Marcel Proust

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Marcel Proust


Nato a Paris nel 1871 (vi morì nel 1922) da padre professore di igiene alla facoltà di medicina e da madre (Jeanne Weil) di famiglia ebrea, esordì come scrittore su alcune riviste legate al simbolismo. Nel 1893 il poeta Robert de Montesquiou lo introdusse nell'ambiente aristocratico, verso cui Proust era attirato da uno spiccato snobismo, e in cui trovò i modelli reali dei suoi perso naggi. Il suo primo volume fu I piaceri e i giorni (Les plaisirs et les jours, 1896 con prefazione di Anatole France), raccolta di prose d'occasione sofisticate e mondane. Nel 1896-1904 lavorò a un romanzo che costituisce l'abbozzo della sua opera maggiore, pubblicato postumo con il titolo Jean Santeuil . Si interessa di architettura, pittura, scultura; studia gli scritti del critico inglese John Ruskin e ne traduce alcuni libri ("La Bibbia d'Amiens", "Sesamo e gigli"). Nel 1902 muore il padre e nel 1905 la madre, cui era legato da tenerezza morbosa. L'asma da fieno di cui soffriva fin da bambino divenne cronica. Nel 1906 si trasferì in un appartamento di boulevard Haussmann, dove fece applicare alle pareti della stanza un rivestimento di sughero per proteggersi dal rumore: qui, isolato dal mondo, scrisse Alla ricerca del tempo perduto (A la recherche du temps perdu), monumentale ciclo di 7 romanzi cui lavorò fino agli ultimi giorni di vita.
La prima parte, La strada di Swann (Du côté de chez Swann, completato nel 1911) uscì nel 1913 a spese dell'autore, dopo che fu rifiutato da Gide allora consulente di Gallimard. Nel 1919- 1922 l'editore Gallimard pubblicò All'ombra delle fanciulle in fiore (A l'ombre des jeunes filles en fleur) che ottenne il premio Goncourt, I Guermantes (Le côté de Guermantes) e Sodoma e Gomorra (Sodome et Gomorrhe). Le ultime tre parti apparvero postu me, nel 1923-1927: La prigioniera (La prisonière), La fuggitiva (La figitive; ma apparve con il titolo: Albertine disparue), Il tempo ritrovato (Le temps retrouvé).
Ne "La strada di Swann" il Narratore mosso da un'associazione fortuita rievoca il mondo dell'infanzia a Combray: le care figure della madre, della nonna, della zia Léonie, della fedele Françoi se. Le passeggiate quotidiane lo portano in due direzioni oppo ste: la strada di Méséglise dove abitano Swann con la figlia Gil berte e il musicista Vinteuil genio ancora sconosciuto, e la strada dei Guermantes i grandi aristocratici che appaiono remoti, quasi irreali. Dopo questa prima parte segue una seconda, quasi un racconto indipendente, "Un amore di Swann", in cui si rievoca la passione di Swann per la famosa demi- mondaine Odette de Crécy, poi diventata sua moglie: messo al bando dalla migliore società, Swann frequenta il salotto dei Verdurin, ricchi borghesi con pre tese intellettuali. Nella terza parte del romanzo il Narratore racconta le vicende del suo amore adolescenziale per Gilberte sullo sfondo degli Champs Elysées.
In "All'ombra delle fanciulle in fiore" il Narratore giovinetto conosce lo scrittore Bergotte e la grande attrice Berma, men tre l'amore per Gilberte svanisce lentamente. Si reca a Balbec, grande spiaggia alla moda, incontra il giovane Robert de Saint- Loup imparentato con i Guermantes, che lo presenta allo zio, il barone di Charlus. Ma il Narratore è incantato soprattutto dal gruppetto delle "fanciulle in fiore", Andrée, Albertine, Rosamonde e le loro amiche.
Ne "I Guermantes" il Narratore è a Paris, abita con i suoi in un appartamento del palazzo dei Guermantes. Si innamora della du- chessa e per poterla avvicinare si trasferisce per qualche giorno a Doncières, città in cui presta servizio militare Saint-Loup. Conosce l'amante di Robert, la giovane attrice Rachel, frequenta il salotto di Madame de Villeparisis. Muore la nonna materna: il Narratore rinnova l'amicizia con Albertine e apprende che Charlus è gay.
In "Sodoma e Gomorra" appare per l'ultima volta Swann condannato da un male incurabile. Le vicende dell'amore di Charlus per il violinista Morel e del narratore per Albertine spostano la scena da Paris a Balbec, e poi a La Raspelière, la villa dei Verdurin. Avendo ormai quasi dimenticato la morte della nonna, il Narratore si interroga sull'importanza dell'amore che le portava e scopre le "intermittenze del cuore". Quando viene a sapere che Albertine ha avuto rapporti omosessuali con Mlle Vinteuil, decide di riportarla immediatamente a Paris.
"La prigioniera" e "Albertine scomparsa" sono dedicati all'amore per Albertine che il narratore tiene come prigioniera in attesa di sposarla. La sua gelosia morbosa, i suoi sospetti e le sue paure sono rinfocolati dall'esempio di Charlus tradito da Mo rel. Muore Bergotte e Charlus precipita sempre più in basso: que ste vicende sottolineano al Narratore la vanità della vita, ma il "Settimino" di Vinteuil conferma la certezza sulla possibilità di riscatto dell'arte. Quasi indifferente a Albertine, il Narratore si prepara a lasciarla; la fuga e la morte accidentale di lei rinfocolano la sua passione. Il tempo cancella anche questo amo re: il Narratore si innamora di una giovane che si rivela essere Gilberte. Gilberte sposa Saint-Loup: le due strade, quelle dei Guermantes e di Méséglise si sono incontrate. Ben presto il Nar ratore scopre che Saint-Loup è gay come lo zio Charlus.
Ne "Il tempo ritrovato" il Narratore è qualche giorno a Tansoville, nella villa di Gilberte. Insieme rievocano i giorni dell'infanzia; Gilberte soffre per le infedeltà di Saint-Loup. Scoppia la guerra. Nella Paris bombardata Charlus continua nella ricerca dei suoi privati piaceri. Muore Saint-Loup, l'astro dei Verdurin sale sempre più alto sull'orizzonte mondano. Finisce la guerra: dopo un soggiorno in casa di cura il narratore è a un ri cevimento della principessa di Guermantes, che è Mme Verdurin ri masta vedova e subito risposatasi. Incontra vecchi amici ma sten ta a riconoscerli, segnati e trasformati dal tempo. Una irregola rità del pavimento del cortile, il tintinnio di un cucchiaino po sato sul piatto gli riportano di colpo momenti del passato che lo riempiono di ineffabile gioia. Decide di cominciare a scrivere l'opera cui pensa fin dalla giovinezza, per resuscitare il passa to di cui ha scoperto gli infiniti risvolti.
Nella Ricerca il protagonista si esprime in prima persona e si identifica sostanzialmente con l'autore; gli altri personaggi sono per lo più trasfigurazioni di personaggi reali conosciuti da Proust (es: lo scrittore Bergotte = Anatole France; il barone di Charlus = Robert de Montesquiou ecc.). Il romanzo ha la struttura di una grande cattedrale gotica, con le sue zone d'ombra e il moltiplicarsi dei corpi accessori e laterali. E' la ricostruzione di una vita intesa come scoperta graduale del significato della realtà attraverso la memoria, a partire da un evento minimo e ca suale: esemplare, nelle prime pagine del romanzo, l'episodio del dolce (il "madeleine") che il protagonista riassapora per la pri ma volta dopo gli anni dell'infanzia e che gli riporta in mente un intero periodo della sua vita.
Proust è convinto (con Baudelaire e i simbolisti) che compito dello scrittore è "liberare l'essenza delle sensazioni componen dole, per sottrarle alla contingenza del tempo, in una metafora". L'artista non inventa, ma scopre. Compito dell'arte è cogliere nascoste corrispondenze: "dipende da noi rompere l'incanto che tiene prigioniere le cose, portarle sino a noi e impedire che cadano per sempre nel nulla". Sensazioni e cose sono immerse nel flusso della transitorietà e dell'effimero, sottoposte al tempo che le disintegra e travolge. Si tratta di impegnare una strenua lotta contro il tempo, salvare questo patrimonio del nostro io più autentico. Solo nella memoria, secondo Proust, l'uomo può co gliere con un unico sguardo le incessanti trasformazioni alle quali il tempo sottopone fatti, persone e sentimenti. E' una con cezione che trova compiuta espressione concettuale nell'ultima parte. Una concezione che rimanda alla teoria del "tempo creati vo" di Henri Bergson che Proust studiò, e indirettamente al rela tivismo successivo alla teoria einsteiniana. Già Bergson aveva parlato di coscienza interiore, coesistenza di passato e presente nel fluire della coscienza.
Per Proust il recupero del passato non è sempre possibile. Di stingue due tecniche o gradi di recupero: memoria volontaria e memoria spontanea. La memoria volontaria richiama alla nostra in telligenza tutti i dati del passato ma in termini logici, senza restituirci l'insieme di sensazioni e sentimenti che contrasse gnano quel momento come irripetibile; la memoria spontanea è quella sollecitata da una casuale sensazione e che ci rituffa nel passato con un procedimento alogico, che permette di "sentire" con contemporaneità quel passato, di rivederlo nel suo clima: è "l'intermittenza del cuore" la tecnica da seguire per il recupero memoriale basato sull'analogia-identità tra la casuale sollecita zione del presente e ciò che è sepolto nel tempo perduto.
Differenziandosi da naturalisti e realisti che si basavano su una narrazione ordinata e obiettiva su caratteri ben definiti, Proust rappresenta ambienti, circostanze, personaggi, in modo estremamente soggettivo e dinamico. I dati esterni sono sempre simboli di eventi puramente interiori: sotto questo aspetto è vi cino agli impressionisti in pittura e musica (Debussy). Il suo non è uno stile semplice: i suoi periodi sono quasi sempre lun ghi, lenti, involuti, ricchi di incisi e subordinate: è un ritmo che ha una funzione espressiva, perché corrisponde al flusso con tinuo e dilagante del ricordo. Proust procede nella narrazione senza un ordine cronologico normale, ma per continui trapassi dal presente al passato. Sono passaggi e transizioni che, come ha no tato *Fortini, "creano sospensioni, ritardi, effetti d'eco. Va riano continuamente il rapporto tra la rilevanza e la durata psi cologica media o normale degli eventi e quelle che essi assumono sulla pagina: il lettore subisce una continua deformazione delle proporzioni, come per una lente che gli venisse ora allontanata ora avvicinata (...). La transizione è lo strumento stilistico che intende riflettere l'importanza psichica decisiva del flusso di coscienza e che quindi consente a Proust di passare da pagine o passi d'uno straordinario realismo e di altissima capacità mi metica a pagine o passi di astratto ragionamento o di lirica esaltazione". Dal punto di vista stilistico Proust usa una componente analogico-evocativa, ma accanto a quella logico-razionale, del linguaggio analitico e preciso, l'impegno descartesiano di definire, ordinare, paragonare. La sperimentazione della nuova tecnica narrativa è così ricondotta entro precise esigenze di chiarezza.
Swann ci viene presentato prima attraverso le impressioni che suscitava da fanciullo, poi da adolescente e da giovane; Odette De Crecy ci viene rivelata attraverso le impressioni dei vari uomini che l'hanno amata; lo sfondo del Bois de Boulogne è una cosa quando il giovane protagonista conosce la luminosa bellezza di Odette, diventa altro quando quella presenza e quell'atmosfera sono un ricordo. Si ha il frantumarsi della tradizionale figura del personaggio concepito come un coerente e unitario blocco psicologico: il personaggio si disintegra, al suo posto abbiamo le varie e difformi immagini che esso assume nella coscienza degli altri. In Proust l'interesse si sposta dalla caratterizzazione del personaggio alla rappresentazione della dinamica del meccani smo della coscienza, sulla linea che porterà a Joyce.
Pur riflettendo una visione relativistica della realtà, la Ricerca è un grandioso affresco della società francese, rappresen tata nei suoi contraddittori aspetti e livelli: dall'ambiente borghese e artistico del protagonista e del suo alter ego Charles Swann, a quello aristocratico dei Guermantes, a quello sordido e malfamato di Jupien frequentato dal barone Charlus (in cui Proust proiettò in toni grotteschi le proprie tendenze omosessuali, men tre al protagonista narrante sono vicende erotiche eterosessua li). Proust fu osservatore acuto e preciso della realtà sociale; i suoi interessi politici furono occasionali: si appassionò all'affare Dreyfus schierandosi tra gli innocentisti soprattutto per le origini ebraiche della madre. Eccezionale, e tale da ren dere possibile ma non esauriente la collocazione della Ricerca nel romanzo psicologico, la sua capacità d'introspezione. Alcuni temi, come quello della gelosia (che ricorre nella vicenda d'amore tra Swann e Odette de Crécy, e del protagonista e Albertine), sono sviscerati con una sottigliezza dolorosa che ha pochi equivalenti nella letteratura di ogni tempo.
L'influenza di Proust sugli scrittori successivi fu rilevante, ma più nel campo della teoria del romanzo che in quella della concreta produzione letteraria.
Gli altri scritti rivelano uno straordinario talento critico, una sicurezza di giudizio pari alla finezza e indipendenza delle intuizioni: Imitazioni e miscellanee (Pastiches et mélanges, 1919), Cronache (Croniques, 1927), Contro Saint-Beuve (Contre Saint-Beuve, 1954). Di modesto interesse i Testi poetici prou stiani (Textes poétiques proustiens, 1979). Interessanti i volumi della corrispondenza, che raccolgono ad esempio le lettere scam biate con il suo editore, Gaston Gallimard (circa 400): lettere rispettose, che danno notizie su usi e costumi editoriali d'ini zio secolo, e dettagli connesse alle due personalità.



[1997]


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