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Viareggio Patrimonio srl

A Viareggio è in atto una rivoluzione silenziosa nel modo di amministrare la cosa pubblica. Il comune si sdoppia. Funzioni e servizi fondamentali vengono trasferiti ad una super società pubblica

di Antonio Carollo - venerdì 8 dicembre 2006 - 3580 letture

La creazione della Viareggio Patrimonio srl suscita curiosità nel mondo delle autonomie locali. Diversi comuni hanno chiesto copia dello statuto. Viareggio apre la strada; si pone all’avanguardia? Nell’era postmoderna sembra non bastare più il comune come ci è stato tramandato ed è disegnato dall’ultimo testo unico dell’ordinamento comunale, che non è, beninteso, del medioevo ma del 2000. Perché non approfittare delle maglie larghe che offre questa disattenta normativa per superare la forma monolitica dell’ente comune sdoppiandolo e circondandolo con una nebulosa di enti minori? Il vecchio comune sarà la mente, il centro decisionale, fatta salva qualche residua incrostazione difficile da rimuovere, quali lo stato civile, l’assistenza, la polizia locale; il nuovo organismo, la Viareggio Patrimonio, con il gruppo di società satelliti, sarà il braccio operativo. Semplice, elementare. Il codice civile viene in soccorso: basta andare dal notaio e creare una società a responsabilità limitata. La struttura del Comune non viene toccata. Il concetto di servizio pubblico locale, come costruito per consolidata dottrina, viene trasfuso in quello più ampio e generico di servizio comunale, liberando così un campo vastissimo, aperto alla fertile creatività dei nuovi architetti delle strutture autonomistiche.

Tutto questo in nome dei tre principi basilari della civiltà occidentale: efficacia, efficienza, economicità. (Aggiungerei la parola magica: libertà). Addio a pastoie, vincoli, prescrizioni, divieti, procedure, contraddittori, guarentigie, gare, selezioni, pubblicità degli atti, tutto ciarpame che ritarda, ritarda, in un mondo ormai basato sulla velocità. Se qualcuno obietta che in questo modo i diritti delle persone corrono seri rischi, la risposta è: non è vero, ogni cosa sta al suo posto, essenziali sono i risultati.

Così sotto gli occhi di una città distratta, tra il bailamme della stagione estiva e le beghe, il fervore e l’esplosione del carnevale, si sta portando a termine una vera e propria rivoluzione nelle strutture organizzative e nella gestione della cosa pubblica.

La realtà, purtroppo, non è così rosea come descritta dagli architetti del mondo nuovo delle autonomie; le polemiche sulla pletora delle società dipendenti dal comune e sulle presunte scorrettezze perpetrate nelle assunzioni presso la Viareggio Patrimonio sono un piccolo indizio di ciò che domani potrebbe accadere.

Ma procediamo con ordine. In primo luogo colpisce la disinvolta sicurezza con la quale i poteri comunali maneggiano materie e strumenti di estrema delicatezza ed antica tradizione. Nel giro di pochi anni una cittadina di 60.000 abitanti, qual è Viareggio, si ritrova a fare i conti non più con una società (Amag), che si occupava di acqua e di gas, e con un servizio pubblico (rifiuti) dato in concessione a privati o gestito in economia, ma con oltre una dozzina di aziende pubbliche, che si occupano di tutto, con facoltà d’agire sul mercato da vere e proprie imprese industriali, e con la possibilità di costituire nuove aziende da impiantare in Europa e nel mondo (vedi Polonia e Cuba). L’inventività, come s’è visto, non si è fermata qui; si sono intuiti nuovi percorsi e traguardi: si sta costruendo una specie di secondo comune, cui affidare gran parte delle competenze istituzionali svolte da secoli dal Comune con la C maiuscola. Così nasce la Viareggio Patrimonio srl alla quale si trasferiscono beni (con la sola eccezione del demanio) e pezzi di comune sotto forma di servizi. Se si dà uno sguardo alla struttura di questa super società ci si accorgerà che, oltre al presidente, al consiglio di amministrazione e all’assemblea e relativo staff, si sono creati settori analoghi a quelli del Comune (direzione generale, direzione tecnica, direzione amministrativa, direzione finanziaria, e una miriade di altri settori specifici). Lo stesso, più o meno, è avvenuto per ciascuna delle altre società che orbitano attorno alla Viareggio Patrimonio.

Fermiamoci un attimo. Abbiamo idea di quanto costi questo enorme sistema di società in termini di soli emolumenti a presidenti, consiglieri di amministrazione, dirigenti di staff, consulenti esterni, dirigenti amministrativi, finanziari e tecnici, con l’insieme di tutti i loro dipendenti?, mentre il Comune consolida il proprio apparato amministrativo. E’ lecito pensare che le conseguenze economico-finanziarie di questo, diciamo, fervore creativo saranno incalcolabili e andranno a gravare soprattutto sulle tasche dei contribuenti.


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