Preromanticismo e romanticismo

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Preromanticismo e romanticismo

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Torna sopra Certamente la rivoluzione francese fu un evento dirompente per le culture europee, molto pił di quanto non fosse avvenuto con la rivoluzione inglese del secolo precedente. La rivoluzione inglese si era svolta in una regione considerata anche per la sua lontananza periferica, un'isola per di pił . E a parte le difficoltà pratiche di comunicazione, l'Inghilterra era ancora una nazione non di primo piano. Altrettanto remota la rivoluzione nordamericana. La rivoluzione francese avvenne invece in una delle maggiori potenze europee, come punto di arrivo di una ideologia riformista che aveva conquistato le varie corti europee prima di bloccarsi. La Francia, anche dal punto di vista editoriale e culturale aveva una importanza centrale e una capacità di diffusione delle idee enormemente maggiore rispetto all'Inghilterra. L'evento rivoluzionario, con cui la borghesia francese alla fin fine conquistava il potere, con tutti i suoi assestamenti interni, segnò un momento importante di liberazione. Per la prima volta un sistema sociale culturale e ideologico erano sovvertiti: le nazioni acquistavano la consapevolezza che si potevano governare anche senza re e senza le istituzioni religiose tradizionali.
La reazione ci fu, dura, inequivocabile. Come avverrà per l'URSS nel 1917, la Francia rivoluzionaria (giacobina) fu accerchiata e attaccata militarmente. Né bastò l'avvento della dittatura di Napolé on Buonaparte, dopo i primi successi, a difendere i successi sociali conquistati.
E tuttavia dopo l'evento dell'89, non fu possibile per nessuno tornare indietro. Né dal punto di vista del costume (si ricordi, solo banalmente un fenomeno sociale e di costume come quello del valzer che soppiantò definitivamente il lambiccato e distanziato minuetto a favore di un tipo di danza in cui i corpi venivano a contatto), né sociale e giuridico (certe 'conquiste' rimasero in vigore anche se attenuate), né culturale. Il razionalismo illuminista fu individuato subito come una delle cause della rivoluzione, come tale tutte le sue idee furono sottoposte a una profonda revisione. Una revisione che però non riuscì a eliminare totalmente quelle idee, che furono ereditate all'interno delle frange pił di sinistra del romanticismo, accanto a quanto di regressivo il romanticismo portò avanti nella sua critica all'illuminismo. Una critica 'di destra' che comunque fu un progresso rispetto alle posizioni monoliticamente reazionarie dell'ancient régime. E il segno comunque che la nuova classe borghese cominciava a rivendicare un proprio ruolo sociale e politico in europa, facendosi forza proprio sulla maggiore nazione emersa dallo scontro militare come l'unica in grado di salvare le vecchie classi nobiliari dalla "sovversione": l'Inghilterra.


La reazione alla cultura illuministica, intesa anche come reazione alla cultura francese giacobina, significò nei paesi europei circondanti la Francia, l'insorgenza di nuovi spiriti. E' quello che si chiama "preromanticismo", termine con cui si indicano tutta una serie di manifestazioni che preannunciano il romanticismo che dominerà appieno nel XIX secolo. Rivolta contro il classicismo e il razionalismo illuministico, culto del sentimento, l'esaltazione della natura e delle società primitive e barbariche sono elementi che circolano in europa, e che torneranno nel romanticismo. Le premesse teoriche si possono cogliere nell'"estetica del sentimento" di A. Shaftesbury, e poi, con maggiore concretezza, in alcune formulazioni di Diderot e di Rousseau.
Tramonta la fiducia nel progresso e nell'indagine razionale come metodo fondamentale per conoscere. Nei dibattiti dell'epoca delle rivoluzioni, e poi in quelli socio-economici del periodo post-napoleonico e dei primi moti socialisti, la cultura borghese si spezza, si divide in due correnti fondamentali: ortodossi (conservatori) e dissenso.
I primi esempi della nuova sensibilità vennero dalle aree del nord-europa: dalla Germania con la poesia idillico-elegiaca di Haller, Klopstock, e dello svizzero-tedesco Gessner. Dall'Inghilterra con il falso Ossian di Macpherson e con la poesia "notturna" e "sepolcrale" di Young, Gray e Hervey.


In Inghilterra, dopo l'illuminismo di Johnson, è l'inizio delle inquietudini romanticistiche: il sentimentalismo e patetismo degli elegiaci, meditativi e sepolcrali; gusto del pittoresco, del gotico, dell'orrido (romanzo nero); esotismo, culto del sublime e del passato (i poemi ossianici di James Macpherson, Thomas Chatterton, i cultori del folklore); rivolta ironico- anarchica ( Robert Burns) o anarco-visionaria ( William Blake).


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Fiorisce tra la seconda metà del XVIII secolo e gli inizi del XIX la cosiddetta "poesia sepolcrale". Motivo caratteristico è la visione cimiteriale, evocata con tristezza elegiaca o con gusto del macabro. Tra gli archetipi del genere è la Composizione notturna sulla morte (The night piece on death, 1712-1713) di Thomas Parnell, che imposta una tematica che sarà sviluppata poi da Edward Young e Thomas Gray in Inghilterra.

E' un gusto che si aggira per l'europa. Così in una provincia culturale come l'Italia si è avuto A. Viale, S. Fiorentino e soprattutto Pindemonte e Foscolo. In Fantoni tale gusto è già maniera e ripetizione. Tra gli esiti pił tardi di questo gusto "Le sepolture" (1813) di Lamartine.


In Spagna è un autore come Juan Meléndez Valdés il cui preromanticismo è arricchito dall'incontro con i residui del gusto barocchista.

Sensibilità preromanticista nel purismo e nelle forme classiciste della poesia del portoghese Francisco Manuel do Nascimento.


In Svezia idee "sentimentali" ha J.H. Kellgren. In Danimarca preromanticista viene considerato Joannes Ewald.


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Ma è soprattutto negli ambienti delle corti tedesche che dalla seconda metà del XVIII secolo s'inizia un percorso che condurrà al distacco dall'assoggettamento alla cultura francese.
Il crescente prevalere dell'economia mercantile e artigiana su quella agraria, consolida, nella società tedesca, il predominio della borghesia. La situazione degli intellettuali diventa pił difficile: essi si sentono sospinti verso un progressivo isolamento, avvertono il pericolo dato dall'instaurarsi di un'arte ufficiale banale e conformista. Il razionalismo illuministico è ormai decaduto a filosofia del buon senso e dell'ottimismo paternalistico. Contro l'illuminismo si muove Johann Gottfried Herder la cui complessa personalità , alimentata da diversi filoni culturali, agirà potentemente sulle nuove generazioni intellettuali (Goethe e amici). All'uomo illuminista volto a realizzarsi all'esterno, nella società attraverso l'azione ideologica e politica, si contrappone ora ( Johann K. Lavater ) un uomo orientato verso la propria interiorità , miniera di risorse sconosciute. Alla natura intesa come teatro delle imprese della ragione e campo di sistematica osservazione scientifica, si sostituisce ( Johann G. Hamann ) l'intuizione misticheggiante di forze segrete operanti dentro la materia


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Il convenzionale paesaggio rococò si anima, nei poeti del "boschetto di Göttinger" (Göttinger Hain) influenzati da Klopstock alla rivalutazione del naturalismo della tradizione poetica tedesca, di profonde e arcane suggestioni. Il gruppo operò a Göttinger tra il 1772 e il 1774. I maggiori esponenti furono Ludwig Hölty , Johann H. Voss , H.Ch. Boie, i fratelli F.L. e Chr. von Stolberg. Organo ufficiale fu il fortunatissimo «Göttinger Musenalmanach» (Almanacco delle muse di Göttinger, 1770-1776), che all'inizio fu diretto dal classicista Friedrich W. Gotter e da Boie. Polemici contro la maniera rococò , allora rappresentata da Wieland, essi furono un episodio affine al contemporaneo sturm-und-drang. Influenzarono la generazione di poeti successiva soprattutto grazie alla loro fresca spontaneità , il riconquistato vigore popolaresco.


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Il classicismo e il richiamo al magistero degli antichi assumono ( J.J. Winckelmann ) valore di rottura e di polemica nei confronti del lezioso gusto ufficiale. Richiamandosi ai miti sensuali del paganesimo Johann J.W. Heinse condusse una battaglia contro la ristrettezza della morale comune.


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Herder sollecita il recupero delle tradizioni popolari, richiama l'attenzione verso questo patrimonio culturale sino ad allora ignorato. Ci si accosta alla vita delle classi pił umili, con ironia divertita ( Johann P. Hebel ), ma anche con preoccupazioni sociali (Jakob M.R. Lenz che fece parte dello sturm-und- drang) e con intenti pedagogici ( Johann H. Pestalozzi ). Il nuovo orientamento, fortemente nazionalista, rimanda al patrimonio culturale tedesco del passato, e sollecita l'indagine storico-filosofica (Herder, Justus Möser 1720\1794).


Torna sopra Lo sturm-und-drang

Tutte queste esigenze (antilluminismo, populismo, nazionalismo) agiscono sulla nascita del movimento romanticista. Il movimento poetico dello sturm und drang (tempesta e impeto), deriva il suo nome dall'espressione spregiativa usata da un critico, C. Kaufmann, per ribattezzare così un dramma del 1776 di Friedrich Klinger, che in realtà si intitolava "Caos" (Wirrwarr). Il movimento, pił che per gli effettivi risultati poetici importa per il grande impulso che diede alla cultura europea (tramite la mediazione di M.me de Staė l), per il nuovo corso dato alla produzione nazionale tedesca, e per lo stimolo esercitato a due intellettuali del calibro di J.W. Goethe e di Schiller.
Il movimento fiorì tra il 1770 e il 1785. Lo si può far risalire all'incontro tra Goethe e Herder a Strasburgo nel 1770. Goethe fu la personalità di gran lunga dominante, anche se poi passò oltre quell'esperienza, per raggiungere altre e pił importanti mete.
Sinonimo di titanismo e di ribellione giovanile, da un cenacolo di giovani "geniali", quasi tutti amici di Goethe, nacque una tendenza rinnovatrice che ebbe immediatamente un forte carattere di rivolta contro le condizioni politiche e sociali della Germania, divisa tra i piccoli principati assolutistici che reprimevano ogni opposizione politica attiva. In opposizione al razionalismo illuminista e riallacciandosi al pensiero di Rousseau, al pietismo, alla rivalutazione del sentimento e della libera fantasia (dallo svizzero Haller agli inglesi: Shaftesbury e i "sepolcrali"), a Klopstock, alla polemica contro il teatro francese di Lessing, lo sturm-und-drang si presenta già negli scritti teorici di Hamann e di Herder, come appello al primigenio spirito tedesco, rifiuto del classicismo francese, riscoperta delle forze della natura intese come manifestazione della divinità . Motivo dominante fu l'esaltazione dell'istintività , della passionalità , della rottura delle convenzioni. Modelli ideali le personalità fortemente individualiste, insofferenti di ogni costrizione, titaniche e geniali.
Lo sturm-und-drang radunò per pochi anni alcuni degli intellettuali pił vivaci della vita letteraria tedesca. Oltre a Goethe e Schiller che poi approdarono a altri esiti, occorre ricordare Jakob M.R. Lenz , Heinrich L. Wagner , Friedrich Müller e Friedrich M. Klinger .
Il pił significativo manifesto programmatico degli sturmisti apparve in volumetto a Strasburgo nel 1773: Del carattere e dell'arte tedesca (Von deutscher Art und Kunst), con saggi di Goethe e Herder. Si contrappone qui il genio del popolo e la poesia popolare all'artificiosa e innaturale "poesia d'arte". Tutti elementi che saranno poi ripresi dal romanticismo. Il successo di un'opera come "I dolori del giovane Werther" di Goethe mostra come le esigenze espresse nell'ambito dello sturm-und-drang fossero cosa avvertita anche nel resto dell'europa. Sul piano dei valori artistici, gli sturmisti diedero le cose migliori nel campo del teatro, con una serie di opere audaci e originali per il linguaggio usato, la struttura "aperta" dei drammi e la tematica violentemente attuale.


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In Italia, nel clima di fervore illuministico e nel progressivo risveglio della società italica sono tradotti e imitati scrittori come Klopstock, Gessner, Haller, Gray e Young, che trasmettono le inquietudini del preromanticismo europeo. Cesarotti traduce in italiano le Poesie di Ossian (1763, e poi nel 1772- 1773), avendo così un ruolo centrale per l'affermazione del gusto sentimentale. Gli scritti di Winckelmann impongono nel campo delle arti figurative una forte corrente neoclassicista. In campo letterario gli effetti sono dati da una reazione al didascalismo illuministico, e al tipo di poesia lugubre-sepolcrale e sentimentale.


Le traduzioni diffondono anche in Italia moduli sentimentali e poetici "pre-romanticisti": orride visioni notturne, paesaggi crepuscolari o lunari, meditazioni sulle tombe, che arrivano fino a Foscolo e Leopardi. Esse trovano rispondenza in formulazioni estetiche e critiche che denunciavano, per altre strade, la crisi dell'illuminismo. Così il saggio di Bettinelli "Dell'entusiasmo delle belle arti" (1769) fu in Italia un momento fondamentale del passaggio dalla "sensibilità " illuministica al "sentimento" romanticista. Altrettanto significativo il "Discorso su Shakespeare e Voltaire" (Discours sur Shakespeare et monsieur de Voltaire, 1777) in cui Baretti, contro l'opinione di Voltaire, esaltò Shakespeare proprio per la sua selvaggia creatività insofferente di ogni regola. Sono atteggiamenti che preparano la poetica pre-romanticista di Alfieri. Ma che aiutano a comprendere anche una serie di personaggi minori, la cui attività è pił legata al gusto medio e alla moda. Così il ligure Ambrogio Viale, il siracusano Tommaso Gargallo, il toscano Salomone Fiorentino, la torinese Diodata Saluzzo Roero. Ebbene, la Saluzzo, che proveniva da una famiglia nobile, era una arcadista (il suo nome di arcade era Glaucilla Eurotea), e ciò indica certe connessioni esistenti tra questo gusto sentimentale e il classicismo, e una matrice fortemente connotata dal punto di vista ideologico e di classe di questa produzione: ciò che differenzia in fondo la produzione romanticista da questa produzione. Ruolo di mediazione tra le diverse correnti allora in auge, il salotto letterario di Isabella Teotòchi Albrizzi.
Su altro versante, di contro all'orrido e al sublime, è la forma della "malinconia gentile", la tenue scrittura idillico-elegiaca di Aurelio de' Giorgi Bertola e di Ippolito Pindemonte: l'uno con la prosa poetica del "Viaggio sul Reno" (1795), l'altro con le "Prose e poesie campestri" (1788-1817), raggiunsero i migliori risultati attuando un misto tra gusto nordico, con le sue atmosfere cariche di mistero e di malinconia, e la lezione neoclassicista.


Il migliore, secondo il gusto della critica ottocentesca e odierna, è Vittorio Alfieri (1749\1803), con la esasperata passione delle sue tragedie; egli si pose in posizione classicista, in polemica antifrancese in nome di ideali culturali e politici nazionalistici: a lui guarderanno le successive generazioni romanticiste e nazionaliste.
La situazione teatrale italiana in quel periodo era decisamente penosa. Nel suo "Parere sulle tragedie" Alfieri stesso scriveva il suo sconforto per le truppe di istrioni che portavano le loro rappresentazioni improvvisate a gente incolta e poco educata. Il problema non era solo il pubblico, ma proprio la degenerazione delle compagnie teatrali, incapaci di andare oltre il lazzo gratuito di scena e l'uso del dialetto. E' un giudizio che troviamo confermato da Calzabigi, da Francesco Milizia nel suo trattato "Del teatro" (1773), in un articolo di Pietro Secchi apparso su «Il Caffè ». Dietro questo sconforto era stata la riforma goldoniana, che si era conclusa con la sconfitta di Goldoni e la sua partenza per Paris (1762). Francesco Gritti nella premessa anonima alle sue traduzioni di "Teatro francese a uso dei teatri d'Italia" (1776) traccia un quadro desolante del rapporto tra poeti di teatro e impresari. E se la commedia era un genere pił disposto a subire manomissioni, la tragedia non poteva permettersi improvvisazioni. Occorreva dare dignità alla scena italiana, e ciò era possibile solo con la creazione di una vera Compagnia, formata da bravi attori professionali, magari sul modello di quelli francesi. Così Pietro Verri propose una Compagnia reale o ducale, formata di 30 persone, capace di dedicarsi con studio ai testi e a una pił accurata arte della recitazione.
Un problema che rimase a lungo irrisolto. E quando con Alfieri le scene teatrali italiche ebbero di nuovo un autore di tragedie nuovamente valido, la mancanza di compagnie in grado di recitare le sue tragedie furono un potente ostacolo al successo della sua riforma. Nella famosa recita del "Saul" a Firenze, Alfieri decise di essere protagonista e di far uso di attori non professionisti, convinto che magari nessuno di loro sarebbe stato un bravo attore ma che almeno avrebbe saputo la parte, e avrebbe recitato senza suggeritore. Del resto già nel "Parere sull'arte comica" (1785) aveva sostenuto che per far nascere un teatro in Italia occorrevano non solo sommi autori, ma anche attori in grado di essere oggi Brighella e domani Alessandro, ma soprattutto consapevoli che si possa andare in palcoscenico senza buca del suggeritore, che si possa recitare con le pause utili per far riflettere su quello che si dice, e che si possa scegliere come modello la lingua toscana anziché la commistione di dialetti che caratterizzava il linguaggio dei comici.


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Negli ultimi anni del regno di Caterina II, una nuova ondata porta i nuovi esempi di Richardson e Rousseau, insieme alle prime rivolte anticlassiciste. Massimo interprete di questa sensibilità preromantica è Nikolaj Karamzin. Egli, continuando e modificando la riforma linguistica iniziata da Lomonosov elimina la pesante sintassi latino-tedesca per uno stile pił duttile, modulato anche lessicalmente sul francese che è ormai la seconda lingua delle classi colte.
Già proiettata nel nuovo secolo è l'opera di Ivan Krylov nelle cui Fiabe influsso classicista e gusto del folclore si combinano in un'inedita proposta realistica.

Contesto

Indice XVIII secolo



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