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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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Mafia e città. Non siamo all'anno zero

di Sergio Failla

Mentre in televisione si registrano i "successi" contro i boss della mafia siciliana, la varia cronaca di pentiti, rivelazioni, contenziosi, è nelle singole città, nel giorno per giorno, che la "mafia" viene combattuta. Nelle scuole, all'interno delle istituzioni nel passato e - per larga parte anche nel presente - colluse e parte di quel sistema. La situazione è estremamente varia, nella varie realtà della regione. La magistratura è attiva a Palermo, qualche processo è stato innescato a Messina, molto poco a Catania: il resto delle procure tacciono. La situazione non è diversa all'interno delle "forze dell'ordine", delle amministrazioni e degli apparati burocratici. Nella nostra zona, a Lentini, il capo-boss Nardo (della "famiglia dei catanesi" Santapaola) è stato arrestato - mentre si trovava fuori zona, perché se fosse rimasto in città la protezione morale e pratica sarebbe stata tale, si dice, che l'avrebbe fatta franca. I suoi luogotenenti continuano a controllare indisturbati il territorio. A Lentini e Carlentini abbiamo avuto l'esperienza di un Comitato Antiracket, con l'impegno di alcuni (pochi) commercianti. E' venuto Tano Grasso a cercare di ravvivare un fuoco che ha stentato a ravvivarsi. Non ci sono state azioni giudiziarie frutto di questa timida mobilitazione. Alle ultime elezioni, Giuffrida, uno dei commercianti che fa riferimento all'Antiracket, ha ricevuto poche decine di voti e non è stato rieletto (nonostante persona nota e presidente del Consiglio Comunale nella passata legislatura comunale). Sul fronte amministrativo la sensazione è quella della scelta della convivenza. La deliquenza organizzata vista come ineliminabile, data anche l'assoluta mancanza di azione da parte delle "forze dell'ordine" e della Procura. Procura di Lentini che ha visto muovere i suoi primi passi il giovane Giovanni Falcone prima di passare alla Sicilia Occidentale. E che versa da decenni in stato comatoso: gli stessi locali, da lameno un ventennio sono in affitto, mentre la costruzione della nuova Procura è bloccata (da un ventennio appunto: si possono ammirare le fondamenta, vicino al palazzo dell'AUSL, in piazza Moro).
Se da parte dello Stato presente a Lentini con le sue istituzioni sembra non sia ancora arrivata che la ventata dei Caselli e dei vicerè di Palermo e di Catania, è nella comunità dei cittadini che continuano a manifestarsi i segni della resistenza. E' il mondo delle associazioni. Dopo l'89 molte delle "realtà" che facevano capo ai partiti politici sono svanite; sono rimaste le associazioni e i gruppi che avevano una consistenza reale nella città. Esistono "I Triaggianti", piccola compagnia di teatro in siciliano che porta sulla scena - a Lentini ma anche a Pachino, Scicli, Scordia ecc. - rappresentazioni teatrali contro la mafia, ma anche contro il razzismo e il sessismo; coordinata da Enzo Caruso, la compagnia fa riferimento alla comunità battista di Lentini. C'è la Legambiente, che, anche se ristretta al settore ecologico e ambientalista, dà il suo contributo per una città diversa, non attraversata dai legami della delinquenza. Dall'esperienza di "Giro di vite", mensile delle "città invisibili" (come nel sottotitolo della testata) e da "Open House" (che continua la tradizione dei circoli culturali della sinistra iniziata negli anni Settanta), nasce "Libera" a Lentini, con l'idea di passare dalla denuncia del malaffare all'educazione alla legalità e alla cittadinanza, in collaborazione con le scuole e con gli insegnanti. Insomma, Lentini non deve ripartire da zero nei confronti dell'invivibilità e della collusione mafiosa. Ma ha ancora un bel po' di strada da fare, insieme a buona parte delle città siciliane lasciate sole a essere governate dai comitati armati.
Released: February, 1998


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******July, 2000
 
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