Produzione provenzale nel XIII secolo

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Le tragiche vicende in Provenza ispirano le poesie di Peire Cardenal , polemico contro il clero pronto a perseguitare e uccidere. Egli, attivo nel 1205-1272, strettamente legato alla corte tolosana, è autore di uno dei canzonieri pił ricchi della tradizione occitanica: scrisse oltre 70 componimenti, la maggior parte sirventesi satirico- moralistici, su spunti a volte personali e politici, pił spesso sociali e religiosi. Una protesta pił moderata e una concezione dell'amore cortese misticheggiante è in Guilhelm de Montanhagol (1229\1258). Tolosano, di lui ci sono giunti 13 componimenti fra canzoni e sirventesi, e una tenzone con Sordello. La sua concezione dell'amore, privato della componente mondana e trasformato in virtł santificante, gli dà un posto particolare nella tradizione della lirica colta.


Alla fine del XIII secolo risale l'elaborazione delle forme e dei contenuti della civiltà cortese con il romanzo Flamenca, tra le poche cose rimaste del filone narrativo provenzale che doveva essere consistente. Il Flamenca, noto anche con il titolo di "Las novas de Guillem de Nevers", ci è giunto in un unico manoscritto mutilo del principio e della fine: sono 8085 ottosillabi rimati a coppie, in lingua d'oc. L'autore potrebbe chiamarsi Bernardet, secondo una interpretazione possibile di un passo. Fu composto forse nella seconda metà del XIII secolo, quando la poesia dei trovatori sfioriva: ne riprende la casistica amorosa, stilizzata secondo i moduli cortesi, combinandola con elementi della pił recente cultura letteraria e scolastica francese, rinnovandola con la sottigliezza brillante di uno psicologismo intellettualisticamente sofisticato e impercettibilmente ironico nella sua preziosità .


Abbondano i trattati di retorica e le grammatiche: Las razos de trobar di Raimon Vidal , il Donatus provenzale (Donatz proensals) di Uc Faidit scritto su incarico di Federico II intorno al 1240, è la pił antica grammatica provenzale (ne esiste anche una redazione latina dal titolo "Donatus provincialis" scritta nel c.1245 da Iacopo da Morra e da Corrado da Sterleto, due signori della cerchia di Federico II). Questa grammatica comprendeva anche un glossario, una trattazione di metrica e una lista di rime; riprende gli schemi dell'"Ars minor" di Elio Donatus, da cui il titolo. Ebbe notevole diffusione tra quanti in Italia si interessavano alla poesia trobadorica. Uc Faidit è forse identificabile con Uc da Saint-Circ, che era appunto "faidit" (esule) in Italia.
A questo secolo appartengono anche tutta una serie di Vidas dei trovadori, poco attendibili sul piano documentario, vere novelle fantastiche che contribuiscono però alla fama internazionale dei trobadori.
A un tentativo di assimilazione della cultura cortese e trobadorica risponde il poema didattico di Matfre Ermengau Breviari d'amore.

Alla fine del XIII secolo la poesia provenzale trobadorica è praticamente finita: sopravvisse come irrinunciabile modello per le letterature nelle lingue postlatine di Francia, Germania, Portogallo, Italia.

 

 

Contesto storico: Il Duecento.



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