Scheda: Le prime testimonianze scritte in lingua post-latina in Italia

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Scheda: Le prime testimonianze scritte in lingua post-latina in Italia

Nel X secolo si hanno in Italia i primi esempi di uso di lingua post-latina nella scrittura. Un uso legato a attività pratiche. Si tratta dei cosiddetti Placidi cassinesi, datati al 960, conservati nell'Archivio del monastero dell'Abbazia di Montecassino. Sono considerati i primi documenti della lingua che sarà quella italiana, perché appare esplicita l'intenzione di usare il volgare in alternativa al latino. Si tratta di formule, inserite in atti notarili scritti in latino, che dovevano essere ben comprensibili dai contraenti, perché definivano delle proprietà, dei diritti accettati:
«Sao ko kelle terre per kelle fini que ki contene trenta anni le possette parte Sancti Benedicti»
Un altro documento interessante è dato da un epitaffio di Gregorius V, che ci informa sull'uso del volgare in occasioni pubbliche (nelle predicazioni) intorno all'anno 1000.
L'XI secolo sembra presentare una ripresa dell'uso del latino in Italia. Solo alla fine di questo secolo riappaiono documenti in volgare, appartenenti agli ambienti notarili-giudiziari e a quelli privati (soprattutto mercantili, legati alle esigenze pratiche di memorizzare informazioni accanto alle cifre nei libri dei conti).
Solo nel XIII secolo avremo un compiuto uso del volgare nella produzione letteraria.

Contesto: L'europa tra il VII e il X secolo



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