una risoluzione nettamente favorevole al codice internazionale
e contraria al "Codice IDACE".
- 1983 Agosto: Il boicottaggio alla Nestlé
raggiunge la Norvegia e la Finlandia.
- 1984, 24 Gennaio: Nestlé acconsente
a sottoscrivere il codice dell'O.M.S.. Dopo sette anni di intenso
boicottaggio, la Nestlé promette di mettersi in regola
con il Codice Internazionale O.M.S./UNICEF, ovunque tranne che
nell'Europa dell'Est.
- Rimangono alcune divergenze fra la Nestlé
e l'INBC (International Nestlé Boycott Committee), sulla
fine della distribuzione gratuita di prodotti ai reparti maternità
degli ospedali, ma la Nestlé insiste che su questo punto
il codice è ambiguo, quindi si decide di attendere chiarimenti
da parte dell'O.M.S. e dell'UNICEF.
- 1984 Febbraio: I gruppi impegnati nel boicottaggio
si incontrano in Messico e decidono di sospendere il boicottaggio
per 6 mesi, così da dare tempo alla Nestlé per mettere
in pratica le sue risoluzioni.
- 1984 Dicembre: Dopo 6 mesi di ragionevole
impegno della Nestlé nel mantenere le sue promesse e dopo
ulteriori sottoscrizioni dei dirigenti per impegnarsi al massimo
anche in futuro, i gruppi decidono di chiudere il boicottaggio.
- 1985 Dicembre: Un comitato di esperti dell'O.M.S.
e dell'UNICEF chiede la fine delle distribuzioni gratuite. Nel
chiarire il problema delle distribuzioni gratuite l'O.M.S. e l'UNICEF
sponsorizzano un incontro fra esperti, che ha il compito di esprimere
un giudizio sulla questione delle distribuzioni gratuite. La loro
chiara conclusione afferma che la distribuzione gratuita interferisce
con la propaganda dell'allattamento naturale e dovrebbe venir
interrotta: "l'uso frequente di sostituti del latte materno, che
è non solo inutile, ma anche pericoloso, dal momento che
viene usato al posto dell'allattamento materno, non dovrebbe essere
consentito negli ospedali. Non si devono fornire gratuitamente
sostituti del latte materno agli ospedali".
- 1986 Maggio: L'Assemblea Mondiale della
Salute approva una risoluzione che vieta la distribuzione gratuita
di latte artificiale. I delegati della WHA, seguendo le raccomandazioni
del comitato di esperti, approvano la risoluzione di vietare la
distribuzione gratuita agli ospedali.
- 1988 Marzo: 228 ONG in tutta Europa chiedono
un rafforzamento delle direttive e una rapida applicazione di
queste.
- 1988 Giugno: Il gruppo IBFAN, operante
negli USA (ACTION), indice una conferenza stampa, dichiarando
che se la Nestlé e la American Home Products (AHP) non
smetteranno di inviare rifornimenti gratuiti agli ospedali, sarà
lanciato un nuovo boicottaggio.
La ACTION chiede che la Nestlé e la AHP pubblichino un
programma in cui espongono il modo in cui finiranno i rifornimenti
gratuiti. Dichiara che se entro il 4 Ottobre non sarà presentato
questo pro- gramma lanceranno il boicottaggio.
- 1988, 4 Ottobre: La ACTION lancia il boicottaggio
alla Nestlé e alla AHP negli USA. Il gruppo IBFAN tedesco,
AGB, lancia il boicottaggio alla Nestlé, e una campagna
pubblicitaria contro la Milupa. Gruppi in Francia, Austria, Svezia,
Norvegia, e Gran Bretagna promettono di aderire al boicottaggio.
Altre 12 nazioni promettono di sostenerlo.
- 1989, 15 Marzo: Nella giornata mondiale
dei diritti del consumatore la BMAC lancia il boicottaggio al
Nescafé. Contemporaneamente partono boicottaggi in Irlanda,
Norvegia e Svezia.
- 1991: la Chiesa di Inghilterra aderisce
al Boicottaggio contro la Nestlé : da quel momento le vendite
di Nescafé sono diminuite del 3% nel Regno Unito.
- 1992: Nell'abbazia di Westminnster, si
svolge una conferenza organizzata dall'INBC (International Nestlé
Boycott Committee) dove i rappresentanti di 14 paesi ripropongono
alla Nestlé le loro richieste.
- 1993: Negli Stati Uniti, i latti Nutramigen
e Soyalac vengono ritirati dal mercato: il primo quando è
stato scoperto che conteneva vetri rotti, il secondo in seguito
alla scoperta di una contaminazione con salmonella.
- 1993 Dicembre: Beppe Grillo, informato
tramite Dario Fo e Franca Rame (che avevano aderito), denuncia
il problema durante il suo spettacolo televisivo su RAI UNO.
- 1994 Marzo: la dogana dello stato dello
Sri Lanka respinge un carico di latte in polvere Nestlé
proveniente dalla Polonia poichè aveva un tasso di radioattività
superiore al doppio dei livelli ammessi. Nestlé respinge
le accuse affermando che gli standards dello Sri Lanka sono troppo
rigidi.
- 1994 Giugno: 27 sacerdoti della diocesi
di Novara hanno inviato una lettera alla multinazionale dichiarandosi
non disponibili a collaborare al concorso "Disegna la famiglia,
vinci l'America" promosso dalla Nestlé.
- 1994, 12 Novembre: a Milano si costituisce
la Rete Italiana Boicottaggio Nestlé, organismo di coordinamento
di tutti i gruppi che lavorano al boicottaggio Nestlé.
- 1995, 15 Dicembre: Prima giornata italiana
dedicata al boicottaggio Nestlé. Una delegazione RIBN consegna
a Saverio Ripa di Meana (direttore Relazioni Esterne Nestlé)
33.000 firme, e si incontra per un dibattito a porte chiuse con
i rappresentanti dell'associazione Italiana Produttori di Alimenti
per l'Infanzia per discutere il problema.
- 1996 Marzo: Una nuova risoluzione dell'Assemblea
Mondiale della Sanità proibisce le sponsorizzazioni di
convegni medici da parte di produttori di latte in polvere .
Save The Children, organizzazione inglese per la
cooperazione internazionale, denuncia la propaganda diretta e
la donazione di campioni gratuiti nella provincia dello Yunnan
(Cina). Il governo cinese adotta misure per impedire tali pratiche.
- 1996 Settembre: Il comune di Asti nega
l'autorizzazione per la registrazione di una puntata di "L'albero
azzurro" (trasmissione RAI per bambini) perché sponsorizzata
da Nestlé.
- 1997 Gennaio: Un rapporto dell'Interagency
Group of Breastfeeding Monitoring, che include 27 organizzazioni
sanitarie e religiose come l'Unicef e Save The Children, denuncia
le continue violazioni del Codice Internazionale da parte di cinque
multinazionali (Nestlé inclusa). Il rapporto è basato
su una ricerca statistica eseguita in Polonia, Bangladesh, Thailandia,
Sud Africa.
- 1997 Maggio: Il comune di Roma, Nestlé
e COTRAL (azienda di trasporto della capitale) stipulano un contratto
della durata di dieci anni per la sponsorizzazione di mosaici
che abbelliscano le fermate del metrò. Rifondazione Comunista
e la Rete Romana Consumo Critico intraprendono una serie di iniziative
per far rescindere il contratto.
- 1997 Agosto: I giovani che si sono recati
a Parigi per partecipare alla dodicesima giornata mondiale della
gioventù, al mattino si sono visti offrire un cestino da viaggio
della Nestlé. Questo era il risultato di una sponsorizzazione
richiesta ed ottenuta dall'Opera Romana Pellegrinaggi (ORP), che
aveva fatto appello a varie imprese per poter mantenere il prezzo
del viaggio a sole lire 600.000. I sostenitori della RIBN sono
stati invitati a scrivere a Mons. Andreatta, direttore dell'ORP,
per esprimere il proprio dissenso. Mons. Andreatta ha poi chiesto
pubblicamente scusa.
- 1997: Negli Stati Uniti, la Food and Drug
Administration, in relazione a casi di disturbi gastrointestinali,
ritira 11.317 scatole di latte per lo svezzamento Carnation della
Nestlé a causa di adulterazione e produzione in condizioni
antigieniche. Nel Regno Unito, il Milumil viene ritirato dalle
vendite dopo essere stato collegato a un'infezione con salmonella.
- 1997 Luglio: Nestlé, che aveva messo
in dubbio l'attendibilità dei dati di Cracking The Code,
ha compiuto una frettolosa inversione di marcia per la paura di
un biasimo del Sinodo della Chiesa d'Inghilterra: ha approvato
la mozione presentata dalla dottoressa Christine Baxter, che chiedeva
al Sinodo di prendere atto del rapporto Cracking the Code
e chiedere a produttori e operatori sanitari di aderire al Codice.
L'INBC ha allora rinnovato l'impegno di terminare il boicottaggio
non appena i monitoraggi mostrino la conformità dell'azienda
al Codice per un periodo di 18 mesi.
- 1998, 23 febbraio: L'amministrazione provinciale
di Ferrara aderisce alla campagna di pressione nei confronti della
Nestlé, sospendendo ogni acquisto di prodotti della Nestlé e delle
ditte ad essa collegate.
- 1998, 15 aprile - 15 maggio: La casa editrice
EMI invia una lettera aperta alla Piemme, che aveva organizzato
l'iniziativa "Merenda gratis in libreria" (in cui venivano offerte
gratuitamente merendine Nesquik Stick ai bambini) nella quale
contesta sia l'iniziativa, sia la scelta dello sponsor. Numerose
associazioni locali e nazionali sottoscrivono la lettera.
- 1998, 1° maggio: Il critico cinematografico
Roberto Silvestri si dimette dall'organizzazione del Torino Film
Festival (per il quale doveva curare una rassegna di film africani)
per protestare contro l'istituzione del Premio Nestlé, illustrando
le sue ragioni in un articolo sul Manifesto. Altri giornali nazionali
riprendono la notizia.
- 1998, 15 maggio: seconda giornata italiana
dedicata alla campagna. Consegna delle firme alla Nestlé
e iniziative di divulgazione in tutto il territorio nazionale.
- 1998, 17 maggio: La Giornata del Libro
è quest'anno sponsorizzata dalla Nestlé, e molte librerie offrono
Nescafé agli avventori. Numerosi intellettuali, fra cui il prosindaco
di Mestre Gianfranco Bettin, Marco Paolini e Ivan Della Mea, sottoscrivono
un appello di protesta riportato da vari giornali.
- 1998, 9 dicembre: La IBFAN vince il "Right
Livelihood Award", conosciuto comunemente come il "Nobel alternativo",
attribuito a coloro che offrono risposte pratiche ed esemplari
ai problemi cruciali del mondo di oggi.
- 1998 dicembre: In relazione all'episodio
di avvelenamento di due panettoni Motta rivendicato dall'ALF,
la RIBN emette un comunicato stampa in cui ribadisce quanto già
espresso dal suo portavoce Adriano Cattaneo nel corso della trasmissione
televisiva Pinocchio del giorno 15 Dicembre 1998: esprime tutta
la sua solidarietà ai lavoratori dello stabilimento Motta e condanna
i metodi di lotta utilizzati da coloro che hanno perpetrato l'azione
di avvelenamento dei panettoni. La RIBN combatte in favore della
vita di milioni di bambini e della salute dei consumatori. Non
può pertanto appoggiare metodi di lotta che, seppure solo potenzialmente,
mettono in pericolo la salute.
- 1999 gennaio: La Advertising Standards
Authority (ASA), ente pubblico preposto alla sorveglianza della
pubblicità nel Regno Unito, dà ragione ad un reclamo della Baby
Milk Action contro una pubblicità della Nestlé apparsa sul giornale
studentesco Oxford Independent nel 1996. La Nestlé presenta appello
contro la sentenza, che però viene respinto dall'ASA
Attualmente la campagna è diffusa in 18 nazioni:
Australia, Canada, Finlandia, Filippine, Francia, Germania, Gran Bretagna,
Irlanda, Isole Mauritius, Italia, Messico, Norvegia, Olanda, Spagna,
Svezia, Svizzera, Turchia, USA.
I vantaggi dell'allattamento al seno
A cura della Dottoressa Sofia Quintero Romero,
esperta sull'allattamento materno e la salute delle donne
Per il bambino:
- soddisfa tutti i bisogni nutritivi fino al sesto mese di vita
- è facile da digerire
- fornisce l'acqua sufficiente, anche in paesi dove essa scarseggia
- si adatta al ritmo di crescita del bambino e favorisce una
crescita ottimale
- previene la carenza di vitamina A e di altre vitamine
- fornisce difese contro le infezioni intestinali e respiratorie
- riduce il rischio di allergie respiratorie e della pelle
- evitando la tettarella, aiuta a prevenire la carie ed i difetti
della dentizione
- diminuisce il rischio del diabete
- apporta nutrienti essenziali per lo sviluppo neurologico
- stimola un più equilibrato sviluppo psicologico
- favorisce la relazione affettiva con la madre
Per la madre:
- stimola la contrazione dell'utero dopo il parto, riducendo
il rischio di emorragie ed accelerando il ritorno alle dimensioni
normali
- ritarda l'ovulazione, aiutando a distanziare le nascite
- contribuisce a prevenire il cancro al seno e alle ovaie
- diminuisce il rischio di osteoporosi nella donna anziana
- aiuta la madre a recuperare la forma fisica
- è piacevole e dà serenità e tranquillità
- favorisce la relazione affettiva con il figlio o la figlia
Vantaggi generali:
- è sempre pronto e disponibile (anche per bambini
prematuri e gemelli: più latte viene succhiato, più
ne viene prodotto)
- ha la giusta temperatura
- è gratuito
- è ecologico
E soprattutto:
"Anche in condizioni di estrema malnutrizione una madre continua
a produrre il latte necessario al bambino... Nutrire di più
la madre costa solo un decimo del latte artificiale per il bambino."
The Lancet (rivista specializzata di medicina)
Guida pratica al boicottaggio
Il primo passo per aderire alla campagna di boicottaggio contro la
Nestlé è quello di impegnarsi a non comprare Nescafè
e Nesquik. Nescafè è il prodotto simbolo della
multinazionale e per questo è boicottato in tutto il mondo;
Nesquik è stato scelto per la campagna italiana viste le scarse
vendite del Nescafé.
Ogni persona poi, può impegnarsi a seconda della propria disponibilità
e sensibilità:
- estendendo il boicottaggio ad amici, conoscenti ecc.;
- spedendo una lettera alla Nestlé che esprima il vostro dissenso
verso le strategie della multinazionale;
fino a quando non si adeguerà al Codice Internazionale;
- boicottando anche gli altri prodotti che appartengono alla multinazionale;
- spedendo lettere di protesta ad enti, associazioni e giornali
che si fanno sponsorizzare dalla Nestlé (chiederne una copia
alla segreteria organizzativa RIBN);
- se siete un'associazione o un gruppo, promuovendo la campagna
sul territorio (è disponibile la lista dei gruppi
locali che lo fanno già), con volantinaggi, banchetti informativi,
spettacoli di piazza, articoli su giornali e riviste ecc., nel rispetto
della legge, e/o con il monitoraggio del rispetto del Codice; in
questo può aiutarvi il materiale di supporto
alla campagna;
- associandosi alla RIBN, versando la
quota di partecipazione sul CCP n. 82336009 intestato a: Fucilli
Roberta, Via Carlo Dossi 35, 00137 Roma, specificando nella causale
"adesione RIBN" ("boicottaggio Nestlé" se si vuole fare una
donazione).
I singoli, le associazioni e i gruppi che sono interessati ad aderire
al boicottaggio possono iscriversi alla RIBN,
in modo da essere sempre aggiornati sugli sviluppi della campagna. I
gruppi che non vogliono aderire, ma attuano il boicottaggio, sono comunque
pregati di fornire il loro indirizzo alla segreteria. L'adesione alla
Rete è caratterizzata da quattro aspetti:
- consenso politico alle finalità e agli strumenti propri
della Campagna di boicottaggio;
- apporto organizzativo, o semplice sostegno economico e consenso
politico;
- quota di partecipazione (L. 10.000 per gli individui, L. 30.000
per le organizzazioni locali, L. 100.000 per quelle nazionali, regionali
e le ONG);
- accettazione dello statuto.
Che cos'è la Rete Italiana Boicottaggio Nestlé
La RIBN si è costituita per rispondere alla comune esigenza
di dar peso e organizzazione al boicottaggio della Nestlé che,
grazie all'opera di numerosi gruppi locali, era già diffuso
sul territorio nazionale.
Lo scopo della RIBN può essere così sintetizzato:
- aumentare la pressione esercitata dalla Campagna Internazionale
sulla Nestlé, affinchè quest'ultima si adegui al Codice
Internazionale OMS/UNICEF sulla commercializzazione dei succedanei
del latte materno;
- razionalizzare le risorse disponibili per il boicottaggio;
- favorire la comunicazione tra i gruppi interessati;
- offrire servizi utili a tutti;
- promuovere e divulgare l'iniziativa sul territorio nazionale;
- tenere i rapporti con la Campagna Internazionale.
Il
portavoce della RIBN è il dott.
Adriano Cattaneo,
consulente dell'Unità per la Ricerca sui Servizi Sanitari e la Cooperazione
Internazionale, rintracciabile presso l'
Istituto per l'infanzia "Burlo
Garofolo", Via dell'Istria 65/1 34137 Trieste, tel. 04 03 78 52
36 fax 04 03 78 54 02, posta elettronica
cattaneo@burlo.trieste.it.
La segreteria è presso SCI Servizio Civile
Internazionale, Via G. Cardano 135, 00146 Roma, tel/fax 06 55 85 26
8 , posta elettronica pona@casaccia.enea.it
Bibliografia
- 1,5 millioni di bambini muoiono ogni anno perchè non
vengono allattati al seno:
- UNICEF/WHO Press Release, Feb. 1993.
- Latti per lo svezzamento/6 mesi:
- Codex alimentarius, F.A.O., 1989.
- Le promesse della Nestlé del 1984:
- Nestlé statement of understanding, 01/24/84.
- Violazioni del Codice Internazionale:
- Breaking the rules, 1998, IBFAN/IOCU;
- State of Code by company, 1994 IBFAN/IOCU;
- State of Code by country, 1994 IBFAN/IOCU;
- Results from survey for this publication, IBFAN Correspondence
1991-1994;
- Nestlé's Dec. 1990 Policy Statement.
- Il Codice Internazionale di Marketing dei sostituti al
latte materno: UNICEF/WHO 1981.
- La risoluzione dell'Assemblea Mondiale della Sanità:
39.28, 1986.
- Cot Deaths:
- Bartolomew and Macarthur, Comparison of infants dying
from sudden infant death syndrome with matched live controls,
Social Science and Medicine, 27 (4), 393-397, 1988.
- Bambini prematuri e allattamento:
- Luca's and Cole, Lancet, 336, 1519, 1991.
- Madri malnutrite
- Lancet, 337, 703, 1991.
- Savage, F, The problem of malnourished, IBFAN, Africa
News, Sept. 1987.
- Salute e allattamento al seno negli anni '80:
- Canninghan et al., A global epidemiological review;
J. Pet., May 1991.
- L'acqua nei paesi a clima caldo
- Amroth, S, Water requirements of brestfed infants in
a hot climate, Am.J. Clim. Nutr. , 1154-1157, 1978.
- Amroth, S, and Bidinger, T, No need for water supplementation
for exclusively brestfed infants under hot and arid conditions,
Transactions of the Royal Society of Tropical Medicine and
Hygiene,84: 602-604, 1980.
- Baby Friendly Hospital Initiative:
- Correspondence between UNICEF, Nestlé, The International
Association of Infant Food Manufacturers and IBFAN, 1991-92.
- Coffee sales/promotion:
- Meal and A. C. Neilson, Register, 1993.
- Allattamento al seno e fertilità:
- The prevalence and duration of brestfeding, 1980,
WHO.
- L'allattamento al seno - Protezione, incoraggiamento e sostegno.
- Dichiarazione congiunta OMS/UNICEF, 1991
Indirizzi utili
Se volete essere inseriti nella lista dei gruppi, contattate la
segreteria RIBN.
Campania
Ass. Ipotenusa, via Mauri, 84100 Salerno, tel. 0 80 33 94 02
Emilia Romagna
Mani Tese Faenza, 48018 Faenza (RA), tel. 05 46 68 06 65
Ass. Italiana Amici di Raoul Foullerau, via Borselli 4, 40135 Bologna,
tel. 01 83 27 27 37
Ferrara Terzo Mondo, c.so Porta Po 72/a, 44100 Ferrara, tel. 05 32 20
54 72
Friuli-Venezia Giulia
gruppo NOstlé Udine c/o Bottega Del Mondo, via Tiberio Deciani
18, 33100 Udine, tel. 0432/297310
Lazio
CIPAX, via Peralba 2/a, 00141 Roma
SCI, via G. Cardano 135, 00146 Roma
Gruppo Amici di Alfredo c/o Maria Assunta Faiola, via G. Conti 19, 04019
Terracina (LT)
Fare Verde, via Sommacampagna Roma
Liguria
AIFO Laboratorio di Cristo Re, via Trento 11, 18100 Imperia, tel. 0183/272737
Ass. Consumo Etico Ligure c/o La Bottega Solidale, via Vannucci3, 16120
Genova, tel. 011/583883
Movimento Nonviolento Savona, via Molmetti 11, 17024 Savona, tel. 019/600274
Lombardia
Ass. Consumatori Utenti, via Bazzini 4, 20131 Milano
Comitato Boicottaggio Nestlé Bergamo c/o coop. Il Seme, via Bonomelli
9, 24100 Bergamo, tel. 035/242829
Hakuna Matata, via Pasubio 51, 25013 Carpenedolo (Bs), tel. 0368/3167238
Terra Viva, via Solferino 86, 20038 Seregno (MI), tel. 0362/326305
Elena Ossola, via Amari 6, 21100 Varese
MIR-Mov. Nonviolento, via Macchi 12 21100 Varese, tel. 0332/310092
Circolo Unione Donne Italiane c/o Marisa Mazzoleni, via Negroni 7 20060
Pessano con Bornago (Mi)
Coop. Fraternità, via Cascina Nibai, 20063 Milano, tel. 02/9231981
Amalia Navoni, via Montale 14, 20051 Milano
Mani Tese Milano 94 (Silvano Premoselli), via Cavenaghi 4, 20100 Milano,
tel. 02/48008617
Piemonte
Ass. Tsèdaqua, c.so IV Novembre 3, 12042 Bra (CN), tel. 423703
Gruppo Oltre, via Umberto I 87, 12019 Vernante (CN) tel. 0171/920112
CoCoRiCò c/o Andrea Saroldi, corso Turati 25/5 10128 Torino ntel.
011/591879
Il Ponte, p.zza Papa Giovanni 23 10094 Torino, tel. 011/9364611
Gruppo per l'Autogestione, via Cotti Ceres 12, 14100 Asti, tel. 0141/354061
MIR-Mov. Nonviolento Piemonte/Valle d'Aosta, via Locana 15 ,Torino,
tel. 011/740985
Puglia
Gruppo Missionario Ostuni c/o Claudio Francioso, via Pescara 2, Ostuni
(Br)
Pax Christi Putignano, corso Vittorio Emanuele 28, 70017 Putignano (Ba)
Toscana
Bottega Tupac Amaru, via della Repubblica 11, 51039 Quarrata (Pt)
Comitato Boicottaggio Nestlé Pisa c/o Il Chicco di Senape, p.zza
Vettovaglie 18 56126 Pisa, tel. 050/598946
Centro Nuovo Modello di Sviluppo, via della Barra 32, 56019 Vecchiano
(Pi)
Liberarsi, via degli Armeni 1, 51100 Pistoia
Trentino-Alto Adige
Gruppo Boicottiamo la Nestlé c/o Paola Carisi, via Grazioli 126,
38100 Trento
Veneto
Coordinamento Padovano, c/o CUAMM via S. Francesco 126, 35100 Padova,
tel. 049/8756222
Gocce di Giustizia c/o Casa per la Pace, Contrà Porta Nova 2,
36100 Vicenza tel. 0444/327395
Gruppo Misionario San Marco, c/o Claudio Raffaelli, via Ortolan 39,
31021 Mogliano Veneto (TV)
Il Melograno, via Villa 12, 37125 Verona, tel. 045/8301918
Movimento Nonviolento Nazionale, via Spagna 8, 37100 Verona, tel. 045/8009803
INDIRIZZI INTERNAZIONALI
International Nestlé Boycott Committee (INBC) Secretariat c/o Baby Milk
Action 23 St. Andrew's Street, Cambridge CB2 3AX, Regno Unito
IBFAN c/o GIFA, BP157, 1211
Genéve 19, Svizzera, tel +41 22 798 9164, fax +41 22 798 4443
Materiale di supporto
- volantino
- guida al boicottaggio in forma cartacea (edizioni AlfaZeta)
- manifesto 70x100 in quadricromia
- maglietta a colori
- videocassetta VHS "Conseguenze dell'uso del latte in polvere
nei paesi in via di sviluppo"
- adesivo in carta
- lettere-tipo per la Nestlé italiana e per la sede centrale
- lettera-tipo per associazioni, enti e giornali sponsorizzati dalla
Nestlé
- lettera-tipo per la sede centrale della Nestlé, rivolta
ai pediatri che aderiscono alla campagna
- Cracking the Code (il Codice infranto) tradotto in italiano: risultati
di un monitoraggio effettuato dall'IGBM, gruppo di 27 organizzazioni
indipendenti
- moduli e istruzioni per il monitoraggio del Codice Internazionale
- risposte ufficiali della Nestlé e loro commento
Questo materiale può essere richiesto alla
segreteria
RIBN.
Per ulteriori informazioni:
RETE ITALIANA BOICOTTAGGIO NESTLÉ
presso: SCI Servizio Civile Internazionale
Via G. Cardano 135
00146 Roma
Tel/fax 06 55 85 26 8
Homepage
******July,
2000