Karin BoyeKarin Boye è nata nel 1900 a Göteborg, è stata una delle grandi voci della poesia svedese. Dopo la Prima Guerra Mondiale aderisce al movimento pacifista Clarté e viaggia in Europa vivendo le inquietudini del suo tempo: visita, turbata, l’urss di Stalin (1928), la Germania che si prepara a Hitler (1932) e l’agognata Grecia (1938), culla della civiltà e dei valori a lei più cari. Il dissidio mai risolto tra impegno sociale e politico, tra una ferrea esigenza di coerenza e di ricerca di verità e un desiderio di appagamento e di abbandono agli istinti naturali la porterà a cercare la morte, solitaria, nella natura (a Alingàs), il 23 aprile del 1941, giorno in cui i nazifascisti invadono la Grecia. Oltre alle numerose raccolte di poesie - Nuvole (1922), Terra nascosta (1924), I focolari (1927) -, scrive cinque romanzi di cui Kallocaina (Kallocain, 1940) è il più noto, risultato della sua visita deludente dell'Urss di Stalin.Postumi sono stati pubblicati la raccolta I sette peccati
mortali (1941), una specie di meditazione sul contrasto
tra bene e male.
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