Bellissima e piena di frutti

di Pina La Villa

"Bellissima e piena di frutti: ecco la terra dove io desidero giungere" è un verso di Euripide, è il titolo di un convegno organizzato a Molfetta dalle donne Dell'Associazione per la Pace tra il 22 e il 25 maggio 1997 con il patrocinio del Ministero per le Pari Opportunità, dell'Aiccre (Associazione Italiana per i Consigli Comunali e Regionali d'Europa) e della Presidenza del Consiglio regionale pugliese. Da questo convegno il libro, a cura delle Donne dell'Associazione per la pace, dal titolo "Donne del mediterraneo : Pratiche politiche e relazioni" edito nel febbraio 1998 da Scaffali La Meridiana.
Le donne del convegno sono arrivate da molti paesi del mediterraneo sconvolto da guerre per raccontare la loro opera per la pace attraverso gruppi e associazioni di varia natura.. Hanno discusso divise in gruppi su tre temi: i conflitti e le pratiche di pace; gli stereotipi della straniera nello sguardo dell'altra; le pratiche sociali, la cittadinanza e la politica delle donne. Imma Barbarossa, che ha curato la raccolta del materiale del convegno, ha ripercorso le giornate del dibattito senza interferenze, riuscendo così a rendere la mobilità, le incertezze, le difficoltà di un'analisi e di un dialogo pieno di desiderio e volontà e povero di strumenti concreti ed efficaci per opporsi alle guerre.
Le donne hanno cercato di capirsi, di trovare un terreno di incontro al di là delle diverse realtà e della diversa rilevanza dei problemi e dei conflitti, di fare delle proposte. Consapevoli del peso del linguaggio e della difficoltà a dirsi in una lingua diversa dalla propria. Fra le proposte di lavoro ricorre l'esigenza di una "continuità", di incontri come questo che facciano riflettere su un'azione comune. Da qui la proposta di una rete che riunisca le varie associazioni, di una che si doti di strumenti di comunicazione (Internet, E-mails, New-letter) e di intervento (La Comunità Europea), che diventi di fatto una rete di reti (ricorre spesso infatti la frase del poeta René Char "Pensare globalmente, agire localmente"). Si tratta anche di reperire e investire risorse per la formazione politica delle donne e per l'educazione in genere, perché solo così potranno cambiare gli stereotipi, o si può pensare di "smilitarizzare le menti".
Il convegno e questo libro dimostrano che il pensiero e la pratica politica elaborata dal femminismo negli ultimi anni possono dare un contributo a cui non si può più rinunciare se si vuole tentare di misurarsi con la complessità dei nostri giorni e con la volontà del nostro agire politico. Avendo a lungo praticato il pensiero della differenza, ne conoscono i rischi e ne possono sviluppare le risorse derivanti dal riflettere su un'esperienza di diversità che è stata vissuta come svantaggio.
Oggi si parla molto, ne parliamo anche sulla nostra rivista, di localismo, di comunità, di identità. I rischi insiti in questi discorsi sono chiari. Il fondamentalismo e il razzismo sono sempre in agguato. Il sociologo francese Alain Touraine si chiede, nel suo ultimo libro ("Libertà, uguaglianza, diversità", Il Saggiatore) se, nella realtà della globalizzazione, si può vivere insieme. La risposta la trova in un soggetto che scarta individualismo e comunitarismo, ed è in pratica "uno spazio teorico in cui trovano posto i diritti universali [...] come anche l'affermazione di una differenza culturale o di genere […] che ha nella figura del dissidente l'unica tradizione da rivendicare". Pensare la differenza come ricchezza e come incontro non è facilissimo, in un'epoca di crisi di tutte le certezze le risposte possono essere due: la ricerca di una identità forte, che ci metta al riparo dai cambiamenti e ci dia sicurezza, o la disponibilità totale all'incontro che nasce dalla disponibilità alla modifica di sé. E' quest'ultima la strada che il pensiero e la tradizione del femminismo e della pratica delle relazioni possono indicare con l'autorità dell'esperienza.

Schede

Una donna in piedi di Khalida Messaudi;
Lost in traslation di Eva Hoffman;
"tutti questi testi mostrano il processo attraverso cui un soggetto donna in condizione di migrazione, con un atto di disubbidienza alle categorie date, ha resistito alle assimilazioni, omologazioni, a tutte le culture che ha attraversato; e ha scelto una coscienza mestiza, ibridata, germinando, fiorendo sulla frontiera." (Paola Zaccaria)

Schede

"Bellissima e piena di frutti: ecco la terra dove io desidero giungere" Si tratta di un verso particolarmente significativo che una corifea pronunzia nelle "Troiane" di Euripide: mentre la regina e le principesse troiane giacciono sul litorale estremo orientale del Mediterraneo, quasi ai confini con la Turchia, dopo la sconfitta, in attesa che i principi greci - vittoriosi - dopo aver bruciato la città di Troia, decidano come spartirsi le principesse come bottino di guerra, una corifea - simbolo di tutte le dolenti del mondo - intona un canto, un sogno; in questo canto c'è il verso "bellissima e piena di frutti: ecco la terra dove io desidero giungere" (Imma Barbarossa)
Released: August, 1998


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