Rocco Scotellaro

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Rocco Scotellaro

Rocco Scotellaro nacque a Tricarico [Matera] nel 1923 (morì il 15 dicembre 1953 a Portici [Napoli]). Figlio di artigiani, frequentò l’Università senza laurearsi, ma fu un personaggio pubblico di spicco dell’immediato dopoguerra. Partecipò infatti all’occupazione delle terre di quel tempo, e fu sindaco socialista del suo paese. Ingiustamente accusato di concussione dai suoi avversari politici, venne incarcerato. Di quest’esperienza è frutto il suo abbozzo di romanzo L’uva puttanella (1955). Nell’ultimo periodo della sua vita si era dedicato a un’indagine sociologica sulla condizione dei contadini del meridione, che non poté continuare per la morte sopraggiunta prematura e improvvisa.

Tutti i suoi libri furono pubblicati postumi. Inchiesta sociologica è Contadini del Sud (1954) e le poesie del suo volume più importante, È fatto giorno (1954), che fu curato da Carlo Levi e che ottenne il Premio Viareggio. Altre poesie sono poi state pubblicate a cura di Franco Vitelli nel 1978 con il titolo di Margherite e rosolacci, mentre nel 1974 era apparsa una raccolta di racconti: Uno si distrae al bivio. La poesia di Scotellaro è stata riconosciuta come l’esperienza di maggior valore e originalità del neo-realismo poetico. Attraverso la sua poesia ha dato voce a un'intera classe sociale che per secoli non ha avuto "voce" letteraria e sociale, il sottoproletariato rurale della Lucania e del Meridione italico

Testi

Gli abigeatari, di Rocco Scotellaro (da E' fatto giorno)

Contesto

Poesia italiana dopo il 1945

 


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