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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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Girodivite - n° 56 / settembre 1999 - Internet e i gruppi della sinistra libertaria

Mercati esplosivi

un invito a visitare il sito di Mercati esplosivi, tramite la lettura dell'editoriale di presentazione del sito.

"Lode al giornale senza carta e senza inchiostro" Lenin (1921)

"I feel it in my fingers, I feel it in my soul, the world is all around me and I fall in love" Danone, spot di cartello per lo Jogurt con 0,1% di grassi, 1995

Mercati esplosivi risponde a un bombardamento di stimoli. Percettivamente parlando si tratta di quella molteplice, fino allo sfinimento psicologico, intensità che riceviamo nel nostro quotidiano di una società a mercato veloce. Per evitare il sovraccarico di stimoli, il corto circuito delle funzioni concettuali ad essi riferite, Mercati esplosivi nasce per selezionarne alcuni a discapito di altri. Ecco qua una griglia di selezione degli stimoli:

1 Da molti anni è impossibile far politica. Sia per le istanze di base che per le patinatissime elites. Un simulacro di problema politico prende forma solo in congiunzione con una qualche strategia di un'impresa o con una qualche esigenza delle istituzioni finanziarie internazionali. Se c'è una guerra per la proprieta della Stet, o sull'interpretazione delle linee suggerite dall'Fmi, allora si agita un problema politico. Il luogo dove si svolge questo problema è la televisione, il suo senso è quello di informare dei sopravvenuti rapporti di forza tra tra contendenti. E' inutile parlare di una democrazia delle regole: queste sono le regole e sono già fissate. Che poi le codifichi un Pangloss, un Machiavelli o Veltroni è un altro affare: "le regole sono semplici: una volta entrati non si esce più" (John Carpenter, 1997: fuga da New York, 1981).

2 Si può quindi parlare di fine della sfera pubblica. Da quindici anni sono finiti i partiti, i sindacati, il movimento, gli scontri, le piazze, il quartiere, la classe, la cultura politica di massa. Ciò non è sorprendente. E' sorprendente che se ne debba ancora parlare, che si debba ancora, talvolta, puntualizzare questo spartiacque. "Se guardiamo al profilo dell'accoltellatore non ne vediamo sullo sfondo una societa in crisi. E' la societa che non esiste più." (Dal Lago, Dopo l'omicidio di Vincenzo Spagnolo, 1995).

3 La politica, come elemento supplementare di regolazione dei rapporti di marketing, si salda con la fissazione dei suoi rapporti di forza interni dall'altra parte dello schermo video. Da quando l'elemento della comunicazione sociale è stato catturato dai media, come una volta si riusciva a imbrigliare l'energia tramite le grandi centrali, questo nuovo modo particolare di essere della politica fa solo parte del bottino della cattura. "Oggi pomeriggio i serbi hanno di nuovo bombardato Sarajevo. Ciò che c'è di peggio è che ci hanno negato di nuovo le immagini" (Liguori in "Studio aperto", 1994).

4 La costruzione di un nuovo paradigma politico passa quindi attraverso la rarefazione della politica, la rarefazione del corpo sociale e si incontra con il problema della comunicazione sociale là dove la comunicazione si è mangiata il sociale. I nostri stimoli stanno addentro l'enorme forza storica che muove questi fenomeni: "1954: lo stato italiano creò la televisione. 1994: la televisione, divenuta autocosciente, si mangiò lo stato italiano" (Manifesto dei comunisti liquidi, 1994 dopo la vittoria di Berlusconi).

5 Gli attuali rapporti di forza politici , e il loro supporto comunicativo, sono instabili e destinati, tra breve, all'obsolescenza. Il corpo politico cambia con la velocita di un management della Saatchi & Saatchi: quando si avvicina un'ampia ristrutturazione di mercato le teste saltano, si spostano, si reinventano. Quando si dovrà sapere chi gestira l'integrazione cavo-satellite-Pc-televisione, allora sentiremo parlare di lotta politica. "Berlusconi? Un Ceausescu buono" (Fedele Confalonieri, 1994).

6 Come, in momenti diversi, Bonomi e Moroni hanno notato, bisogna saper intervenire sulla forbice che vede un ceto politico sempre più deculturalizzato e un ceto culturale sempre più spoliticizzato. Mercati esplosivi si propone questo: misurando le correnti di quest'epoca, riflette sullo statuto epistemologico della politica. "Maroni Ministro? In altri tempi avrebbe fatto al massimo il consigliere comunale" (Sgarbi - che in altri tempi avrebbe fatto, al massimo, il cucchiaino di una coppa gelato - 1994).

7 Il progetto di collegamento tra riviste, che Mercati esplosivi persegue, ha diversi scopi: di raccolta, di collegamento, di informazione delle attività delle riviste. Ma, in più, interviene a catalogare i saperi che costituiscono pensiero all'interno di queste riviste. Intende ricostruire e analizzare lo spettro di saperi che tendono verso la formazione di categorie politiche. "Ah, voi umani..." (Robocop in Robocop 2, 1992).

8 Una riflessione sullo statuto epistemologico delle riviste di base (e non solo) comporta, di conseguenza , una riflessione sul panorama antropologico in cui esso opera. "Il mondo si é dato una dimensione tecnologica che non é la sua". (Maga Magò a Paperoga, 1971).

9 Mercati esplosivi fa diretto, anche se contraffancente, riferimento all'articolo di Francisco Benet (Mercati esplosivi: gli altipiani berberi, in Traffici e mercati negli antichi imperi, 1978). Esso sta all'interno di un progetto di ricostruzione dell'idea di scambio sganciata dall'idea capitalistica di mercato. "L'elemento caratteristico di tali società è certamente la mancanza di istituzioni accentratrici" (Benet, 1978).

10 In questo panorama risulta quindi necessaria la più esplicita dichiarazione di autonomia rispetto al panorama dato. Se è scomparsa la comunicazione sociale, la sfera pubblica, in una terra simile ogni contenuto deve essere analizzato con la più tremenda delle attenzioni. "Le società indipendenti delle regioni montane sono conosciute come Bled el Siba 'la terra dell'indipendenza' o, letteralmente, 'la terra dell'insolenza'"(Benet, 1978). Indipendenza e insolenza non possono che accoppiarsi in panorama così scosso. "La droga? E meno male che c'è la droga sennò io andavo a fare i bocchini" (Ragazzo napoletano a giornalista democratico in Io, Vito e gli altri, 1991).

E si ricordi: nel 1979 Pippo Franco gira un film dove poteva godersi qualche ora assieme alla vivandiera della caserma. Il luogo del piacere, così difficile da ottenersi per un militare di leva, era la casa di un ignaro vecchietto. Infatti, ottenuta di soppiatto la chiave, Pippo Franco poteva entrare nella casa con l'amante e tuffarsi nei più simpatici piaceri. Il vecchietto era sempre in casa ma non vedeva e sentiva niente, assorbito com'era dalla televisione privata che, allora, era novità stordente. Nel 1995 Pippo Franco sposta qualche milione di voti con il suo intervento su dei referendum che riguardano proprio le televisioni private. Non è stimolante? Non è da Mercati Esplosivi?

Firmato Mercati esplosivi\Csoa Godzilla\Associazione estimatori della 'Ndrangheta più rurale.


Released online: September, 1999


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******July, 2000
 
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