L'inutilità di eleggere il sindaco

di Sergio Romano


Vi è l'ipocrisia di forze politiche che continuano a parlare di federalismo e municipalismo ma non hanno la benché minima intenzione di applicarne le regole. Le autonomie nascono nei comuni e si esprimono tradizionalmente attraverso l'istituzione di corpi cittadini che provvedono alla sicurezza delle città. Ma non vi è nulla nelle proposte della commissione Bicamerale che permetta ai governi locali di far fronte con i propri mezzi a uno dei maggiori problemi della vita quotidiana dei loro elettori. Non vi è nulla, in altre parole, che consenta a un sindaco italiano di assomigliare a un borgomastro svizzero o tedesco. La ragione mi sembra evidente: nessuna forza nazionale vuole privarsi degli strumenti amministrativi, fiscali e repressivi che le permettono di esercitare il suo potere sull'intero territorio nazionale. Ma non era meglio, allora, evitare la nascita di una figura nuova - il sindaco - che suscita forti aspettative e attira su di sé inevitabilmente i fulmini delle frustrazioni popolari? Che senso ha continuare a parlare di federalismo e municipalismo quando un sindaco eletto dai suoi concittadini dipende, per la soddisfazione delle loro più fondamentali esigenze, dalla buona grazia del governo centrale e delle forze politiche nazionali che lo sostengono?
Nota: Sergio Romano, da L'inutilità di eleggere il sindaco, in Panorama, 18 settembre 1997, ripreso in "Città di città" n.2.
Released: Jennuary, 1998


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