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articolo d'archivio di Girodivite mensile delle città invisibili

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Carlentini / Chi sà sona sà sènti

di Giuseppe Marziano

 


 "Cumpari Turiddu unni sta a signura Cammela?" - "Ddocu, a pizzu di cantunera sboti a manu ritta, poi a manu manca, je dopo du cantuneri a manu ritta nfunnu".

Questo, una volta, era il modo indicare le abitazioni. Questi erano i vocaboli usati per indicare le strade di paese, i vicoli, le persone, e quanto poteva servire a districarsi nel tessuto urbano delle nostre cittadine. Importanza fondamentale ricoprivano i punti fermi delle vie, le botteghe, i "pizzi di cantunera", cioè gli angoli delle case, le case nobiliari, le porte, etc. Se una persone non del paese chiedeva una via, come succede ancora oggi, l’interlocutore con molta probabilità non sapeva rispondere, perché quella via era conosciuta con un altro nome che dipendeva da chi vi risiedeva. Molti di questi sono rimasti, a Lentini se si chiede Via Giacomo Matteotti, nessuno saprà rispondere ma se la si chiede con il nome "a utata ro scupitteri" immediatamente la si trova. Se a Carlentini si chiede la scuola che sta su Via Nazionale, non vi sapranno rispondere, ma provate a chiede la scuola che sta vicino "a villa e nammurati" e la troverete sicuramente. In uno studio urbanistico-architettonico della nostra città, le gerarchie sociali, il posizionamento degli edifici, l’importanza di alcuni residenti di qualche via più o meno transitata, erano e sono di fondamentale importanza. La distruzione dei centri storici o per lo meno il loro sconvolgimento da parte degli uomini farà in modo che lo studio dei centri storici un giorno verrà affidato non più agli architetti ma bensì agli archeologi. Immaginate che venga chiesto fra un po’ di anni a cumpari Turiddu dove sta a signura Cammela, probabilmente, anzi sicuramente vi risponderà " nunnu sacciu, cu sti casi novi ca ana fattu, nun ma reulu acchjù".


Released: March, 1997


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******July, 2000
 
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