Vincenza Tomaselli: esordio letterario ed intervista

Breve nota sul libro "La Voce a Me Dovuta"

La Voce a Me Dovuta copertina

“La tua crudele razionalità ti sradica ogni giorno dal mio cuore, ma la passione rabbiosa che mi anima ti risemina ancora e ancora una volta”. Perdersi nella follia per ritrovare se stessi con amorevole curiosità: questo è il reato per il quale la protagonista sconterà una pena inflitta dal tribunale del conformismo.

A metà tra epistolario e analisi La voce a me dovuta è un romanzo d’introspezione, scandalo e coraggio. Un racconto che descrive l’incontro travagliato di due donne soggiogate, impaurite e risorte grazie al desiderio di osare. Perché per mordere la vita e tuffarsi nel pieno delle emozioni, a volte, è necessario sacrificare una parte di sé.

In queste pagine Vincenza Tomaselli celebra la voglia di vivere ogni attimo fino all’ultimo respiro, come se fosse l’ultimo, consapevole che il rispetto e l’amore per se stessi non hanno prezzo.

Chi è l’autrice?

Vincenza Tomaselli è nata a Siracusa nel 1971. È iscritta all’indirizzo storico della Facoltà di Scienze Politiche di Bologna. Giornalista dal 1999, scrive per il mensile “I Love Sicilia”. La voce a me dovuta è il suo primo libro.

Intervista

Chi è Vincenza Tomaselli?

Sono una donna a tempo indeterminato e una giornalista part time.

Da quali esigenze nasce "La Voce a Me Dovuta"?

Non potevo farne a meno. In quel periodo scrivere era l’unica cosa che mi rendeva felice e non c’era attimo che l’istinto di prendere una penna per sublimare il tormento che avevo dentro mi abbandonasse. Ne è nato un libro ma è stata pura casualità.

Come mai "La Voce" deve esserti "Dovuta"?

Niente mi è dovuto, questo lo so so, solo il rispetto. Ma vivere nella menzogna per tanto tempo, presto o tardi ti fa venire fame di rivalsa e allora impari a pretendere.

"La Voce a Me Dovuta" sembra il diario di un viaggio, un viaggio verso dove?

Un viaggio tra i pensieri che ogni giorno attraversano la mente di gente comune come me.

Quanto di Vincenza Tomaselli c’è nel tuo libro?

Credo abbastanza visto che l’ho scritto.

Il rapporto fra la Contessa e la Cortigiana è molto comlesso. Specchio di questi tempi complessi?

E’ un rapporto come tanti. Se si vuole, tutto è semplice e tutto è complicato. Ogni periodo storico ha gli stessi grafici emotivi del precedente, sarebbe già tutto previsto in un certo senso. Tuttavia è bello pensare che quello che succede a noi è unico e irripetibile. Lo definirei quasi un effetto placebo. Una medicina innoqua che salva dall’angoscia dell’anonimato.

Cosa cerca Contessa nella Cortigiana? E vice-versa?

Entrambe cercano l’amore, quello incondizionato, che dura per sempre, sempre e comunque.

L’esterno sembra un elemento poco importante del tuo libro. Tutto è giocato in una dimensione spaziale astratta.

Solo il tempo è scandito nel mio libro, perchè il tempo ci governa. Ci crea, ci cresce,ci trasforma e quando non serviamo più ci manda in pensione al Creatore. Lo spazio è un dettaglio che poco importa in questo saggio...poteva svilupparsi tutto nella camera d’albergo di un paesino in Portogallo o in riva al mare o ancora all’interno di uno scantinato di una vecchia casa di campagna. I pensieri non hanno celle, si liberano dentro e fuori di noi rendendoci eternamente liberi.

Come mai questa suddivisione in numeri cardianli?

Non volevo dare un nome ad ogni capitolo. La mia è una lunga chiaccherata con il lettore, sarebbe stato ridicolo, intitolare una chiaccherata..non credi??

Il libro si chiude con le citazioni di Neruda, Kavafis e Flaubert. In che senso sono sincrone alla struttura del libro?

Non esiste sincronia..esiste l’amore per la poesia che spesso e volentieri mi viene in aiuto quando ho più bisogno di esprimermi.

Per maggiori informazioni:

Casa Editrice Il Filo