“Tropico del Cancro” e “Il mondo del sesso” di Henry Miller

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“Tropico del Cancro” e “Il mondo del sesso” di Henry Miller

recensione di teresa geria, pubblicata sul n. 97/2002 di Girodivite


Non è perversione, né lussuria, ma semplice erotismo base, istinto di sopravvivenza. Parigi non è la cornice, ma l’attante principale dei due libri. Per leggerli “dovete portarvi dietro il cuore e l’anima, e lasciare fuori gli effetti personali. (Per effetti personali intendo: le paure, i pregiudizi, le superstizioni.).” L’autore, anticonformista, amante dell’eccesso e della liberazione sessuale, azzera lo standard di rettitudine e il comune pudore dei suoi tempi (1891-1980), condannando i rituali borghesi.

Il “Tropico del Cancro” è un romanzo censurato fin dalla sua prima pubblicazione nel 1934, perché considerato come “scandaloso”, un libro che, anche se “generosamente lardellato di sesso”, cerca di introdurre e spiegare il problema dell’autoliberazione- dichiara l’autore.

“Il mondo del sesso” è il racconto della vita di Miller, che non è mai lo stesso, ma solo il medesimo nel suo itinerario interiore ed artistico, che batte la strada della bellezza, della verità, della libertà e dell’amore. Quest’ultimo libro segna la sua maturità, la consapevolezza che ogni sentimento può essere distruttivo, ma che, per paradosso, porta l’uomo a rinascere per la seconda, terza volta…e che in virtù di questo premio è necessario, per non dire fisiologico, lasciarsi frantumare. La nullità ontologica dell’uomo si riscontra in ogni sua azione, dalla più grandiosa alla più misera, come l’uccisione, una morte inutile che ti offende. Ed intanto Parigi scruta, odora, piange, si illumina a notte, è come una “puttana. Da lontano pare incantevole, non vedi l’ora di averla tra le braccia. E cinque minuti dopo ti senti vuoto, schifato di te stesso. Ti senti truffato.” . La lingua di Miller è informale, cruda; il suo stile semplice è capace di scuoterti, coinvolgerti ed allo stesso tempo sconvolgerti. La sua è una convinzione antica come l’uomo: Noi, schiavi del proprio ventre!

Contesto

Henry Miller

 


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