Gianbattista Giraldi Cinzio

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Gianbattista Giraldi Cinzio


Gianbattista Giraldi Cinzio era di Ferrara. Qui nacque nel 1504, e morì nel 1573. Autore e teorico del teatro "orroroso", cercò di conciliare le regole aristoteliche con il moralismo del la controriforma: per questo risolve la "catastrofe" nel lieto fine. Le sue tragedie, raccolte postume nel 1583, si rifanno principalmente nella struttura al "Tieste" di Seneca. Inscena passioni smisurate e turpi delitti per far risaltare meglio gli esempi di virtù. La più nota è Orbecche (1541).
I risultati della sua opera furono modesti, ma influì sul dramma elisabettiano. Shakespeare stesso trasse l'argomento dell'"Otello" da una delle cento novelle presenti nel suo Hecatommithi , composti nel 1541 (editi nel 1565), dove il fine morale si associa a caratteri di cupezza e ferocia, con una certa tendenza alla licenziosità.
Giraldi-Cinzio espose le sue riflessioni teoriche nei Discorsi intorno al comporre dei romanzi, delle commedie e delle tragedie (1544). In essi, tra l'altro, è una difesa della libertà composi tiva dei poemi cavallereschi contro le censure degli aristotelici.



[1997]


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