Georg Wilhelm Pabst

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Georg Wilhelm Pabst


Il regista tedesco più rappresentativo dell'espressionismo (e del realismo) è Georg Wilhelm Pabst. Nato a Vienna nel 1892, fu prima scrittore e commediografo, poi regista teatrale al Neuen Wiener Bühne. Esordì nel cinema nel 1924 con "Der Schatz", si rese noto nel 1925 con La via senza gioia (Die freudlose Gasse) con Asta Nielsen e la giovane Garbo che interpretano due donne nella Vienna del primo dopoguerra; in L'amore di Jeanne Ney (Die liebe der Jeanne Ney, 1927, sceneggiatura di Rudolf Leonhard), tratto dal romanzo di Ehrenburg, usò per lo più luce naturale, veri ex ufficiali bianchi; alcune scene furono girate nelle vie di Paris dove in parte si svolgeva l'azione. Nonostante l'impiego di tecniche realistiche, è un film non realistico; tanto più che la casa di produzione (l'UFA) intervenne per cambiare in lieto fine il finale: il protagonista invece di essere ghigliottinato è convertito al cattolicesimo e salvato da Gianna Ney. Ricco di pennellate sottili è "Abwege" (1928) con Brigitte Helm e atmosfere wedekiniane, cui seguì "Die Büchse der Pandora" (1928).

La tragedia del Pizzo Palù (Die weisse Hölle vom Piz Palü, 1929; insieme a Arnold Fanck) racconta una drammatica escursione in montagna; Westfront 1918 (1930) dà un vigoroso quadro dell'ultimo anno di guerra con scene terrificanti; L'opera da tre soldi (Dreigroschenoper, 1931) è spiritosa evocazione del mondo degli straccioni dell'europa romantica; "Kameradschaft" (1931); Atlantide (1932), film mancato ma con uno dei pezzi più straordinari della storia del cinema (la scena del can-can); Don Qhichotte (1933), con straordinarie parti figurative anche se a volte lento e statico; Mademoiselle Docteur (1937) ricco di geniali trovate. Prodotto in Francia, è la storia di una spia tedesca (interpretata da Dita Parlo) inviata durante la prima guerra mondiale a Salonicco, paese di spie, con due incarichi speciali che riesce a portare a termine (nel cast anche Pierre Blanchar e Pierre Fresney).

Pabst è regista problematico, ricco di impulsi sentimentali e di intuizioni, con un fortissimo senso del ritmo e un dono visivo eccezionale, anche se raramente i suoi films risultano completamente belli. Pabst ha poi diretto: Paracelsus (1943) tra le sue cose migliori, l'incisivo e angosciato Il processo (Der Prozess, 1947), e La voce del silenzio (1952).

Filmografia: Georg Wilhelm Pabst

Der Schatz (1924)
Die freudlose Gasse (1925)
Die liebe der Jeanne Ney (1927, Il giglio delle tenebre)
Abwege (1928)
Die Büchse der Pandora (1928, Lulù)
Die weisse Hölle vom Piz Palü (1929), con Arnold Fanck
Westfront 1918 (1930, Quattro della fanteria)
Dreigroschenoper (1931, L'opera dei quattro soldi)
Kameradschaft (1931, La tragedia della miniera)
Atlantide (1932)
Don Qhichotte (1933)
Mademoiselle Docteur (1937)
Paracelsus (1943)
Der Prozess (1947)
- La voce del silenzio (1952)
Der Letzte Akt (1955)
Durch die Wälder, durch die Auen (1956)
Rosen Für Bettina (1956)

Contesto: cinema tedesco tra le due guerre


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