Massimo Bontempelli

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Massimo Bontempelli


Nato a Como nel 1878 (morto a Roma nel 1960), dopo incerti esordi carducciani e un accostamento al futurismo, in numerosi saggi poi raccolti in gran parte in L'avventura novecentista (1938), e dalla rivista in lingua francese «900» da lui fondata insieme a Curzio Malaparte nel 1926 (chiusa nell'aprile 1929), si fece promotore del novecentismo , movimento che contribuì al rinnovamento della cultura italica negli anni '30 e '40.

Bontempelli teorizzò e praticò una specie di neoclassicismo, che egli definì "realismo magico": un'arte capace di estrarre, attraverso il gioco dell'intelligenza e dell'ironia, il dato fan tastico e irreale dalle vicende quotidiane. Al "realismo magico" Bontempelli restò fedele nelle sue numerose opere di narrativa: La scacchiera davanti allo specchio (1922), Vita e morte di Adria e dei suoi figli (1930), Gente nel tempo (1937), L'amante fedele (1953) ecc.

Il suo stile possiede lucidità di scrittura, capace di avvol gere oggetti nitidissimi in un'atmosfera "metafisica" che può ri cordare la pittura del primo De Chirico.

Analoghi motivi i lavori teatrali: Guardia alla luna (1916), Nostra dea (1925), Minnie, la candida (1927), Cenerentola (1942), Venezia salva (1947). Questi lavori teatrali fanno di Bontempelli tra gli autori drammaturghi più interessanti del periodo tra le due guerre, accanto a Pirandello e a Rosso-di-San-Secondo.



© Antenati - 1994-1997


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