Girodivite - Dossier bufale 1999
/ ottobre 1999 - Politica
Detritus
di Luidi Pintor - editoriale apparso sul quotidiano "il Manifesto"
il 13 ottobre 1999.
C redevo che almeno lo spionaggio fosse una cosa seria,
come si vede al cinema e ci raccontano i best-sellers, e che il Kgb fosse quanto
di meglio sapesse produrre l'Urss insieme agli sputnik e ai conservatori di
musica. Ma quel Mitrokhin era invece un copista analfabeta, che nascondeva in
giardino i suoi segreti come un avaro vecchietto, e i suoi colleghi con residentura
in Italia rubavano lo stipendio conversando con Francesco De Martino e Lelio
Basso.
Che vergogna, questa bufala in circolazione, per tutti noi, per il nostro
paese e per il suo prestigio internazionale che sta tanto a cuore a D'Alema.
Il socialismo e il comunismo italiani, ossia i relativi partiti, non hanno fatto
una buona fine ma hanno avuto un glorioso passato e fondato la democrazia italiana.
Ma quel passato lo hanno lasciato infangare in tutti i modi ed ecco che ogni
rigurgito vien preso per buono. Personalmente, chiedo scusa a De Martino e Basso
per averli nominati in un simile contesto.
Quanto hanno pagato gli inglesi questo materiale di scarto, perché
ci hanno messo alcuni anni per farne una cattiva traduzione, perché ce
l'hanno rifilato tre anni fa? Perché anche il ridicolo uccide. Quale
segreto industrial-militare avrebbe potuto svelare allo spionaggio sovietico
lo scrittore Carlo Cassola? Forse dava lezioni private d'italiano all'ambasciatore.
E perché abbiamo perso la guerra fredda se perfino i direttori di grandi
giornali informavano i russi che i nastri delle macchine da scrivere Olivetti
non tornano mai indietro?
Una bufala vecchia di trent'anni, chiusa a chiave per tre anni negli armadi
dei ministeri, per forza puzza e solletica il pubblico olfatto, così
che tutti aspirano a vederne la carcassa. Ben venga ora l'autopsia, un'indagine
supplementare, ma intanto il veleno è entrato in circolazione. Il pallone
è sgonfio ma l'aria che ne è uscita è mefitica.
Mefitica per tutti. La destra italiana non rinuncia ad inzuppare il pane
in questa roba senza capire che questo immiserimento della lotta politica non
scredita una sola parte ma l'insieme. La sinistra governativa oscilla e dà
l'impressione di avere la coda di paglia in ogni circostanza. In nessun altro
paese occidentale la guerra dei dossier fa così gola ed è così
fitta da scandire la vita pubblica.
Una ragione c'è, anzi due. La prima è la criminalizzazione
del passato e la riduzione della storia nazionale a un'appendice della guerra
fredda. La seconda è la precarietà del quadro politico, il suo
distacco dalla società, la mancanza di una prospettiva, un vuoto che
attira ogni sorta di detrito.
Ma tornando infine al cinema vorrei capire: invece di inciampare nella notte
tra i cespugli di villa Abamelek con grandi valigie non si poteva andare a colazione
dall'ambasciatore e uscire con una scatola di cioccolatini piena di diamanti
del Caucaso? E invece di chiedere dollari per lettera, non si poteva metter
su un bell'import-export con corsia preferenziale?
Released online: October, 1999
