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Girodivite - n° 57 / ottobre 1999 - Lavoro

Contro il welfare dei miserabili

comunicato stampa del CESTES e della rivista Proteo, per un convegno il 9 ottobre su flessibilità mercato del lavoro e riforma del welfare state.

Il Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali CESTES e la rivista PROTEO organizzano per il giorno 9 ottobre 1999 alle ore 10 presso il Centro Congressi Cavour, in Via Cavour n.50 un'assemblea-dibattito in tema di flessibilità, nuovo mercato del lavoro e riforma del Welfare State. Siamo lieti di invitarvi chiedendo la disponibilità per un cortese intervento. Vi preghiamo di confermarci entro i prossimi giorni la vostra presenza e partecipazione al dibattito. Seguirà una più dettagliata articolazione del suddetto incontro. Certi di una Vostra cortese risposta Vi inviamo una lettera di convocazione che delinea sinteticamente i temi dell'assemblea-dibattito. Cordiali saluti Per il CESTES Prof. Luciano Vasapollo Università di Roma "La Sapienza", Fac. Scienze Statistiche Recapiti telefonici 0649910429 (Univers.) 0670491956 (CESTES); e.mail cestes@tin.it 03473911841 (cell.) e.mail: luvasapo@box.tin.it

CONTRO IL WELFARE DEI MISERABILI "SCORDATEVI IL POSTO FISSO" ha detto D'Alema ai disoccupati che non hanno lavoro, ai precari che sono sempre sul punto di perderlo, ai lavoratori che vedono ridurre sistematicamente i loro salari, i diritti e le tutele. "SCORDATEVI IL POSTO FISSO" perchè dobbiamo fare le riforme e i sacrifici per tenere l'Italia in Europa e per sostenere la competizione globale, perchè c'è sempre il pericolo che i posti di lavoro vadano all'estero, perchè siamo postfordisti, moderni e tecnologizzati. D'Alema e la sua maggioranza di governo però ci promettono la "Riforma del Welfare" che, in cambio della precarizzazione, del taglio delle pensioni, del furto sul TFR consentirà una trasformazione dello Stato Sociale adeguata ai tempi e che garantirà, sicuramente, l'equità. Nell'epoca della morte delle ideologie, come ci raccontano i giornali, solo una è rimasta in vita: quella del liberismo più sfrenato, selvaggio ma "moderno". Cosa copre questa falsa rappresentazione della realtà, funzionale solo all'attuale classe dirigente? Per quanto riguarda le forze economiche, ovvero la grande industria ed il capitale finanziario, è arrivato il momento di affondare la lama nel burro dell'assenza di conflitto sociale per ottenere definitivamente la completa subordinazione dei lavoratori, stretti tra la concertazione di CGIL, CISL, UIL ed il ricatto occupazionale, la conversione di ingenti risorse economiche, dalla spesa sociale al finanziamento del sistema delle imprese, e permettere alle banche ed al sistema creditizio di mettere le mani sulle centinaia di migliaia di miliardi che i lavoratori hanno accantonato per la pensione e per il TFR da giocare nella roulette russa della speculazione globale. La coscienza che l'attuazione di una tale politica causi una sconfitta elettorale, la Germania insegna, spinge il governo di centro sinistra ad un tentativo di recupero politico lanciando un'operazione di immagine con la proposta di un nuovo Welfare. In realtà si sta tentando di rimediare ai danni più evidenti , alla povertà più pesante, alla sempre più chiara fine dello Stato Sociale, proponendo interventi di sostegno solo per i settori più deboli, per i miserabili, appunto, che questa società produrrà in modo sempre più massiccio. Tutto ciò sperando che questo nuovo apparato clientelare-concertativo riesca a sostituire sul piano elettorale il blocco sociale che nei decenni passati ha sostenuto le sinistre e che in questi anni le ha portate al governo. Gli effetti di questa operazione non solo saranno devastanti sul piano sociale ma, probabilmente, porteranno la cosiddetta sinistra anche ad una crisi elettorale e ad un possibile nuovo governo delle destre, come è peraltro già accaduto nella città di Bologna nel luglio scorso. Di fronte a questa prospettiva non solo è necessaria la ripresa del conflitto sociale e politico ma diventa moralmente obbligatoria la denuncia di forze quali quelle della sinistra governativa che si appresta a rinnegare, definitivamente, quei valori di crescita sociale e culturale che devono essere patrimonio acquisito per ogni società che si basi sul progresso umano. Per questo proponiamo di costituire un coordinamento, un comitato, insomma una struttura nazionale composta da forze sindacali, sociali, politiche, da intellettuali, ecc., che non accettano questo stato di cose e che vogliono battersi contro questa prospettiva, a partire dalle prime misure che il governo avvierà con la finanziaria del prossimo anno. Chiediamo perciò a tutti di aderire a questo appello e all'assemblea che si terrà il 9 ottobre a Roma, convocata per dare vita ad un movimento contro la riforma del Welfare proposta dal governo D'Alema e per una vera equità sociale attraverso la redistribuzione dei sempre più alti profitti della grande impresa e del capitale finanziario, per un nuovo Welfare basato sull'uso sociale della ricchezza prodotta.


Released online: October, 1999

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******July, 2000
 
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