Pietro Verri

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Pietro Verri


Pietro Verri nacque e morì a Milano (1728\1797). Al centro del gruppo della Società dei Pugni e poi de «Il Caffè», si occupò di filosofia e economia. Trasse elementi fondamentali dal sensismo e dall'utilitarismo di Helvétius e di Condillac, studiò il piacere e il dolore come momenti di ogni azione umana (Meditazioni sulla felicità, 1763; Discorso sull'indole del piacere e del dolore, 1773). Fu sensista anche in estetica, indicando nei nuclei di sensazioni e emozioni presenti nell'opera la possibilità di una partecipazione del lettore e quindi il grado di utilità e valore dell'opera stessa. Studioso di problemi economici, consigliere del governo austriaco, elaborò un progetto di riforma fiscale; dall'adesione giovanile alle teorie mercantilistiche passò a posizioni fisiocratiche. Oltre al "Dialogo sul disordine delle monete nello stato di Milano" (1763), scrisse delle "Meditazioni sull'economia politica" (1771) in cui tra l'altro si schiera per un regime assolutistico. Mutò poi opinione, propendendo per una monarchia costituzionale. Oltre alle "Osservazioni sulla tortura" (1768) e una "Storia di Milano" (il primo volume uscì nel 1783, il secondo fu continuato da P. Custodi e pubblicato nel 1789), scarso rilievo hanno alcuni scritti giovanili satirici come "Il gran Zoroastro" (1758-9), "Il mal di milza" (1764).



[1997]


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