Eugenio Garin

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Eugenio Garin

Eugenio Garin è nato a Rieti il 9 maggio 1909 (è morto all'ospedale di Careggi [Firenze] il 29 dicembre 2004). E' stato filosofo, storico della letteratura, con particolare riferimento per il periodo culturale italiano dell'umanesimo e del rinascimento. I suoi studi sono stati molto importanti per la comprensione di questi periodi cruciali nella storia culturale europea.
Nell'ultima fase del suo lavoro si è occupato anche della cultura italiana del Novecento.

Garin ha compiuto i suoi studi a Firenze, divenuta sua città d'elezione, dove si è laureato in Filosofia nel 1929; dal 1931 ha insegnato Storia e Filosofia nei licei scientifici di Palermo e Firenze, Filosofia morale e, successivamente, Storia della filosofia nelle università di Cagliari e Firenze. A partire dal 1949 è stato professore ordinario di Storia della filosofia nell'ateneo fiorentino. Dal 1974 al 1984 ha insegnato Storia del pensiero del Rinascimento presso la Scuola Normale di Pisa di cui era professore emerito. Ha diretto la rivista Rinascimento e fino ad oggi è stato il direttore del Giornale critico della filosofia italiana. Era socio di alcune delle più importanti accademie internazionali e socio dell'Accademia nazionale dei Lincei. Nel 1998 aveva perso la moglie, Maria Soro.

Tra le sue opere ricordiamo: Giovanni Pico della Mirandola (1937), L'umanesimo italiano (1952), Medioevo e rinascimento (1954), Cronache di filosofia italiana 1900-1943 (1955), La cultura italiana tra '800 e '90 (1962), La cultura del rinascimento (1967), Intellettuali italiani del secolo XX (1974). Tra gli ultimi contributi di cultura militante nel 1997 il libro «Intervista sull'intellettuale» a cura di Mario Ajello. Ha diretto la rivista "Rinascimento" e fino alla fine era il direttore del "Giornale critico della filosofia italiana".

Pur sottolineando il carattere innovativo della letteratura morale e civile dell'Umanesimo, Garin respinse con decisione la tesi della storiografia ottocentesca e gentiliana che vedeva nella "modernità" laica del Rinascimento una paganeggiante negazione dei valori religiosi del Medioevo. In opposizione alla tesi di Paul Oskar Kristeller, Garin, inoltre, non vede nell'Umanesimo un fatto meramente letterario e filologico, ma un movimento
dotato di una vera e propria filosofia, diversa da quella della Scolastica basata sulle summae e sulla logica e caratterizzata da un nuovo interesse per le discipline storiche, morali e scientifiche. A questa idea è legata la difesa che Garin fa del metodo storico e della filosofia come "sapere storico", ispirandosi allo storicismo di Croce e Gramsci e criticando le interpretazioni "teoretiche" (soprattutto quella di Gentile) che, prive di rigore filologico e senso storico, vedono nel passato arbitrarie anticipazioni del presente. A tale metodologia sono ispirati gli studi di Garin sul pensiero italiano dell'800 e del '900.

Contesto

L'estetica e la critica dopo il 1945

 


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