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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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Elementi

di Gabriella Canfarelli
[quasi mi avvolgo e il sonno] [ho toccato la terra] [oceani si toccano]

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quasi mi avvolgo e il sonno
non mi prende, e mi tappa la bocca
proprio all'angolo, sciarada impulsa
nella mente una frase, il suo ricordo
triturato geme, scricchiola il piede
scalzo su di un coccio. Mi taglio
le caviglie e sulla pianta
orma che mai si stanca di guardarsi.
Perché mantice e spruzzo, getto continuo
Portami tra le braccia l'altomare
E la stella essiccata sulle punte,
tienimi nelle tasche che le tue mani
aggirano a rovescio del tempo che farà
cercando un fazzoletto. Il vento fermo,
fuori dagli stipiti. Non entra un filo.

*
Ho toccato la terra
Con le mani, tutta mi entrava
Con radici e stoppie. E c'era erba
Di un verde appena nato, era una parte
Viva della fame, usciva da orecchie di chiocciola un tenace lamento
D'affamato. Ora albero e foglie,
cielo di lungo andare, luce che annotta
e vento, tu che rimbocchi il sonno
scivolato, che fai la pelle
d'oca dei cuscini.

*
Oceani si toccano
Da ogni lingua di terra
Dentro la coltre questo sogno avviene,
la costola dal mio al tuo fianco
passa. Io ti ricordo il gambo della rosa
che una mano tagliò dal suo balcone,
la bambina di strada all'altro capo
della corda sporca. Perché lattice
incolla macchia d'olio e giunture
le valve alla conchiglia adesso
tremano, tu carezza che viene
e resta indenne al fuoco della schiusa,
così aperta alla brezza d'un paesaggio
umido di latte.


Released in internet: August, 1998


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******July, 2000
 
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