"Cumpari Turiddu unni sta a signura Cammela?" - "Ddocu,
a pizzu di cantunera sboti a manu ritta, poi a manu manca, je dopo du
cantuneri a manu ritta nfunnu".
Questo, una volta, era il modo indicare le abitazioni.
Questi erano i vocaboli usati per indicare le strade di paese, i vicoli,
le persone, e quanto poteva servire a districarsi nel tessuto urbano
delle nostre cittadine. Importanza fondamentale ricoprivano i punti
fermi delle vie, le botteghe, i "pizzi di cantunera", cioè
gli angoli delle case, le case nobiliari, le porte, etc. Se una persone
non del paese chiedeva una via, come succede ancora oggi, linterlocutore
con molta probabilità non sapeva rispondere, perché quella via era conosciuta
con un altro nome che dipendeva da chi vi risiedeva. Molti di questi
sono rimasti, a Lentini se si chiede Via Giacomo Matteotti, nessuno
saprà rispondere ma se la si chiede con il nome "a utata ro scupitteri"
immediatamente la si trova. Se a Carlentini si chiede la scuola che
sta su Via Nazionale, non vi sapranno rispondere, ma provate a chiede
la scuola che sta vicino "a villa e nammurati" e la troverete
sicuramente. In uno studio urbanistico-architettonico della nostra città,
le gerarchie sociali, il posizionamento degli edifici, limportanza
di alcuni residenti di qualche via più o meno transitata, erano e sono
di fondamentale importanza. La distruzione dei centri storici o per
lo meno il loro sconvolgimento da parte degli uomini farà in modo che
lo studio dei centri storici un giorno verrà affidato non più agli architetti
ma bensì agli archeologi. Immaginate che venga chiesto fra un po
di anni a cumpari Turiddu dove sta a signura Cammela, probabilmente,
anzi sicuramente vi risponderà " nunnu sacciu, cu sti casi novi
ca ana fattu, nun ma reulu acchjù".