Juan de la Cruz

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Juan de la Cruz


Juan de Yepes y Alvarez nacque a Fontiveros [Avila] nel 1542. Suo padre era un umile tessitore, che lo lasciò orfano a nove an ni. Accompagnò la madre a Medina-del-Campo, dove fece i primi studi nel collegio dei gesuiti e, dal 1563, nell'ordine dei carmelitani. Completò la sua formazione teologica e filosofica all'Università di Salamanca (1565-1567). Divenne discepolo, amico, collaboratore e consigliere di Teresa d'Avila: fu lei a spingerlo a cercare di riformare il ramo maschile della compagnia dei carmelitani, divenendo così il "padre" dei carmelitani scalzi. Nel 1577, nel pieno del conflitto tra carmelitani calzati e scalzi, fu arrestato. Fu un periodo di angosce fisiche e morali. Dopo nove mesi di isolamento nel carcere di Toledo, riuscì a fuggire con l'aiuto di Teresa d'Avila. Nel 1578-1585 ebbe incarichi a Jaén, Baeza, Granada, fondando molte case del suo ordine. Subì altre persecuzioni. Morì a Ubeda [Joén] il 14 dicembre 1591. La chiesa cattolica lo canonizzò nel 1726, e nel 1926 lo dichiarò dottore della chiesa (sotto papa Pio XI), e nel 1952 patrono dei poeti spagnoli (sotto papa Pio XII).

Juan è uno dei maggiori mistici cristiani e cattolici. Scrisse nel 1582-1588 quattro importanti opere: Cantico spirituale tra l'anima e Cristo suo sposo (Cántico espiritual entre el alma y Cristo su esposo), Notte oscura dell'anima (Noche obscura del alma), Fiamma d'amor viva (Llama de amor viva), Ascesa del monte Carmelo (Subida del monte Carmelo). In queste opere si trovano un certo numero di componimenti poetici, accompagnati da note-commento di dottrina (cristiana), introduzioni alla lettura e alla vita mistica. La sua produzione lirica ha significato e intenzioni esclusivamente religiosi, ma si fonda su tutta la tradizione lirica precedente, dal "Cantico dei cantici" ai canzonieri del XV secolo fino a Garcilaso de la Vega. Servendosi di una tecnica formale ricca e oculatissima, attinge a una semplicità e una purezza che esprimono il mistero (cristiano) del mondo e dell'amore divino. Juan è poeta capace di raggiungere una indimenticabile dolcezza mista a strazio: si legga l'incipit del "Cantico spirituale": «Adonde te escondiste, | amado, y me dejaste con gemido? | Como el ciervo huiste | habiéndone herido [...]».



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