Per Olov EnquistPer Olov Enquist è nato nel Västerbotten, nell’estremo nord della Svezia, nel 1934, è divenuto una delle grandi “coscienze critiche” della società scandinava. Al gusto per l’indagine storica e al desiderio di essere testimone del proprio tempo, aggiunge una capacità di innovazione delle forme che lo pone all’avanguardia.È stato scrittore di teatro e di una ventina di romanzi tradotti nelle principali lingue, spesso di ambiente storico e di taglio politico. Tra i suoi temi ricorrenti la vita dei “grandi” nordici: Andersen, Hamsun, Strindberg e la Lagerlöf. È stato membro del Consiglio Culturale Svedese, della Commissione Radiofonica Svedese e ha lavorato nel sindacato della Lega degli Scrittori.Biografia Nato a Hjoggböle, nell'estremo nord della Svezia, il 23 settembre 1934, dopo la laurea in storia della letteratura all'Università di Uppsala, fra il 1965 e il 1976 Enquist lavorò come giornalista, in particolare sportivo, e moderatore di dibattiti televisivi. Nel frattempo si era affermato in patria come narratore, debuttando con il romanzo "Il quinto inverno del magnetizzatore" (1964), liberamente ispirato alla figura del medico ipnotista Franz Anton Mesmer, le cui teorie visionarie ebbero grande risonanza nell'Ottocento. Fra il 1970 e il 1971 Enquist visse a Berlino come ospite della Deutscher Akademischer Austauschdienst e nel 1973 fu visiting professor presso l'Università della California a Los Angeles. Enquist è stato membro del Consiglio culturale svedese e della Commissione radiofonica svedese. Nel 1968 ha vinto il Nordic Council's Literature Prize con il romanzo "I legionari", una storia sulla deportazione svedese di soldati delle nazioni baltiche alla fine della seconda guerra mondiale in Urss. Negli anni successivi ha vinto numerosi altri premi, fra cui il Selma Lagerlof Prize nel 1977, il Dobloug Prize nel 1988, il Premio di Stato austriaco per la letteratura europea nel 2009 e lo Svenska Akademiens nordiska pris (conosciuto come il piccolo Nobel) nel 2010. Tra i suoi romanzi più significativi anche "Il secondo" (1971, non tradotto in italiano), sul rapporto tra sport e politica. È morto il 25 aprile 2020 "serenamente" all'età di 85 anni dopo una lunga malattia. L'annuncio della scomparsa è stato dato dalla moglie, Gunilla Thorgren, alla stampa svedese, e dal sito internet Politiken. Opere Grande successo ha ottenuto con "Il libro di Blanche e Marie" (Iperborea, 2006), insignito del Premio Napoli 2007, ed in particolare con "Il medico di corte" (edizione originale del 1999, tradotta da Iperborea nel 2001 e riedita da Feltrinelli 2006), con cui ha vinto il Premio Super Flaiano 2002 e il Premio Mondello 2002: narra la storia settecentesca di Johann Friedrich Struensee, giovane medico tedesco, idealista, impregnato di idee illuministe, che viene convinto ad accettare l'incarico di medico personale, e poi primo ministro, del re di Danimarca Cristiano VII, re diciottenne intelligente e sensibile, che scambia lettere con Voltaire, e che una mostruosa educazione conduce volutamente sull'orlo della follia. Tra i libri di Enquist pubblicati in italiano figurano: "August Strindberg: una vita (Iperborea, 1988); "La partenza dei musicanti" (Iperborea, 1992; Feltrinelli, 2008); "Processo a Hamsun" (Iperborea, 1996); "La biblioteca del Capitano Nemo" (Giano, 2004); "Il viaggio di Lewi" (Iperborea, 2004). Feltrinelli ha pubblicato anche i libri per ragazzi "La Montagna delle Tre Grotte" (2004) e "Il segreto della terza grotta" (2011). Nel 2010 Enquist ha pubblicato la sua autobiografia "Un'altra vita" (Iperborea, 2010), una storia che si legge come un romanzo di formazione in tre atti: dall'infanzia tra i boschi nel nord della Svezia allevato da una madre severa e devota, fino alla lunga dipendenza dall'alcol dalla quale uscirà scrivendo romanzi. Nel mezzo una vita molto intensa, segnata da rapporti d'amicizia importanti (con Ingmar Bergman, Ulrike Meinhof, Günter Grass, Olof Palme), e dall'esperienza nella socialdemocrazia svedese. Fonte: RaiNews |