Scorbutico, iracondo buffo e basso / di Roberto Benigni
Scorbutico, iracondo buffo e basso / di Roberto Benigni
Scorbutico, iracondo, buffo e basso
Il maestro indiscusso dei cahiers
Cinico, torvo assai, peloso e grasso
E' tornato Francesco Rabelais.
Fa ciò che vuole, libero, eccessivo
Sputa sul cielo, sull'autorità
In un mondo di morti il solo vivo
E' tornato fra noi Gargantua.
Il suo occhio contempla le bassezze
E tutto ciò ch'è fuor dell'ordinario
Crollano i miti, i dogmi, le certezze
Bombardati dal Gran Veterinario.
La sua vision del mondo è un arabesco
Di folgoranti idee, d'orrendi fatti
Un poco Lévi-Strauss un po' Ionesco
Un po' Sigmund Freud un po' Togliatti.
Risponde col silenzio alle domande
Agli attori non dà un'indicazione
Eppure nel suo cinema si spande
Il rigore della rivoluzione.
Ma io l'ho conosciuto quello gnomo
Sono stato sulla barca di Caronte
M'ha insegnato le viscere dell'omo
E da che parte si guarda l'orizzonte.
Chiedo asilo l'ha fatto in un minuto
E vi giuro, non sono un pallonaro
Riuscì a far parlare un bimbo muto
E fece recitare anche un somaro.
Un elegante, tragico giullare
Che gioca con la morte e gli ingegneri
Anch'io sono affogato nel suo mare
E' tornato fra noi Marco Ferreri.
Una poesia di Roberto Benigni
dedicata a Marco Ferreri,
tratta da "Nuovocinema - Marco Ferreri",
a cura di Stefania Parigi, edizioni Marsilio (1995).
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