Il gruppo di Bloomsbury

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Il gruppo di Bloomsbury

Il gruppo cominciò a riunirsi dal 1907 nella casa di Virginia Stephen (poi Woolf) e di sua sorella Vanessa, sposata al critico d'arte Clive Bell, nel quartiere londinese di Bloomsbury. Vi facevano parte tra gli altri E.M. Forster , Lytton Strachey, J. Maynard Keynes. Grande influenza ebbe, sul modo di pensare del gruppo, la lettura e la discussione di opere come i "Principia ethica" (1903) di G.E. Moore, i "Principia mathematica" (1910-1913) di Bertrand Russell e A.N. Whitehead. Era un gruppo illuminista elitario, umanista, sulla scia del gruppo di Cambridge sviluppa tosi nel secolo precedente. Molti membri del gruppo erano passati per il Trinity College o per il King's College di Cambridge, dove erano diventati membri di una "società" di discussione semisegreta, fondata verso la fine del 1820. Il circolo identificava il compito più alto dell'uomo con la ricerca della conoscenze e del piacere estetico. In epoca di intolleranza, ebbe il merito di propagandare il liberalismo e l'anticonformismo politico e morale. I suoi effetti verranno a maturazione nel periodo tra le due guerre.


La Hogarth Press

Virginia Woolf fondò con il marito 'The Hogarth Press', dove usciranno accanto a quasi tutte le opere di Woolf, anche molti dei maggiori scrittori inglesi del tempo, da Thomas S. Eliot ("The Waste land) a Katherine Mansfield ("Prelude"), E.M. Forster, Robert Graves, Fry, Isherwood ecc.. Fu un'impresa iniziata da dilettanti amatori del libro, che divenne una delle più importanti imprese culturali europee del periodo tra le due guerre. Come ricorderà poi Leonard Woolf in uno dei suoi libri di memorie (Beginning again, 1963) era il 23 marzo 1917 e Leonard e Virginia passeggiavano per Farrington Road a London: si fermarono davanti a un negozio che vendeva tutte le attrezzature per stampare libri. I due comprarono il tutto, compreso un torchio, per poche sterline, e lo impiantarono su un tavolo della loro casa di Richmond. Fanno tutto loro all'inizio: prove di stampa, scelta della carta, legatura dei pacchi, distribuzione di una lettera circolare alla cerchia degli amici e conoscenti. Non è solo un'impresa culturale che pubblica amici. Sotto sono anche precisi discrimini culturali. Indicativo sarà il caso del rifiuto di pubblicazione delle prime parti dell'"Ulysses" di Joyce, sottoposto ai Woolf da Eliot e dalla Weaver. Diplomaticamente si accampò la scusa che la pubblicazione richiedeva uno stampatore più adeguato. In realtà c'erano profonde riserve, come testimoniano i diari e le lettere di Virginia. In letteratura Virginia Woolf ispirò tutte le sue scelte editoriali in funzione di una precisa idea dell'innovazione modernista e dello stretto rapporto, da lei sempre rivendicato, con la tradizione. Così nella prima serie de "Il lettore comune" rileverà l'assoluta contemporaneità dei diari degli anonimi elisabettiani, di Austen, di George Eliot e del primo Conrad. Anche le altre collane della Hogarth Press mostrano questa vigile attenzione per l'eredità culturale e civile di questa tradizione da conservare. Ispirate a un'idea settecentesca e arnoldiana di cultura, resa drammaticamente attuale nel periodo tra le due guerre, la serie degli 'Hogarth Essays' o delle 'Hogarth Letters' (1924 e 1931) e poi i 'Day to Day Pamphlets', le 'Lectures on War and Peace'. Gli intellettuali e i politici chiamati a dare il loro contributo (da Forster a Lord Cecil) avevano tutti in comune questa idea di rinnovare la funzione alta e equilibratrice della cultura, dell'apertura intellettuale verso i problemi del mondo moderno fermamente coniugata con l'impegno morale, ma lontana anche da ogni fanatismo ideologico, da ogni radicalizzazione.
Quando, alla morte di Virginia Woolf, l'impresa si rivelò per il marito difficile da gestire artigianalmente, la Hogarth Press passò di mano, anche perché il suo ciclo vitale si era esaurito, iscritta com'era la sua funzione culturale all'interno del compromesso modernista che segnò la cultura inglese tra le due guerre.

[1997]


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