XII secolo: Aree extraeuropee

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XII secolo: Aree extraeuropee

Regioni cristiane

Siria

Dopo il 1000 si registra una "rinascita siriaca", con una rinnovata produzione cristiana in siriaco, che durerà fino al XIII secolo. Il più celebre scrittore di questo periodo è il patriarca giacobita Michele I (morto nel 1199).

Armenia

Dai centri culturali cristiani dell'Armenia viene il prolifico poeta e omelista Narsete Claiense (1102\1173); Narsete di Lampron (1153\1198) famoso per numerosi trattati teologici omelie inni sermoni; Mechitar Gosh (nato nel 1130-1140) il più grande giurista e il più celebrato novelliere armeno.
Narsete Claiense è chiamato così perché , dopo essere stato vescovo di Mopsuestia, di fronte allo scorrere dei musulmani si ritirò nel 1147 a Hrom- Klah. Alla morte del fratello Gregorio III, katholikòs d'Armenia, fu nominato suo successore. Scrisse lettere in prosa, omelie, e una celebre preghiera divisa per ognuna delle 24 ore del giorno. Introdusse importanti innovazioni metriche della poesia armena. Tra le sue opere poetiche si ricordano inni, canzoni e alcuni poemi, tra cui uno su Gesù figlio in tre libri, considerato il suo capolavoro.
Dal XII secolo la letteratura armena fin qui prodotta comincia a perdere il suo legame con il popolo; si formò così una letteratura in lingua volgare (medio armeno), diffusa da un gruppo di trovatori o asciughi (innamorati): da essa si sviluppò nel XIX secolo il neoarmeno orientale (Armenia, Georgia, Russia) e occidentale (Turchia).

Regioni non cristiane

Persia

Tra la metà dell'XI e la fine del XII secolo la letteratura persiana entra nel suo periodo classico. Nel 1186 si spegne la dinastia ghaznavide, e la Persia ricade sotto l'egemonia straniera (i turchi selgiuchidi, i mongoli di Gengis Khan, i turchi timuridi), che però vengono assimilati. Nasce in questo periodo l'opera di 'Omar Khayyam, personaggio controverso e affascinante, considerato un ateo scettico, un mistico esoterico, un filosofo ansioso di conoscere la verità assoluta.
'Omar Khayyam

'Omar nacque a Nishapur [Khorasan] nella seconda metà dell'XI secolo. Morì nel c.1126. Abbiamo scarse notizie attendibili. L'unica data certa è il 1073, anno in cui fu incaricato insieme con altri astronomi di riformare il calendario. Autore di un "Trattato di algebra" importante per lo studio delle equazioni, e di altre opere a carattere scientifico, deve la sua fama soprattutto alle sue ruba 'yyat (quartine). Esse furono pubblicate nel 1859 da *E. Fitzgerald in una libera e felice traduzione inglese.
Sulla sua opera in versi si è formata una 'questione khayyamiana'. Due gli ordini di problemi: autenticità e numero delle quartine; loro significato. I dubbi riguardo il primo punto sorsero quando furono ritrovati altri manoscritti, diversi da quello usato da Fitzgerald, in cui il numero delle quartine variava in misura considerevole, mentre l'attribuzione si estendeva fino a 30 poeti diversi. Il secondo punto è connesso al significato che si vuole dare alla sua opera. Un'interpretazione più aderente al testo è quella che legge le quartine in chiave scettico-pessimistica; un'altra lettura privilegia la chiave mistica. Noi preferiamo la prima.
Quella di 'Omar è espressione frammentaria e asistematica di un lucido, disperato pessimismo. Le sue quartine sono un invito continuo a cogliere l'attimo fuggente di fronte alla prospettiva ineluttabile del nulla, la cui inesorabilità è avvertita ora con sgomento ora con ironia ora con rabbia, ma sempre tradotta in superiore limpidezza stilistica.

Al poema romanzesco appartengono quattro dei 5 masnavi di Nizami da Gangia. Elyas Abu Muhammad Nizami era nato a Gangia [Azerbaigian] nel 1141 (morì nel c.1204). Il suo Quintetto (Khamsè) di poemi romanzeschi a rima baciata (masnavi) è conosciuto anche con il titolo de "I cinque tesori". Il primo s'intitola Magazzino dei misteri ed è di soggetto didascalico e mistico; particolarmente noti sono il secondo, Cosroe e Shirin, storia dell'amore del re sasanide Cosroe Parviz per la bella principessa armena Shirin amata a sua volta dallo spaccapietre Farhad, che si uccide alla falsa notizia della morte di lei; e il terzo, Leila e Magnun, leggenda araba su due sfortunati beduini precursori di Giulietta e Romeo. Il quarto, Le sette effigi, è uno dei più fantasmagorici giochi di colore delle letterature asiatiche, narra gli amori del re sasanide Bahram Gur con sette principesse, includendo sette storie fantastiche narrate da ciascuna delle fanciulle e intonate ciascuna a un colore, a un motivo astrologico e a un giorno della settimana. L'ultimo, Il libro di Alessandro è composto da un "Libro dell'onore" e da un "Libro della fortuna": vi si rievocano le avventure di Alexandros il Grande, divenuto mitico personaggio di guerriero, filosofo, profeta. L'arte di Nizam, in cui convergono intensità di sentimento e umanistico equilibrio, è uno dei risultati più maturi raggiunti dalla poesia persiana.
'Aruzi Nizami di Samarcanda (morto nel 1174) è autore dei Quattro discorsi, dedicati a illustrare le arti cortesi per eccellenza: quelle del segretario, del poeta, dell'astrologo e del medico. L'opera è significativa sia per le concezioni esposte sia per gli aneddoti originali che riferisce su personaggi celebri a lui coevi (per esempio su 'Omar Khayyam). Rappresenta inoltre, escluso nelle introduzioni volutamente farcite di terminologia araba, uno dei migliori esempi di prosa neopersiana.
Contesto storico

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