Victor Hugo

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Victor Hugo

1) notizie biografiche

Nacque a Besançon nel 1802, figlio di un ufficiale dell'esercito. Passò l'infanzia al seguito del padre, in Corsica e Spagna; e con la madre e i fratelli a Paris. Fu la madre a indirizzarlo verso la letteratura. Enfant prodige, divenne il vate dei Borboni: ebbe una menzione dell'Acadé mie Franç aise, un alloro dei giochi floreali di Tolosa. E riconoscimenti, anche finanziari, di poeta della famiglia reale. Nel 1819 fonda la rivista ĞLe Conservateur litté raireğ .
La morte della madre fece venir meno il veto al matrimonio con Adèle Foucher. Fu l'occasione anche per l'accostamento alla reli gione, preparato da Lamennais. La cerimonia nuziale fu funestata da una crisi di follia del fratello, anche lui innamorato di Adèle. La morte del padre, ex generale napoleonico, produsse una serie di scelte capitali, nella sua vita e nella sua produzione poetica, con l'accostamento al romanticismo. Anno ricco di eventi fu per Hugo il 1830: colpo di stato di Luigi Filippo, a cui pare Hugo aderì . Il raffreddamento dei rapporti coniugali. L'inizio della redazione di "Notre-Dame de Paris", e di una serie di opere impegnate socialmente. Conosce e ha una relazione con Juliette Drouet.
La morte della figlia, e il fiasco de "I burgravi" (1842) porta all'abbandono della poesia. Carriera politica e vita mondana occupano le sue ambizioni, insieme all'attività di accademico e pari di Francia. Nel 1848 al sorgere della repubblica sono molte le sue esitazioni, che però si sciolgono con la presidenza di Napolé on III: di fronte all'assemblea liberal-monarchica Hugo riprese il suo discorso sulla miseria, sul suffragio universale, sulla libertà di stampa. Il suo rifiuto del regime fu considerato rivolta. Hugo fu costretto all'esilio, prima in Belgio poi a Jersey e a Guernesey. Oltre all'attività pubblicistica anti-napoleonica, Hugo appoggiò finanziariamente esuli e patrioti repubblicani.
L'esilio a cui Hugo temeva di essere ormai condannato, ebbe termine improvvisamente nel 1870 con la caduta rovinosa del regime di Napolé on III. Il suo ritorno a Paris fu trionfale. Assiduo fino all'ultimo alle sedute del senato, dove lottò tra l'altro per la concessione dell'amnistia ai comunardi, e a quelle dell'Acadé mie Franç aise, morì a Paris nel 1885. Aveva 83 anni. Il suo catafalco, esposto all'Arco di Trionfo, trovò posto nel Pantheon.

2) La produzione letteraria di Hugo

Dividiamo la sua produzione cronologicamente in: opere giovanili, prime opere romanticiste; opere dell'impegno sociale; opere dell'esilio; la produzione letteraria degli anni del ritorno in patria.

a) La produzione giovanile e la svolta romanticista

Alla giovinezza filo-borbonica appartengono una serie di poesie retoriche e d'occasione. Del 1822 è la prima raccolta di versi, Odi e poesie varie (Odes et poé sies diverses). Sovvenendo alle necessità della famiglia, dopo la morte della madre, produsse romanzi come Han d'Islande (1823), le odi di Nuove odi (Nouvelles odes, 1824), articoli. Cantò nel 1825 l'incoronazione di Charles X.
Il suo nuovo indirizzo romanticista è avvertibile in Bug Jargal, romanzo su una rivolta dei negri di Santo Domingo, e nelle Odi e ballate (Odes et ballades, 1826) in cui evoca per la prima volta la figura di Napolé on. La scelta decisiva si espresse con un testo teatrale, Cromwell (1827), primo dramma storico romanticista. La "Prefazione" (Pré face) espone una particolare filosofia della storia letteraria e un tentativo di definizione del gusto dell'uomo moderno per il dramma, genere fondato sui contrasti, sulla presenza del comico come del tragico, e soprattutto del grottesco. Questa del grottesco fu una immagine cara a Hugo, che la tradusse in un verso nuovo, aperto alle libere risorse della prosa. Lo sperimentalismo è alla radice delle opere di questo periodo. Il gusto dll'oriente, degli archeologi, di pittori come Delacroix , proprio della sua produzione degli anni 1825-1828, sfociò nella pubblicazione de Le orientali (Les orientales, 1828).

b) L'impegno sociale

Nell'ultimo anno della monarchia dei Borboni uscì l'opuscolo Gli ultimi giorni di un condannato a morte (Les derniers jours d'un condamné , 1829). Il problema della pena capitale è punto di partenza per una dottrina morale che ha nel socialismo (allora nella fase populista e utopica) i primi supporti.
Anche il teatro si apre alla riflessione politico-storica con Marion Delorme (1829), che fu proibita dalla censura. Contro il teatro istituzionale, destinato alla ripetizione dei classici, Hugo promosse la battaglia di Hernani (1830), che segnò l'espugnazione del feudo conservatore della Comé die-Franç aise da parte della nuova generazione romanticista. La prima di "Hernani" fece grande scalpore, coinvolgendo in rissa classicisti e romanticisti.
Nel 1830 Hugo inizia la redazione di Notre-Dame de Paris, che fu pubblicato nel 1831. E' la vicenda di una creatura bellissima, contesa da un gobbo e da un prete innamorato. E' anche la storia e la presenza viva di una cattedrale al centro di Paris. Tra gli scopi dell'opera era anche quello di ravvivare nell'immaginazione dei lettori i miti sepolti tra carte e pietre, mostrare l'anima nei monumenti della città. Siamo a Paris nel 1482, e Quasimodo, deforme campanaro di Notre-Dame tenta di rapire la bohé mienne Esmeralda per ordine dell'arcidiacono Frollo. Il capitano Phoebus de Chateaupers salva la fanciulla che si innamora di lui. Intanto il poeta Gringoire si è perduto nella Corte dei Miracoli. Il re dei mendicanti lo condanna a morte, ma interviene Esmeralda che lo salva. Gringoire si innamora di lei. Esmeralda, per pietà, lo sposa. Un giorno, durante un appuntamento dato da Esmeralda a Phoebus, Frollo pu gnala Phoebus e lascia accusare Esmeralda del delitto. Dopo diverse peripezie, Esmeralda viene presa e impiccata, e Frollo assiste impassibile alla sua morte dell'alto della torre della cattedrale. Quasimodo lo getta nel vuoto, poi, con il cadavere di Esmeralda tra le braccia, va a morire nel cimitero dei condannati. Hugo con "Notre-Dame de Paris" scopre le possibilità di essere poeta-evocatore, che attinge a ogni materiale (infanzia, povertà, storia). Scrisse nuove raccolte: Foglie d'autunno (Feuilles d'automne, 1831), I canti del crepuscolo (Les chants du cré puscule, 1835), in cui alterna contenuti intimi e personali a quelli poli tici. In teatro, si misurò soprattutto con la storia: Il re si diverte (Le roi s'amuse, 1832) da cui Verdi trarrà poi l'opera musicale "Rigoletto", Lucrezia Borgia (Lucrèce Borgia, 1833), Angelo tiranno di Padova (Angé lo tyran de Padoue, 1835), Ruy Blas (1838).
Con sempre più consapevolezza sceglie la strada di essere un poeta morale. Claude Gueux (1834) è il tragitto di un uomo dalla miseria alla ghigliottina, riflessione sulla società che produce reietti e divora vittime innocenti. Ma sono un po' tutti i temi e gli avvenimenti della sua vita e della vita sociale della Francia che si ritrovano espressi nelle sue opere. Le voci interiori (Les voix inté rieures, 1837) e I raggi e le ombre (Les rayons et les ombres, 1840) mostrano come il linguaggio di fa riscrittura della vita del poeta e fondamento di una morale sociale. Il ritorno delle ceneri di Napolé on è seguito dalla raccolta Il ritorno dell'imperatore (Le retour de l'Empereur, 1840). Il viaggio sul Reno con Juliette Drouet è trascritto nella relazione, accompa gnata da suoi disegni, Il Reno (Le Rhin, 1842). Del 1842 è il fiasco de I burgravi (Les burgraves, 1842), e una cesura nell'opera di Hugo, con l'abbandono della poesia.

c) La produzione dell'esilio

L'impegno anti-monarchico portò a una nuova e più serrata produzione pubblicistica a favore delle idee democratiche. Con l'esilio il suo impegno anti- napoleonico (Napolé on III) non cessò. Ridicolizzò il nuovo imperatore in Napolé on il piccolo (Napolé on le petit, 1852). Ne I castighi (Les châ timents, 1853) la violenza verbale risponde alla violenza del dittatore; essa fu continuata ne Le contemplazioni (Les contemplations, 1856) in cui la scrittura diventa cosmologia morale che investe ogni destino umano, espressione della vita interiore e del recupero della memoria in una dimensione mitica.
Del 1862 sono il romanzo I miserabili (Les misé rables). Nel 1866 fa seguire I lavoratori del mare (Les travailleurs de la mer), opera ricca di immagini fantastiche e surreali. La condizione proletaria diventa sempre più condizione romanzesca, lo scrittore si trova sempre più alla prova con la fatalità delle cose (il mare, la natura) e con la fatalità onnipresente del cuore umano.

d) "I miserabili"

Quando già lavorava a "La legenda dei secoli", Hugo riaprì gli abbozzi riuniti sotto il titolo "Miserie" (Misères), che divennero il romanzo I miserabili (Les misé rables, 1862).
I "miserabili" sono le vittime di un ordinamento sociale ingiusto. Jean Valjean, vecchio forzato, trova asilo dopo l'evasione presso il vescovo di Digne, Myriel, ma lo deruba di due candelabri d'argento e fugge. Ripreso dai gendarmi, il vescovo testi monia in suo favore. Valjean è profondamente colpito, e cambia vita. Passa il tempo. Valjean è ormai sulla retta via, con il falso nome di Madeleine. Fantine, una povera donna sedotta e abbandonata con la figlia Cosette, è arrestata e maltrattata dal commissario Javert. Valjean, diventato sindaco, la fa rilasciare. Questa clemenza conferma a Javert il sospetto che Madeleine e Valjean siano la stessa per- sona. Poco dopo un disgraziato, un certo Champmathieu, viene scambiato per Valjean. Dopo una dolorosa lotta interiore Valjean in tribunale rivela la propria identità. Lasciato momentaneamente libero, assiste Fantine moribonda e giura che veglierà su Cosette. Fugge a Paris. Cosette va a servizio del bieco Thé nardier. Valjean è ripreso da Javert ma fugge ancora. Tutti lo credono annegato. Salva Cosette, le trova un rifugio sicuro. Si fa chiamare Fauchelevent, diventa amico del giovane repubblicano Marius, che ama Cosette. Durante i moti del 1832, Valjean si batte sulle barricate con Marius e il monello Gavroche. Gli viene affidato in custodia Javert, preso prigioniero. Generosamente lo mette in libertà, poi salva Marius ferito. Marius sposerà così Cosette. Valjean ha tenuto fede alla promessa fatta a Fantine. Quando muore, al suo capezzale i ceri ardono nei candelabri del vescovo. La vicenda di un forzato, già presente nelle stesure primitive, si arricchisce con l'esperienza dell'esilio. La storia gli indica nel grande Napolé on, sui campi di Waterloo, un parametro con cui pesare il destino. Il romanzo a dietro a sé una documen tazione immensa. Il riscatto dell'ex forzato è la storia sociale della Francia dalla restaurazione a Luigi Filippo. Un breviario del popolo in cui si seguono, a tappe, nascita e morte di figure simboliche: il Vescovo, la prostituta Fantine, il poliziotto Javert. Attraverso queste figure il protagonista Jean Valjean impone, nelle sue molteplici reincarnazioni, l'ombra di una volontà più forte del male.
L'accoglienza fatta al romanzo fu trionfale. "I miserabili" sono il modello non di un sapere sociologico romanzato, ma della visione del mondo di vasti strati di lettori, che nello spiritualismo di Hugo trovano il cardine di una condotta morale e nella sua fantasia ritrovano i fantasmi della propria immaginazione.

e) Ultime opere

Nel 1870 giunge inaspettata la fine dell'esilio. Hugo con la scrittura continua nel suo impegno. La Comune e la repressione che ne seguì divennero materia di storia e di mito ne L'anno terribile (L'anné e terrible, 1872): il testo uscì nel pieno della campagna di denigrazione operata dalla Francia conservatrice, che aveva ripreso in pieno il potere non solo politico. La rivoluzione dei comunardi è il tema germinativo de Il novantatrè (Quatrevingt-treize, 1874) centrato sulla rivoluzione francese e sulla repressione in Vandea, alla quale aveva preso parte suo pa dre.
Hugo continuò a scrivere fino alla morte. Riuscì a terminare La leggenda dei secoli (La lé gende des siècles, 1883), a cui aveva a lungo lavorato. La storia è qui una immensa epopea mitologica, dal Genesi all'alba del XX secolo. Hugo opera una continua trasfigurazione, ricca di simboli, allusioni metafisiche e religiose, sottintesi culturali. E' una poesia dalle straordinarie risorse verbali e ritmiche, dal possente impianto fantastico e visionario.

Bibliografia: Victor Hugo

Odes et poésies diverses (1822)
Han d'Islande (romanzo, 1823)
Nouvelles odes (1824)
Bug Jargal (romanzo, 1826)
Odes et ballades (1826)
Cromwell (dramma, 1827)
Les orientales (1828)
Les derniers jours d'un condamné (1829)
Marion Delorme (dramma, 1829)
Hernani (dramma, 1830)
Notre-Dame de Paris (1831)
Feuilles d'automne (1831)
Le roi s'amuse (dramma, 1832)
Lucrèce Borgia (dramma, 1833)
Claude Gueux (1834)
Angèlo tyran de Padoue (dramma, 1835)
Les chants du crépuscule (1835)
Les voix intérieures (1837)
Ruy Blas (dramma, 1838)
Les rayons et les ombres (1840)
Le retour de l'Empereur (1840)
Le Rhin (viaggi, 1842)
Les burgraves (1842)
Napolé on le petit (1852)
Les châ timents (1853)
Les contemplations (1856)
Les misérables (1862)
Les travailleurs de la mer (1866)
L'anné e terrible (1872)
Quatrevingt-treize (1874)
La lé gende des siècles (1883)





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