Friedrich von Schlegel

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Friedrich von Schlegel

Friedrich von Schlegel nacque a Hannover nel 1772, di cinque anni più giovane del fratello August (morì a Dresda nel 1829). Amico di Novalis, Tieck e degli altri romanticisti, fu fiero avversario di Schiller e di Goethe, nonostante la sua formazione classicista di stampo winckelmanniano. Visse a Jena, Berlin, poi a Paris (1802-4). Nel 1808 si stabilì a Vienna, si convertì al cattolicesimo e divenne stretto collaboratore di Metternich: partecipò ai lavori del congresso di Vienna, venne con Metternich in Italia nel 1819, fu uno dei massimi teorici della restaurazione.
Tra le sue opere letterarie sono da ricordare il dramma classicista Alarcos (1802), e Lucinde (1799), romanzo a sfondo autobiografico, che suscitò scalpore per il suo intento di conciliare amore sensuale e amore spirituale.
Come per il fratello August, più importanti a noi risultano i suoi scritti critici e filosofici. Tra essi: "Sul valore dello studio del greci e dei romani" (Vom Wert des Studiums der Griechen und Rö mer, 1794), "Storia della poesia dei greci e dei romani" (Geschichte der Poesie der Griechen und Römer, 1798). E soprattutto i "Frammenti" (Fragmente, 1798) pubblicati nell' «Athenäum», seguiti dalle originalissime "Idee" (Ideen, 1801): il suo è un tenta- tivo di fondere in una lingua concentrata, ricca di paradossi, elementi poetici filosofici e religiosi. Friedrich Schlegel diede avvio alla poetica romanticista, sostenendo la necessità di svincolare la letteratura dai modelli classicisti. Nelle ultime opere, come la "Storia della letteratura antica e moderna" (Geschichte der alten und neuen Literatur, 1815) lavorò a una storia letteraria di taglio sistematico.




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