Luc Besson

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Luc Besson


Luc Besson negli anni Novanta si afferma come uno dei migliori registi di origini francesi della cinematografia post-1989. Dirige alcuni films basati su ritmi serrati e su un gusto noir acceso: "Nikita", "Leòn". Entrambi sono "gun movies", film di sparatoie e ambienti di degrado e marginalità. Nikita è la storia di una ragazza, una terrorista che viene "convinta" a diventare un killer dei servizi segreti. Leòn invece è la storia dell'incontro tra un killer e una ragazzina: tutto il film si regge sul contrasto tra la metodicità e la timidezza del killer e l'estrosità e l'inaspettato che porta nella vita del killer solitario la ragazzina. Film molto bello, umanamente toccante. Entrambi hanno per protagonisti dei personaggi "terminali", che sanno bene di non avere scampo, che ciò che fanno e ciò che sono avrà una durata ridotta. La realtà di marginalità e degrado in cui vivono li pone non "fuori" legge, ma dentro l'unica realtà che esiste, e in cui non si ha scampo. Predominano i colori netti e forti, i bianco-neri contrastati e senza mezze tinte.
Con Il quinto elemento, Besson fa la sua prova hollywoodiana, vincendo la scommessa. Si tratta di un kolossal ambientato nel mondo futuro scenograficamente immaginato alla "Blade runner". Protagonista è un tassista ex componente dei reparti speciali commandos (interpretato dallo statunitense Bruce Willis) che incontra una ragazza, proveniente da un altro pianeta e da un altro tempo: la ragazza è il "quinto elemento", quello che, posto al centro di un quadrato ai cui lati sono posti 4 pietre (simboleggianti gli altri 4 elementi tradizionali: acqua, terra, fuoco, vento), salverà il mondo dalla distruzione. Più che per le tematiche "serie" e riferite all'immagine del futuro, l'interesse per questo film è per le parti comico-parodiche di cui si fa largo uso; così la parodia del mondo della comunicazione televisiva e del divismo. Un film che comunque fa largo uso di repertorio e di elementi e gags "già viste", assemblate insieme con un buon ritmo complessivo. Film in cui sembra esaurirsi il filone "blade runner" (non a caso, nella parodia e nell'umorismo).



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