la Bibliotheca dei libri ritrovati
 
 
Porka miseria... Riti di morte: speciale I Gialli di Alicia

Alicia Giménez-Bartlett, Riti di morte, traduzione di Maria Nicola, Sellerio, Palermo, 2002.

Con "Riti di morte" (Ritos de muerte) inizia la serie di gialli che vede protagonista Petra Delicado e il suo vice Fermìn Garzònt. In Spagna siamo nel 1996. Petra è una donna sui quarant'anni, ha appena cambiato casa, reduce dalla seconda separazione. Lavora al centro di documentazione del commissariato, ma per carenza di personale viene incaricata di seguire un caso di stupro. Le viene assegnato come vice Fermìn Garzòn, proveniente da Salamanca, anziano e grasso poliziotto. All'inizio Petra deve ancora fare i conti con i due ex mariti e con la novità dell'esercizio del potere. Ha lasciato il lavoro di avvocato, in uno studio legale che divideva col primo marito, ma ancora non si può dire che sia stata una vera poliziotta. Lavorando all'archivio la sua competenza è stata fin qui di tipo teorico, né ha avuto bisogno di subordinati. "fino a questo caso spinoso e scabroso: un violentatore seriale che lascia un tatuaggio sulle sue vittime ("il fiore" lo denomina Garzòn, con una delle sue frequenti metafore, immaginifiche e popolaresche insieme.) Garzòn, invece, viene dalla Spagna più interna e più pigra, Salamanca; e di lui, lento, grasso, leale, carico di esperienza e di pregiudizi, ma ricco di uno spirito sorprendentemente rapido nel superarli, Petra stenta a trovare la chiave interpretativa, la via d'accesso per superare le sue resistenze a dover ubbidire a una donna dotata per altro del carattere di un detective americano dell'hard boiled school" Humour, disincanto, autoironia (l'ispettrice racconta in prima persona), personaggi non scontati, ritmo, caratterizzano la scrittura di Alicia. L'intrigo ha una sua parte importante, è ben costruito, ma il libro si legge anche per altro. Attorno alla vicenda principale del giallo, c'è la storia dell'ispettrice, che vive, trasloca, ha il problema dei gerani, fa i conti con se stessa, impara, cambia, si trasforma. Anche Fermìn in questo libro si trasforma. A differenza di Agatha Christie, Alicia non ci sfida alla scoperta del colpevole, non possiede in maniera compiaciuta la chiave del segreto. All'inizio brancoliamo nel buio esattamente come Petra, man mano costruiamo ipotesi, esattamente come lei, anche se sappiamo che ci mancano dei dati ed alla fine cominciamo a capire e poi scopriamo insieme a lei. Non c'è bisogno del capitolo finale che ci spiega tutte i segnali che non abbiamo colto e gli indizi e la logica dell'intrigo e le motivazioni dell'assassino. Petra esibisce anche una convinta professione di fede femminista, che è difficile trovare in giro ed è tanto più apprezzabile in quanto non concede nulla all'autoincensazione, (forse solo un po' al vittimismo).

Ecco l'incipit del romanzo "Qualche tempo dopo la mia seconda separazione decisi di cercarmi una casetta con giardino in città. Un obiettivo difficile, ma ci riuscii[...] volevo che fosse un'opportunità per cambiare".

Perché Petra vuole cambiare, perché le donne che si separano vogliono cambiare, insieme al marito, tutta la loro vita? Certo Alicia ha sentito, se non vissuto, innumerevoli storie di questo tipo. Parla di qualcosa che accomuna molte donne della media borghesia. Scopriamo che ha avuto un marito-padre e un marito-figlio e ora è stanca e vuole cambiare. Con grandi speranze e solo un po' di disincanto e ironia : "Naturalmente l'immagine idilliaca iniziale che mi ero fatta della casa presto svanì. Le tubature ghiacciarono e constatai che vivere senza vicini non presenta solo dei vantaggi".

E meno male che le cose, quell'inverno freddo a Barcellona, cominciano a cambiare per lei al lavoro: "A dispetto della mia brillante formazione di avvocato e dei miei studi all'Accademia, non mi erano mai stati affidati casi spettacolari. Essere considerata un'"intellettuale" ed essere donna bastava a fare di me un'emarginata, non avevo nemmeno bisogno di essere negra o gitana".

Il capo la chiama d'urgenza, di notte e col freddo, ma lei non può lamentarsene, pensa :

"Di sicuro il poveretto pensava di aver turbato un bel quadretto familiare: io seduta con il mio maritino davanti al televisore, oppure impegnata a interrogare mio figlio sulle tabelline o a preparare un soufflé...Nessuno sapeva niente della mia vita privata in commissariato. Mi sembrava una condizione indispensabile per non perdere il rispetto generale. Avevo visto certe colleghe impartire consigli telefonici alla bambinaia davanti a tutti: "Mettigli un pugnetto di riso nella pappina, ha il pancino un po' smosso". Per quanto capaci di risolvere l'enigma dei dieci piccoli indiani, quelle donne dimenticavano che esistono delle forme da rispettare. Non avevo mai visto un ispettore maschio telefonare a casa preoccupato per la dieta del pargolo. E i rapporti fra i sessi non erano ancora arrivati a una neutralità tale da permettere a una donna di mostrare senza conseguenze qualche debolezza." Conclusione, la sua risposta al capo è : "Sono subito lì, traffico permettendo, non si preoccupi".

L'ispettore Gonzales ha avuto un incidente con gli sci. Le affidano l'indagine che lui stava seguendo, le sarà affiancato il viceispettore Fermìn Garzòn.

Sarà un caso? La prima indagine di Petra parte da uno stupro, tema femminista per eccellenza. Ma viene trattato in maniera particolare e particolare e inaspettato sarà l'epilogo. Dapprima è il colloquio con la prima vittima e sua madre. Petra caccia via con durezza la madre, "non sarei stata capace di sopportare oltre quella gorgone disposta a tutto pur di scaricarsi di dosso ogni responsabilità"

L'indagine e i rapporti col vice cambieranno i due investigatori, fra una birra e una cena, un caffè e una pizza, mentre si verificano altri casi di stupro e due omicidi. Le regole del giallo vanno rispettate, e quindi Petra scoprirà il colpevole. Ma alla fine chi è il vero colpevole?

Pubblicato ora per la prima volta in Italia, il libro in realtà risale al 1996, ed è il primo della serie che ha per protagonista l'ispettore di polizia Petra Delicado. "Scoperta" in Italia dalla casa editrice Sellerio, della scrittrice spagnola abbiamo già letto in Italia Giorno da cani, Morti di carta, Messaggeri dell'oscurità - e speriamo di leggerne altri. Tutti con la coppia formata da Petra e Fermìn, ispettore e viceispettore di polizia. Tutti sullo sfondo di Barcellona e tutti con un intrigo ben costruito, che ci fa conoscere diversi ambienti della Spagna di oggi.

"la novela negra è una forma di osservazione della realtà che consente di puntare i riflettori su zone di marginalità delle quali nessuno sembra ricordarsi", dice infatti Alicia Giménez-Bartlett.

Humour, disincanto, autoironia (l'ispettrice racconta in prima persona), personaggi non scontati, ritmo, caratterizzano la scrittura di Alicia.


 
 
 

 

[Up] Inizio pagina | [Send] Invia la pagina a un amico | [Print] Stampa la pagina | [Email] Manda una email | [Indietro]
Inizio pagina © Bancarella, 1999-2003. - E-mail: bancarella@girodivite.it