Gert Geertsz

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Gert Geertsz

Notizie biografiche

Geertsz era nato a Rotterdam nel 1466-69 nella notte tra il 27 e il 28 ottobre. Fu conosciuto in europa con il nome latinizzato di Desiderius Erasmus Roteradamus (italianizzato in Erasmo da Rotterdam). Figlio illegittimo di un prete, fanciullo frequenta a Deventer una scuola dei Fratelli della Vita Comune, fu poi educato da frati agostiniani. Nnel 1479 la peste uccide la madre, poi il padre; spinto dai tutori Erasmo entra nel convento di Steyn, presso Gouda, e abbraccia la vita religiosa. Negli anni di Steyn studia alacremente e si segnala come latinista. Nel 1492 è ordinato prete. Nel 1492 lascia Steyn per entrare al servizio di Enrico di Berghes, vescovo di Cambrai.

Studiò teologia a Paris (nel 1495). L'anno dopo lascia il collegio Montaigu e si guadagna da vivere facendo il precettore. La sua sarà una vita di andirivieni per l’Europa, con prevalente residenza nell’area tra Lovanio, Basilea e Friburgo, ma con fondamentali protratti soggiorni in Inghilterra, ed un operoso viaggio in Italia. Ottenne il dottorato a Torino nel 1506. Precettore privato, cominciò a preparare per i suoi allievi degli opuscoli pedagogici che divennero per secoli i libri di testo della cultura europea. La sua posizione culturale era simile a quella di Lorenzo Valla. Iniziò lo studio del greco. Entrò in contatto con i maggiori umanisti del tempo in Inghilterra (il suo primo viaggio è nel 1499, vi conosce Thomas More e John Colet) e in Italia, dove soggiornò nel 1506-1509. Nel 1500 a Parigi pubblica la prima edizione degli Adagia; nel 1501 pubblica il De Officiis di Cicerone ed inizia così la sua fondamentale attività di editore di classici; nello stesso anno studia il greco. Nel 1502 muore Enrico di Berghes, Erasmo va a Lovanio. Nel 1503 pubblica l'Enchiridion militis christiani, nel 1504 il Panegyricus ad Philippum Austriae ducem (uno dei primi importanti testi pacifisti di Erasmo); nel 1505 edita le Annotazioni sul Nuovo Testamento di Lorenzo Valla, compie il suo secondo soggiorno in Inghilterra. Dal 1505 al 1509 è in Italia: a Venezia presso Aldo Manuzio svolge un'attività editoriale cospicua. Lasciando l'Italia medita l'Elogio della follia, che pubblicherà nel 1511 dedicandola a Thomas More.

Dal 1509 al 1514 è perlopiù in Inghiltera. Nel 1513 muore Giulio II, e viene pubblicato il libello Julius exclusus e coelis, violento attacco alla figura del papa-guerriero: un testo attribuito ad Geertz, sebbene egli sempre abbia negato di esserne autore.
Nel 1514 è a Basilea ed inizia il sodalizio editoriale con lo stampatore ed amico Johann Froben. E presso Froben nel 1515 pubblica tra l’altro un’edizione di Seneca. Nel 1516 pubblica la prima edizione critica del Nuovo Testamento. Inizia anche a pubblicare raccolte del suo epistolario.
Nel 1516 gli viene attribuita la carica onoraria di consigliere di Carlo d'Asburgo (il futuro imperatore Carlo V, che già nel corso dell'anno diverrà re di Spagna), e pubblica l'Institutio principis christiani. Sempre quest'anno pubblica la sua edizione dell'Opera omnia di Girolamo, e un’edizione della Grammatica institutio di Teodoro di Gaza. Pubblicazione dell'Utopia di Thomas More.
Nel 1517 (che è anche l'anno delle novantacinque Tesi di Lutero) pubblica la Querela Pacis, Carlo si trasferisce in Spagna ma Geertz non lo segue. Dal 1517 al 1522 sarà prevalentemente a Lovanio.
Nel 1518 pubblica tra l'altro l'Encomium matrimonii. Nel 1519 pubblica la seconda edizione del Nuovo Testamento, un’edizione di Cipriano, ed esce un'edizione delle Familiarum colloquiorum formules, che diverranno i Colloquia; Carlo viene eletto imperatore. Muore John Colet. Nel 1520 pubblica gli Antibarbari. E' l'anno della bolla papale Exurge Domine, che Luther dà pubblicamente alle fiamme.
Nel 1521 pubblica il De contemptu mundi. Nel 1522 si trasferisce da Lovanio a Basilea; viene pubblicata da Froben la prima edizione autorizzata dei Colloquia, la terza edizione del Nuovo Testamento, vari altri lavori (tra cui l’edizione di Arnobio).
Nel 1523 alle edizioni e commenti di testi neotestamentari e patristici (Ilario) aggiunge anche le Tuscolane di Cicerone (e nel 1525 l'Historia Naturalis di Plinio il Vecchio). Declina l'invito di Francesco I a trasferisi in Francia.
Nel 1524 esce il Libero arbitrio cui Lutero replicherà col Servo arbitrio, al quale Geertz risponderà con l'Hyperaspistes nel '26. Sempre nel '26 pubblica l'Institutio matrimonii christiani e l’edizione di Ireneo. Nel 1527 la quarta edizione del Nuovo Testamento e l’edizione delle opere di Ambrogio. E' l'anno del sacco di Roma. Nel 1528 pubblica il Ciceronianus. Nel 1529 pubblica il De pueris statim ac liberaliter instituendis, e l'Opera omnia di Agostino.

La riforma mise Geertsz in una posizione difficile, mentre la sua predicazione alla tolleranza restò inascoltata. Quando la riforma assunse atteggiamenti radicali e iconoclastici (1529), Geertsz riparò a Friburgo per alcuni anni. Nel 1530 cura l’edizione di Giovanni Crisostomo e pubblica la sua Consultatio de bello turcis inferendo. Nel ’31 edizione di Aristotele, Livio, Gregorio Nazianzeno, e Paraphrasis in Elegantias L. Vallae. Nel 1532 edizioni di Demostenes e Terentius. Nel '33 pubblica la De sarcienda Ecclesiae concordia. Nel 1534 la Preparazione alla morte. Nel 1535 a Basilea, quinta edizione del Nuovo Testamento. Decapitazione di Thomas More, imprigionato l'anno prima. Geertz rifiuta l’offerta del cappello cardinalizio. Nel 1536 cura l’edizione di Origene. Muore a Basilea tra l'11 e il 12 luglio.


Opere

Con il Manualetto del soldato cristiano (Enchiridion militis christiani, 1502) si fece portavoce di una riforma della chiesa cristiana ispirata a idee di tolleranza e di pace universale. A Venezia, ospite di Aldo Manuzio, lavorò agli Adagi (Adagia), una raccolta di proverbi dell'antichità. Tornato in Inghilterra, nella casa di Thomas More scrisse il suo libro ancora oggi più noto, l'Encomio di Moria o lode della stoltezza (Encomion Moriae seu laus stultitiae, 1511). Si tratta di una satira scintillante e bonaria che alla demenza del mondo, avido di cose effimere, contrappone la superiore "follia" che sostiene la fede cristiana, lo spinge a perdonare i propri nemici e a donare i propri beni. Il Moria del titolo è il nome del monte biblico su cui fu tentato il sacrificio di Isacco. Nel 1516 è la pubblicazione delle Istituzioni del principe cristiano (Institutio principis christiani), un trattato di governo in cui, in contrasto con "I principati" di Machiavelli, la morale cristiana impone alla politica la sua legge. L'opera più importante e influente di Geertsz fu la prima edizione in greco del Nuovo Testamento, accompagnata da una nuova traduzione latina che fece scalpore anche per la mancanza di alcuni versetti codificati dalla tradizione ma assenti dai manoscritti. L'edizione di Geertsz, oggi non più valida dal punto di vista filologico, aprì la strada alla critica neotestamentaria moderna, dimostrando che la "Vulgata" è inattendibile. L'opera filologica di Geertsz proseguì con l'edizione dell'"Epistolario" (1516-1520) di Ierolamus, e con le "Parafrasi" (1524) fortunatissimo commento popolare al Nuovo Testamento. Con i Colloqui familiari (1522) dà la migliore espressione artistica alla sua polemica antimonastica e antiscolastica. Si dissociò dalle posizioni di Lutero con Il libero arbitrio (De libero arbitrio, 1524). Tutto interno al pedagogismo umanistico è un'operina come L'educazione civile dei bambini (De civilitate morum puerilium, 1530), dedicato a un nobile fanciullo borgognone. Il testo ebbe un buon successo, e fu tradotto nel 1532 e nel 1544 in inglese e in francese, dopo essere adottato come testo didattico nelle scuole olandesi. E' un breve trattatello, figlio minore del più conosciuto I bambini da istruire fermamente e liberalmente (De pueris statim ac liberaliter istituendis). "L'educazione" è un breve compendio di regole del vivere civile. Geertsz scrive nel prologo che il primo compito dell'educazione è quello di far penetrare il seme della carità nella mente infantile, il secondo di far nascere in essa l'amore e la conoscenza degli studi liberali, il terzo nel prepararla ai doveri della vita, il quarto nell'abituare fin dalla più tenera età i fanciulli ai precetti delle buone maniere. Il libretto è dedicato soprattutto a quest'ultimo punto, diviso in sette capitoli intitolati alla decenza del contegno, all'eleganza nel vestire, alla maniera di comportarsi in chiesa, ai banchetti, agli incontri, al gioco e al riposo. I precetti e i consigli di Geertsz nascono da una tollerante saggezza pratica, riguardano non tanto i peccati ma gli errori che possono rendere un giovane spiacevole alla società: dalla loro osservanza dovrebbe emergere il ritratto di un fanciullo onesto, il cui equilibrio esterno risponda a una armonia interiore. Regole formali e buone maniere servono però solo se associate alla modestia, e la modestia si addice soprattutto ai bambini nobili. Essere nobili non significa possedere castelli e blasoni ma educare il proprio spirito al culto delle belle lettere e dei costumi liberali, nell'intento costante di migliorare sé stessi. Geertsz sente la necessità di fissare in un testo pedagogico scritto le regole del comportamento civile dei bambini, in questo modo facendo da tramite tra la tradizione orale e quella scritta della pedagogia, proprio nel momento storico in cui essa acquista validità di scienza laica, morale e filosofica applicata all'educazione dei giovani. "L'educazione civile dei bambini" è coevo al "Galateo" di Della Casa, ma mentre Della Casa ripone nella perfezione esteriore di forme e maniere il grado massimo della civiltà, Geertsz se ne serve come mezzo per crescere interiormente e acquisire con grazia una tollerante e superiore dignità umana.


Geertsz sostenne la riforma della chiesa cattolica, e della società europea. Si richiamava alle origini del messaggio cristiano e ai grandi esempi umani dell'antichità greco-latina. Una riforma che doveva attuarsi per mezzo dell'educazione. Geertsz fu il più celebre degli umanisti del XVI secolo. La sua tensione pedagogica è ben visibile dall'Epistolario, più di tremila lettere indirizzate alle maggiori personalità contemporanee: lettere dall'altissimo valore letterario e documentario sulla storia del suo tempo.


Bibliografia: Gert Geertsz

Enchiridion militis christiani (1502)
Adagia Encomion Moriae seu laus stultitiae (1511)
Institutio principis christianis (1516)
-Colloqui familiari (1522)
De libero arbitrio (1524)
De pueris statim ac liberaliter istituendis De civilitate morum puerilium (1530)
-Epistolario


Olanda nel XVI secolo

[1997]


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