Stati Uniti d'America, tra il 1790 e il 1850

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Stati Uniti d'America, tra il 1790 e il 1850

Negli Stati Uniti nordamericani, è il processo di espansione verso occidente, e l'aggravarsi del problema della schiavitł e del differente sviluppo tra regioni del nord e del sud, che condusse alla guerra civile del 1861-1865.
In letteratura, i progressi nel campo dell'indipendenza culturale non sono molti. La lingua parlata è l'inglese, i libri inglesi, pubbli cati liberamente dagli editori nordamericani in assenza di leggi protettive inondano il mercato. Gli scrittori britannici romantici (W. Scott, Coleridge, Wordsworth) esercitano un imprinting egemonico, ma nella prima metà del XIX secolo si ha un radicamento della produzione narrativa e poetica, con la definizione di elementi caratteristici e autonomi se non rispetto ai modelli, rispetto ai prodotti specifici. Su questa linea sono Charles B. Brown, Washington Irving , James F. Cooper, e soprattutto Edgar A. Poe.
Il primo a tentare la creazione di una nuova letteratura che rispecchiasse gli orizzonti fisici e i conflitti psicologici della nuova terra fu Charles B. Brown che riprese i moduli e i meccanismi narrativi del romanzo nero inglese; si crea così una "tradizione" gotica nordamericana (da Poe a Capote ecc.).
Il maggior lirico a cavallo degli anni della guerra civile è Walt Whitman .

Gli anni '50, prima della guerra civile

Tra il 1850 e il 1855 la produzione letteraria negli Stati Uniti rag giunse un ottimo livello, con autori provenienti quasi tutti dal New England e dallo stato di New York. Essi esprimono speranza e ango scia, estatica affermazione del nuovo, dubbio tormentoso sulle ori gini. Gli scrittori trovano i loro temi nel rapporto tra gli abitanti nordamericani e la loro terra continentale; i vecchi problemi della natura e della sopravvivenza fisica, dello stato selvaggio e della civiliz zazione, risorsero in forme nuove. Hanno in comune l'idea che i fatti materiali sono anche simbolici, emblematici, mitologici, allegorici. Il rigorismo calvinista settecentesco, che vedeva dapertutto segni di dio, nell'ottocento diede vita all'unitarismo, mo vimento che credeva in un dio benevolo, contento di lasciare l'uomo li bero di confidare nelle proprie facoltà interpretative. Da questa dottrina nacque il trascendentalismo, che eliminò la religione formale e permise al singolo di raggiungere, nella solitudine delle proprie percezioni, un pił alto senso della natura. Nei trascendentalisti era una specie di ottimismo metafisico, della natu ra si coglievano solo gli aspetti positivi.
Altri ( Hawthorne , Melville , Dickinson) non condividono questa sicurezza, ma fanno propria, ai fini dell'espressività artistica, la simbolica corrispondenza trascendentalistica tra visibile e invisibile, tra materiale e immateriale.

I trascendentalisti

Ralph W. Emerson (1803\1882) fu il teorico del trascendentalismo. Esortò i norda mericani a voltare le spalle all'europa, a stabilire un rapporto autonomo e originale con il "nuovo mondo", a confidare in se stessi, a scrivere ignorando i modelli. Scrisse poesie e saggi simili a sermoni secolari, da cui emerge un senso quasi orientale del flusso cosmico che si nasconde sotto la realtà , la credenza mistica nell'armonia essenziale delle co se.
Seguace radicale di Emerson fu Henry D. Thoreau (1817\1862) che andò a vivere "nei boschi", sulle rive del lago Walden, per perseguire un rapporto mistico con il linguaggio silenzioso della natura, modello e misura di ogni for ma artistica. Entrambi oppongono l'individuo alla società , leggono la storia come eterno presente, ma testimoniano le mutazioni in atto nel proprio tempo (Emerson con distacco, Thoreau con passione).



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